L'AI di Google guarda i pazienti negli occhi

L'AI di Google guarda i pazienti negli occhi

Un accordo tra il National Health Service britannico e DeepMind prevede l'accesso dell'algoritmo di autoapprendimento ad un database di oltre 1 milione di scansioni dell'occhio, con l'obiettivo di scovare indicatori di possibili malattie
Un accordo tra il National Health Service britannico e DeepMind prevede l'accesso dell'algoritmo di autoapprendimento ad un database di oltre 1 milione di scansioni dell'occhio, con l'obiettivo di scovare indicatori di possibili malattie

DeepMind, azienda britannica acquisita da Google nel 2014, ha annunciato un progetto in collaborazione con il National Health Service (NHS), ovvero il servizio sanitario inglese, che prevede l’uso dell’AI sviluppato dalla controllata di Mountain View allo scopo di prevenire possibili casi di cecità nei pazienti.

Scansione oculare

Nella pratica, la tecnologia di autoapprendimento di Google esaminerà oltre un milione di scansioni digitali dell’occhio di pazienti archiviate nel database del NHS, allo scopo di individuare degli indicatori alla base di una possibile perdita della vista, con la speranza, secondo quanto dichiarato, di offrire al maggior numero di persone la possibilità di ricevere un trattamento preventivo, dato che, secondo quando emerge dalla statistiche del NHS, nel Regno Unito la percentuale dei casi di cecità raddoppierà entro il 2050.

Il Moorfields Eye Hospital di Londra ha dichiarato che consegnerà a breve a DeepMind oltre un milione di scansioni degli occhi, diagnosi e dati relativi ai pazienti. La mole di dati passerà quindi al setacci dell’algoritmo di apprendimento automatico sviluppato dall’azienda con l’obiettivo di rilevare indizi di malattie ancora non scoperti, tra cui degenerazioni maculari indotte dal diabete.

C’è da dire che il progetto di Google arriva a due mesi dalla tempesta che si è abbattuta sul NHS, quando era emerso che il servizio sanitario nazionale aveva fornito a DeepMind l’accesso alla documentazione sanitaria di 1,6 milioni di pazienti.

Anche se i dati sono stati crittografati in maniera che i dipendenti non potessero leggerli e nonostante le rassicurazioni di Google sul fatto che non avrebbe usato i dati a fini commerciali, la decisione di fornire l’accesso a dati sensibili in assenza del consenso esplicito dei pazienti è stata aspramente contestata. A questo proposito, il Moorfields Eye Hospital ha dichiarato di aver rimosso dalle scansioni qualsiasi dato che possa ricondurle ai pazienti. DeepMind ha inoltre ribadito che la società terrà a mantenere “il più alto livello di controllo” sui dati in suo possesso.

L’accordo impone infatti che DeepMind non possa usare i dati senza il consenso dell’ospedale, nemmeno per la ricerca stessa, tantomeno venderli. Mustafa Suleyman, co-fondatore di DeepMind, ha aggiunto che “in nessun caso” i dati dei pazienti potranno essere connessi o associati con account, prodotti o servizi di Google. Il progetto è inoltre patrocinato da vari enti benefici, con l’obiettivo di rivoluzionare le modalità di esami della vista da parte di professionisti, in maniera tale da ottenere una diagnosi precoce e il trattamento preventivo delle comuni malattie dell’occhio.

Thomas Zaffino

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Pubblicato il
6 lug 2016
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