L'India vuole il suo Shuttle

L'India vuole il suo Shuttle

L'agenzia spaziale indiana ha concluso con successo il primo test di un veicolo riutilizzabile che dovrebbe rappresentare il primo passo di un viaggio tecnologico ancora molto lungo
L'agenzia spaziale indiana ha concluso con successo il primo test di un veicolo riutilizzabile che dovrebbe rappresentare il primo passo di un viaggio tecnologico ancora molto lungo

La Indian Space Research Organisation (ISRO) ha concluso con successo il lancio inaugurale del suo “Reusable Launch Vehicle-Technology Demonstrator” (RLV-TD), velivolo dotato di ali capace di operare “regimi di volo ipersonici” negli strati alti dell’atmosfera. Una “prima volta” che per l’India rappresenta solo il primo passo verso un obiettivo ambizioso.

Valutandolo da un punto di vista occidentale, RLV-RD è poco più che una “demo” di uno Space Shuttle in miniatura che offre ben poche prospettive per un contributo indiano all’esplorazione spaziale, storicamente appannaggio di NASA, Roscosmos, ESA in Europa e pochi altri.

Per l’India, invece, il volo del nuovo mezzo – arrivato a 65 chilometri di altitudine a Mach 5 prima di tornare sulla superficie terrestre e ammarare nella Baia del Bengala – ha permesso di testare la versione autoctona delle tecnologie necessarie per la navigazione autonoma, il controllo e la guida remoti, un sistema di protezione termica riutilizzabile e altro ancora.

RLV-RD è il sistema progettato da ISRO per ridurre i costi necessari alla realizzazione delle infrastrutture spaziali, hanno dichiarato gli ufficiali dell’agenzia indiana, e in tal senso l’obiettivo non è dissimile da quello perseguito dalle nuove “space company” statunitensi (SpaceX, Blue Origin e altre) con i loro razzi riutilizzabili .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
25 mag 2016
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