2007-2017, un decennio di iPhone

2007-2017, un decennio di iPhone

A 10 anni esatti dalla sua prima comparsa sul palco del MacWorld Expo, ripercorriamo la storia dello smartphone della Mela, in attesa di vedere cosa ci riserverà Apple per il decimo anniversario dell'iPhone
A 10 anni esatti dalla sua prima comparsa sul palco del MacWorld Expo, ripercorriamo la storia dello smartphone della Mela, in attesa di vedere cosa ci riserverà Apple per il decimo anniversario dell'iPhone

Sono passati esattamente dieci anni da quando Steve Jobs, nel consueto (in quegli anni) MacWord Expo di San Francisco, svelò al mondo quello che sarebbe diventato il prodotto Apple di maggior successo di sempre, un dispositivo capace di vendere 40-50 milioni di unità ad ogni trimestre (ma anche oltre i 70 milioni nel periodo natalizio) e di totalizzare, da solo, oltre il 60 per cento di fatturato della casa della Mela.

Tutto ebbe inizio, come ben spiegato nella biografia di Isaacson da un’essenziale intuizione di Jobs: Apple si stava godendo il successo dell’iPod, ma cosa sarebbe successo quando i telefoni che tutti avevano già in tasca avrebbero avuto capacità tali da riprodurre in modo altrettanto immediato la musica che fino ad allora tutti ascoltavano sul riproduttore musicale della Mela? Apple doveva trovare una soluzione se non voleva rischiare di rimanere a piedi, e visto il destino verso cui si sta muovendo oggi l’iPod, non possiamo negare che l’intuizione fu più che esatta.

In realtà il primo tentativo di far coincidere le due cose (cellulare e lettore musicale) risale al 2005 con il Motorola ROKR , un telefono per certi versi imbarazzante, con inutili limiti sul numero di brani sincronizzabili e con una software che non aveva nulla di quell’immediatezza tipica dell’iPod. I giudizi negativi (e relativo flop) di quel telefono, convinsero Jobs a studiare una soluzione in casa… Per molti mesi si susseguirono indiscrezioni, voci, e smentite, sul fatto che Apple stesse lavorando su un telefono, e di fatto stava lavorando su due prototipi: uno di stretta derivazione dall’iPod, e uno basato su un innovativo schermo multitouch. Non a caso, già agli inizi del 2005, Apple aveva acquistato una società, la FingerWorks, che aveva all’attivo alcuni brevetti sulla tecnologia multitouch per trackpad, ma anche per schermi: l’idea era quella di utilizzarla per un tablet.

Jobs era molto entusiasta di questa tecnologia, sapeva che sarebbe stato un rischio (c’era ancora molto lavoro da fare per implementarla in un telefono) ma sapeva anche che si trattava della scelta più promettente: il futuro sarebbe passato da lì… Si decise quindi di abbandonare il primo prototipo e puntare tutto sullo schermo multitouch, senza tastiera (avrebbe rubato spazio allo schermo) e senza troppi tasti. Jobs diede il suo piccolo contributo ogni giorno allo sviluppo del telefono e del suo sistema operativo, del suo design: utilizzò tutta la forza del suo campo di distorsione della realtà per contrattare con Corning (Gorilla glass) e per arrivare in tempo ad avere un prototipo funzionante… O quasi. Jobs si prese un bel rischio sul palco del MacWord Expo, perché l’iPhone era ancora ben lontano dall’essere un prodotto finito, ma il suo carisma gli permise di presentarlo come un prodotto innovativo, un iPod a schermo intero, un telefono, e un terminale internet tutto racchiuso in un unico prodotto. La magia dei gesti multitouch fece il resto: tutti ne furono entusiasmati, qualcuno addirittura non volle credere che quello tenuto in mano da Jobs fosse un prodotto reale, e qualcun altro snobbò il melafonino certo di poter continuare per la propria strada…

Ci volle ancora qualche mese, ma a giugno arrivò il primo iPhone , denominato 2G o EDGE, in quanto mancava della connettività UMTS (ma del resto era riservato quasi esclusivamente al mercato americano, dove l’UMTS non era ancora diffuso, e Jobs promise che la connettività 3G sarebbe arrivata sul modello successivo). Non era l’unica mancanza dell’iPhone, tant’è che io stesso lo definii come “un iPod con funzioni di telefonia”… Ma forse era proprio questo ciò che voleva Jobs, almeno inizialmente.

