Oculus: lucchetti aggiornati, lucchetti scardinati

Oculus: lucchetti aggiornati, lucchetti scardinati

L'azienda aggiorna la sua app per chiudere la porta alla compatibilità multi-visore dei giochi. L'autore dell'hack Revive torna alla carica: è la stessa Oculus, dice, a costringerci a facilitare la pirateria
L'azienda aggiorna la sua app per chiudere la porta alla compatibilità multi-visore dei giochi. L'autore dell'hack Revive torna alla carica: è la stessa Oculus, dice, a costringerci a facilitare la pirateria

Finisce male il tentativo di Oculus di mettere i bastoni tra le ruote a Revive, progetto amatoriale nato per favorire la compatibilità dei giochi VR con caschetti diversi dal Rift : la società ha aggiornato la app ufficiale rendendo inutile l’ultima versione di Revive, ma gli sviluppatori del tool sono tornati subito alla carica con un hack dalle capacità ancora più problematiche.

Oculus App 1.4, l’update rilasciato da Oculus, include bugfix e “aggiornamenti al controllo di integrità della piattaforma”: in sostanza l’applicazione verifica che il visore collegato al PC sia il Rift, in caso contrario si rifiuta di caricare l’esperienza VR selezionata dall’utente.

I controlli di integrità aggiuntivi cozzano con le rassicurazioni fornite negli scorsi mesi da Palmer Luckey, CEO di Oculus che aveva più volte garantito sulla “openness” della piattaforma e la volontà di “lasciar fare” agli sviluppatori amatoriali per mod, hack e tutto quanto.

Luckey si è evidentemente rimangiato quanto promesso, e quel che è peggio è che il tentativo di “blindare” la piattaforma Oculus con la versione 1.4 del software ufficiale è fallito nel giro di pochissimo tempo : una nuova versione di Revive è già disponibile con supporto ai giochi creati con Unreal Engine, mentre quelli creati con Unity arriveranno nel prossimo update.

Ora Revive bypassa completamente le protezioni DRM di Oculus App, una misura che facilita l’utilizzo dei giochi pirata e non ufficiali oltre all’utilizzo di caschetti diversi da Rift. È una strada che non avremmo voluto prendere, dicono gli sviluppatori del tool, e la colpa è tutta di Oculus.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
23 mag 2016
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