Lenovo Moto Z, la nuova vita di Motorola

Lenovo Moto Z, la nuova vita di Motorola

Prestazioni garantite da uno Snapdragon di ultima generazione. Ma, soprattutto, device sottilissimo e un sistema di cover modulari per ampliarne le funzioni
Prestazioni garantite da uno Snapdragon di ultima generazione. Ma, soprattutto, device sottilissimo e un sistema di cover modulari per ampliarne le funzioni

Lenovo ha presentato a San Francisco presentato i nuovi smartphone Motorola eredi della serie X. Si tratta del nuovo Moto Z e la sua variante potenziata Moto Z Force . Le caratteristiche tecniche evidenziate sul blog di Motorola  hanno tutti i connotati da prodotto di fascia alta. Anche se in Italia probabilmente rinunceremo al modello top di gamma: sembra che Lenovo infatti  non sia intenzionata a commercializzare il “Force” nel nostro Paese. Almeno per il momento.

Nuova serie Moto Z

Vediamo da vicino il Moto Z. La scocca idrorepellente che protegge lo  smartphone più sottile mai prodotto da Motorola (lo spessore è di appena 5,2 mm) è in alluminio e acciaio inossidabile preso in prestito dall’industria aeronautica militare. Il display da ben 5,5 pollici è un QuadHD AMOLED . Anche il suo cuore pompa forte: il processore è un Qualcomm SnapdragonTM 820 che assieme ai 4 GB di memoria RAM garantisce un’ottima potenza di calcolo. La memoria interna da 32 (o 64 GB per il fratello maggiore) è nella media e può essere ampliata mediante microSD fino a 2TB. Curiosa la scelta di eliminare il comune jack audio e far passare il flusso sonoro in uscita attraverso la porta USB-C. Un ulteriore passo avanti verso l’abbandono dei collegamenti via cavo a favore di Bluetooth e altri standard simili.

Anche la fotocamera integrata non è niente male. I megapixel disponibili sono 13 (21 per la versione Force) che assieme alla stabilizzazione ottica dell’immagine garantiscono foto ben definite e particolarmente nitide anche in condizioni di luce difficili. In questo caso è l’autofocus laser a fare la differenza. E va ancora meglio per la versione Force che monta l’autofocus a rilevazione di fase (PDAF). La fotocamera frontale, che incorpora il flash, è da 5 megapixel ed è dotata di lenti grandangolari. Al Moto Z non manca il sistema di riconoscimento dell’impronta digitale grazie al quale si può sbloccare il telefono con un semplice passaggio di un dito.

Anche l’autonomia è buona. In standby il telefono può rimanere acceso fino a 30 ore (40 per il modello Force) e, grazie alla ricarica rapida, con appena 15 minuti di collegamento alla rete elettrica il dispositivo è in grado di accumulare energia sufficiente per rimanere acceso 8 ore.

Se le performance sono di tutto rispetto, è la modularità a rappresentare la vera svolta . Lenovo ha fornito i nuovi telefoni di 12 agganci magnetici sul lato posteriore della scocca: la dotazione permettere di utilizzare diverse cover capaci di variare le performance dello smartphone. La soluzione di Lenovo si chiama MotoMod e si articola a oggi in 4 prodotti che rispondo ad esigenze diverse: JBL SoundBoost trasforma il telefono in uno speaker portatile con ben 10 ore di autonomia in riproduzione.  InstaShare Projector si rivela più utile in ambito professionale, permettendo al cellulare di diventare un videoproiettore: in questo caso i minuti di autonomia sono 70 prima che entri in gioco l’energia della batteria del telefono.

Rimanendo in ambito di autonomia “energetica”, Incipio offGRID Power Pack permette di allungarla di 22 ore. Non poteva mancare una cover di taglio più modaiolo in grado di abbellire quello di fatto è già uno smartphone contraddistinto dall’eleganza. Il suo nome è  Style Shell .

Non è la prima volta che si parla di modularità negli smartphone: prima di Lenovo già LG era arrivata a proporre qualcosa di simile sul suo LG G5 . Essere arrivata seconda ha però permesso a Lenovo in questo caso di offrire qualcosa in più: non è banale ad esempio che le sue cover, a differenza del competitor, si possano cambiare “al volo” senza bisogno di spegnere e riaccendere il telefono.

Mirko Zago

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Pubblicato il 13 giu 2016
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