Display multitouch da 3,5 pollici, risoluzione di 320×480 pixel, due differenti capacità di archiviazione: 4 GB a 499 dollari e 8 GB a 599 dollari (prezzo al quale andava aggiunto il contratto con l’operatore, quasi un obbligo in USA). iPhone aveva una camera molto limitata (2 Megapixel, senza flash, e nessuna possibilità di registrare video) non poteva inviare MMS (mancanza a mio avviso trascurabile, anche se in molti puntarono il dito verso questa lacuna) e anche la gestione degli SMS era scadente… Ma non erano questi i limiti più grandi: iPhone, anche il primo modello, era un computer vero e proprio, con un sistema operativo derivato da MacOS X, e potenzialmente in grado di far girare applicazioni di ogni tipo… Ma Apple l’aveva blindato: nessun software di terze parti. Non ci volle molto perché spuntassero le istruzioni per effettuare il cosiddetto jailbreak e installare le prime app non ufficiali (per esempio pianoforti virtuali che sfruttavano le possibilità del multitouch) o per utilizzare il telefono al di fuori degli USA.

Nonostante tutti questi limiti, e nonostante il prezzo elevato, in poco più di due mesi Apple riuscì a vendere un milione di iPhone, grazie alle modalità di interazione innovative e ad un design sicuramente azzeccato: case in alluminio spazzolato e una sottile cornice di metallo attorno allo schermo che la fa da padrone (anche se oggi siamo abituati a ben altre dimensioni e definizioni).

A settembre 2007 venne presentato l’iPod Touch (il mio primo dispositivo iOS) e a novembre iPhone sbarcò anche in Europa (ma solo in Francia, Germania, e Regno Unito); a fine anno, gli iPhone venduti erano già 4 milioni, e nella primavera del 2008 il melafonino arrivò anche in Austria ed Irlanda, ma ormai ci si stava già preparando al modello successivo.

L’ iPhone 3G fu infatti presentato sul palco del MacWorld Expo di gennaio 2008, sebbene per la disponibilità si sarebbe dovuto attendere l’11 luglio di quell’anno (ma in quella data fu possibile acquistarlo un po’ ovunque, Italia compresa). L’iPhone 3G manteneva la stessa camera del modello precedente (con tutti i suoi limiti) ma introduceva diverse altre novità: la più evidente, anche dal nome, era il supporto alla rete 3G, ma internamente c’era anche un processore più veloce e un GPS migliore. Da un punto di vista più materiale, a parte il taglio di memoria che passava a 8 GB e 16 GB, l’iPhone 3G rinunciava alla scocca in alluminio per lasciare spazio a quella in policarbonato, disponibile anche in bianco.

La notizia più importante arrivò però qualche settimana più tardi, quando venne rilasciato l’ SDK che avrebbe consentito di sviluppare in via ufficiale applicazioni di terze parti vendute poi attraverso l’iTunes App Store, ufficializzando così l’ annuncio fatto nel precedente mese di ottobre (quando diventò evidente che non si poteva negare questa possibilità all’iPhone). Si instaurava una stretta collaborazione tra Apple e gli sviluppatori: la prima metteva a disposizione dei secondi tutti gli strumenti per affrontare un nuovo mercato (tool di sviluppo, marketplace virtuale ad elevata visibilità, e un parco utenti in forte espansione), i secondi dovevano metterci la fantasia, e gli introiti venivano divisi 70-30, ovvero Apple avrebbe trattenuto per sé il 30 per cento del prezzo di vendita. Dopo la rivoluzione multitouch, Apple aveva creato un nuovo mercato: nel primo weekend di disponibilità vennero scaricate 10 milioni di app , quota che agli inizi di settembre raggiunse i 100 milioni. Dal canto suo anche l’iPhone 3G vendette bene: complice anche l’ampia disponibilità, raggiunse la quota di un milione di unità nel solo weekend del lancio.

