Nissan entra nel mercato delle batterie domestiche

Nissan entra nel mercato delle batterie domestiche

Il produttore automobilistico presenta un prodotto per l'energia domestica, apparentemente in esclusiva per il mercato europeo. Con gli stessi problemi della concorrenza, quelli di conquistare un'utenza ancora poco interessata
Il produttore automobilistico presenta un prodotto per l'energia domestica, apparentemente in esclusiva per il mercato europeo. Con gli stessi problemi della concorrenza, quelli di conquistare un'utenza ancora poco interessata

Nissan ha annunciato una partnership con Eaton per lo sviluppo di xStorage, sistema di batterie domestiche che vuole fornire all’utenza consumer la possibilità di controllare appieno i propri consumi di energia elettrica. E magari di risparmiare sui costi dei servizi tradizionali.

L’offerta xStorage è stata progettata dalla divisione europea della casa automobilistica giapponese, ed è apparentemente destinata a essere venduta solo sul territorio del Vecchio Continente. Entro i prossimi cinque anni, l’azienda prevede di racimolare vendite superiori alle 100mila unità.

Il business di xStorage non è diverso da quello, già svelato da tempo , di Tesla Powerwall, sistema di batterie elettriche da installare in casa o in azienda con cui ridurre il costo dell’energia nei periodi in cui la fornitura da rete fissa costa di più.

È ovviamente possibile collegare le batterie ai pannelli solari eventualmente presenti sul tetto, e una app permetterà di monitorare l’utilizzo energetico tramite un gadget mobile. Il costo di una batteria xStorage 4,2 kWh parte dai 4mila euro, superiore ai 3mila del modello Powerwall 6,4 kWh ma inclusivo delle spese per l’installazione e gli “extra” che Tesla non garantisce.

La nuova offerta di Nissan conferma l’interesse delle società specializzate per il nascente mercato dell’energia domestica, un business in cui ad esempio vuole entrare anche Mercedes. Resta in ogni caso l’ incognita della profittabilità dell’investimento, e la possibilità che esista una base di utenza sufficiente a sostenere l’offerta.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
16 mag 2016
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