Oracle: Java EE non è (ancora) morto

Oracle: Java EE non è (ancora) morto

La corporation si rivolge a una community sempre più insofferente, parlando di novità in arrivo nei prossimi mesi. Un segnale positivo, dicono i più recalcitranti, anche se il futuro continua a essere incerto
La corporation si rivolge a una community sempre più insofferente, parlando di novità in arrivo nei prossimi mesi. Un segnale positivo, dicono i più recalcitranti, anche se il futuro continua a essere incerto

Oracle ha confermato – per vie traverse – che lo sviluppo della piattaforma Java non è finito, e che le novità in arrivo nel prossimo futuro saranno maggiormente allineate con le richieste di quella parte di community che ha già minacciato di inscenare un ammutinamento. Oltre che con le esigenze di business specifiche del colosso dei database, ovviamente.

Una proposta per le caratteristiche delle nuove specifiche Java Enterprise Edition (EE) – Java EE 8 – è in effetti già stata formulata, ha dichiarato Oracle, e includerà funzionalità per lo sviluppo di applicazioni adatte a girare sulle piattaforme cloud e i container virtualizzati. La corporation è al lavoro con i suoi partner della community per finalizzare la proposta prima della presentazione ufficiale il prossimo settembre.

Le parole di Oracle arrivano a spezzare un silenzio che si protraeva da mesi, con lo sviluppo della piattaforma Java EE essenzialmente fermo allo scorso autunno e i programmatori della corporation spostati ad altri progetti più in linea con il business aziendale. Un segnale positivo, quantomeno una reazione da una corporation che bisogna continuare a pungolare, dicono alcuni membri della community Java.

Il silenzio di Oracle aveva recentemente dato il La a nuove iniziative proprio nell’ambito della community , con la nascita di due gruppi (Java EE Guardians e MicroProfile.io) interessati a “estendere” le funzionalità della piattaforma senza per questo dare origine a vere e proprie opere derivate (fork).

L’interesse di Oracle per Java non è (ancora) esaurito, e la stessa cosa sembra valere per gli aspetti prettamente legali dell’oramai abusata questione sul copyright delle API di Android: dopo l’ ultima batosta in tribunale , il colosso dei database si è attivato per riaprire la questione e chiedere un nuovo processo .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
12 lug 2016
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