L’anno successivo Apple iniziò a delineare la sua strategia di aggiornamenti con l’ iPhone 3GS . Esteticamente identico al modello precedente (come tutti i modelli caratterizzati dalla lettera ” S “) il 3GS portava con sé la connettività HSDPA, un processore più veloce, una fotocamera migliore (che finalmente registra anche video), il pieno supporto alla navigazione assistita tramite GPS, e un primo accenno di controllo vocale. La terza versione di firmware rilasciata contestualmente a questo iPhone include inoltre la possibilità di fare ricerche sul proprio telefono, nonché i fantomatici taglia, copia & incolla ; iOS3 (nello specifico, la release 3.1.3) è anche l’ultima versione di iOS installabile sull’iPhone originale.

Arriviamo così al 2010, l’anno di presentazione dell’ iPhone 4 , un telefono che per molti versi può essere considerato un punto di svolta per iPhone. La storia dell’iPhone 4 (tra parentesi, il mio primo iPhone) inizia ancor prima del lancio per via del rocambolesco smarrimento in un bar che ne svela le nuove forme con largo anticipo… E si tratta di forme molto convincenti, squadrate, con fondo in vetro che richiama il display frontale: a detta di molti, uno dei design meglio riusciti del melafonino. Ma le novità non si fermano qui, perché iPhone 4 inaugura l’era dei display Retina, con una risoluzione pari a 960×640 pixel (esattamente il quadruplo rispetto ai modelli precedenti) che sullo schermo da 3,5 pollici corrispondo ad una densità pari a 326 ppi, praticamente indistinguibili alla consueta distanza di osservazione. Anche internamente non mancano le novità: Apple sperimenta la progettazione di SoC introducendo un processore proprietario, l’ Apple A4 , e migliora di molto anche il comparto fotografico, inserendo un flash a LED sulla camera posteriore (da 5 Megapixel) e introducendo per la prima volta anche una fotocamera frontale, che verrà poi utilizzata anche con FaceTime. L’iPhone 4 è accompagnato da iOS4, che proprio in occasione di questa release prende il nome iOS (ufficialmente, le versioni precedenti si chiamavano iPhone OS ) e oltre a FaceTime aggiunge la possibilità di organizzare le app in cartelle, nonché la possibilità (per gli sviluppatori) di gestire multitasking delle stesse app.

Il nuovo design e le nuove caratteristiche di iPhone 4 piacciono molto: in soli tre giorni (e in soli 5 paesi) totalizza 1,7 milioni di esemplari registrando il tutto esaurito, anche perché il preannunciato modello bianco presenta dei problemi qualitativi in produzione che ne ritardano la messa in commercio. I primi modelli sembrano però mettere in luce un ulteriore problema dell’iPhone 4, il cosiddetto antennagate . Ovvero la tendenza a perdere campo (fino a far cadere la linea) se tenuto in mano in un modo particolare. Il problema risiede nel design dell’antenna, che di fatto è costituita dalla cornice di acciaio che tiene insieme il due pannelli in vetro dell’iPhone. Apple mette in piedi una forte campagna per dimostrare di aver testato iPhone 4 nel migliore dei modi, e che in realtà si tratta di un problema comune a molti dispositivi. Ma ormai il danno è fatto, anche se personalmente ho utilizzato il telefono in questione fino a pochi mesi fa, senza grossi problemi in tal senso.

In ogni caso, nonostante tutto, l’iPhone 4 vende molto bene, e a fine 2010 Apple raggiunge la cifra totale di 90 milioni di iPhone, mentre parallelamente vengono raggiunti anche i 10 miliardi di app scaricate dall’App Store.

