Spiati dalle telecamere

Spiati dalle telecamere

I sistemi di sorveglianza dei supermercati sono in grado di identificare non solo i ladri, ma anche i clienti abituali. Prende sempre più piede la tecnologia del riconoscimento facciale
I sistemi di sorveglianza dei supermercati sono in grado di identificare non solo i ladri, ma anche i clienti abituali. Prende sempre più piede la tecnologia del riconoscimento facciale

L’uso di telecamere di sorveglianza da parte delle autorità o a bordo di autobus e treni come protezione contro i criminali, nonché all’interno di esercizi commerciali per identificare eventuali taccheggiatori è oggi ampiamente diffuso. Numerosi centri commerciali, però, non si limitano a girare video di sorveglianza, ma provvedono ad analizzarli in tempo reale tramite un software in background che riconosce immediatamente chi entra in negozio, senza che la persona interessata se ne accorga.

Supermercati sotto osservazione
Questo cliente ha già frequentato il negozio? Era di cattivo umore o sorridente? È già stato colto in flagrante per un furto? Programmi speciali, come Face Six , FaceFirst
o NEC sono in grado di rispondere a queste domande. I produttori di queste applicazioni, però, non svelano quali rivenditori stiano già utilizzando il loro software. Secondo dichiarazioni rilasciate dai produttori, FaceFirst è già attivo in numerosi centri commerciali USA. Probabilmente anche Walmart è annoverato tra i clienti e questa catena di supermarket al dettaglio sta già, in ogni caso, sfruttando la tecnologia del riconoscimento facciale nei propri negozi americani. Anche alcune grandi catene italiane di ipermercati adottano questa tecnologia o prevedono di farlo a breve, almeno secondo alcuni sondaggi. Altre funzioni consentite dalla telecamera di sorveglianza, come il conteggio dei clienti , sono già utilizzate da circa un quarto dei rivenditori al dettaglio.

Non solo ladri nel mirino
Va da sé comunque, che l’impiego della tecnologia del riconoscimento facciale all’interno dei negozi, serve naturalmente anche per identificare ladri già noti. Il software provvede a controllare se i volti ripresi “live” dalla telecamera corrispondono a quelli archiviati in una banca dati fotografica. Quest’ultima potrà essere collegata a dossier d’indagini delle forze dell’ordine o a fotografie di persone che hanno già commesso furti nei negozi. Non appena una persona sospetta entra nel negozio, il responsabile della filiale riceverà immediatamente un SMS e potrà poi decidere se osservare soltanto cosa sta succedendo o buttare fuori il malfattore. Il software non identificherà solo i criminali, ma segnalerà agli addetti del negozio anche l’ingresso di un cliente abituale ma di cui non si conosce il nome, riconosciuto tramite scansione del viso durante precedenti visite. Mettendo a confronto l’immagine con i dati della carta di credito, i desideri del cliente potrebbero essere dedotti dall’espressione dei suoi occhi . Esperti informatici hanno dichiarato che “nel commercio al dettaglio, è stato possibile collegare abbastanza agevolmente i dati biometrici di una persona con un nome concreto e con altri dati sensibili”.


FaceFirst riconosce i volti delle persone e le identifica tramite un confronto con banche dati su Internet. I server sono in grado di eseguire fino a un milione di raffronti al secondo

Occorre il consenso
Shop online come Amazon non sono in grado di individuare il cliente sulla base del riconoscimento facciale: basta naturalmente intercettare un paio di clic del mouse per tenere sott’occhio tutti i dati rilevanti e i precedenti acquisti di ogni cliente. È comprensibile, dunque, che per competere con gli store online i centri commerciali puntino su questa tecnologia di profilazione e siano interessati a conoscere sempre più dati sui propri clienti e sui relativi desideri.
In Italia, per l’utilizzo del riconoscimento facciale automatico non esistono regole precise . Il proprietario di un locale pubblico, ad esempio un grande magazzino, può certamente tenere sotto controllo l’ambiente tramite videosorveglianza ed è obbligato ad esporre cartelli e segnali ben evidenti che informino la clientela. Poiché con il riconoscimento facciale vengono analizzati i dati relativi alla persona, il cliente dovrebbe, di conseguenza, fornire il suo esplicito consenso.
Al cliente viene tenuto nascosto se queste regole vengono rispettate e se un software intelligente analizza le immagini della telecamera. E non crediamo neppure che il Garante per la protezione dei dati personali possa gestire questo nuovo tipo di situazione, o se esista un apposito registro nel quale censire i rivenditori che utilizzano la tecnica del riconoscimento facciale. Sicuramente ci sarà qualche catena di negozi che, pur adottandola, non rispetta perfettamente la legge sulla tutela della privacy. L’uso di questi sistemi intelligenti, infatti, richiederebbe una verifica obbligatoria da parte del Garante.

Nuove preoccupanti realtà
Mentre il riconoscimento facciale automatico rimane sotto osservazione, l’azienda Face Six sta già esplorando una singolare nicchia di mercato. Attraverso la consociata Churchix , offre alle chiese questa tecnologia, che consente di riconoscere automaticamente i fedeli e quante volte assistono alla messa. Questa tecnica potrebbe essere presto adottata da banche, palestre di fitness, farmacie e pub. Non saranno quindi più necessari i servizi di geolocalizzazione dello smartphone, dato che informazioni dettagliate sugli spostamenti degli utenti, nonché altri dati, potranno essere rilevati ottimamente grazie al riconoscimento facciale automatico.

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Pubblicato il 13 set 2016
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