La questione antennagate viene chiusa definitivamente con l’ iPhone 4S del 2011, modificando la struttura esterna della cornice di metallo, ma mantenendo la stessa linea del modello precedente. Con l’iPhone 4S Apple sposta temporalmente la data di presentazione dell’iPhone dalla consueta WWDC di giugno, ad un evento autunnale dedicato al mondo iOS, ma la presentazione di questo telefono sarà ricordata per un altro motivo: il 4 ottobre del 2011 sul palco non c’è Steve Jobs (che morirà, fatalmente, il giorno successivo) ma Tim Cook . L’iPhone 4S monta un processore Apple A5 dual core, offre una camera da 8 Megapixel in grado di filmare anche video in FullHD, e porta due grosse novità in iOS 5: Siri (anche se inizialmente è disponibile solo in inglese, francese e tedesco, e dovremo attendere iOS 6 per averlo in italiano) e iCloud . L’iPhone 4S prosegue il trend dei record, totalizzando un milione di preordini delle prima 24 ore, e 4 milioni di unità vendute nel primo fine settimana nonostante la disponibilità in solo 7 paesi (USA, Australia, Canada, Francia, Germania, Giappone e Regno Unito).

Siamo a circa metà della storia di iPhone, e se per i primi cinque modelli si è sempre mantenuta la stessa dimensione dello schermo (pur aumentandone la risoluzione) con l’arrivo dell’ iPhone 5 vengono cambiate le carte in tavola, almeno in piccola parte. Mentre la concorrenza di Android si fa sempre più agguerrita, presentando modelli a basso costo con schermi di dimensione maggiorata, Apple continua, sotto molti aspetti giustamente, a sostenere la migliore ergonomicità di uno schermo di dimensioni ridotte, ma cede alle nuove tendenze del mercato realizzando un telefono con uno schermo leggermente più grande: dai 3,5 pollici in formato 2:3 dei modelli precedenti, si passa ai 4 pollici in formato 9:16 dell’iPhone 5. Stessa larghezza, per assicurare una buona ergonomicità (ogni angolo rimane comunque raggiungibile col pollice, utilizzando una sola mano) ma schermo allungato, mantenendo la stessa densità di pixel (326 ppi assicurati da una una risoluzione pari a 1136×640) e la stessa dimensione delle icone. L’altra novità introdotta con iPhone 5, che rompe le regole col passato, è l’abbandono del connettore dock 30 pin, a favore del nuovo connettore lightning , che oltre ad essere più piccolo e più veloce, può essere inserito indifferentemente in entrambi i versi. Grazie a questa scelta, e al nuovo guscio completamente in alluminio, il nuovo iPhone è sensibilmente più sottile e leggero dell’iPhone 4/4S, pur mantenendo la stessa linea squadrata che aveva riscosso i favori degli utenti; inoltre il nuovo processore Apple A6 assicura prestazione doppie rispetto al predecessore, e arriva il supporto alla tecnologia 4G, per assicurare la massima velocità di connessione sulla rete dati telefonica. Tutto questo basta per assicurare ad Apple l’ennesimo record di vendite, che stavolta arrivano a 5 milioni nel consueto weekend del lancio; a fine anno iPhone 5 arriverà anche in Cina , anche se per gli accordi con il maggiore operatore telefonico cinese (che darà maggior impulso alle vendite) bisognerà attendere l’inizio del 2014 .

Nonostante il successo, iPhone 5 fu criticato da molti utenti proprio per queste sue deviazioni rispetto al progetto originale, e iniziarono gli inutili paragoni del ” se ci fosse stato Steve Jobs “, nonostante sia assolutamente plausibile (visti i tempi di sviluppo) che lo stesso Jobs abbia a suo modo partecipato a definire le linee guida di questo telefono. L’iPhone 5 fu un ottimo prodotto , tant’è che la sua linea diventerà quella più sfruttata da Apple, anche nel recente iPhone SE ; la cosa più sgradevole, o fastidiosa, poteva essere il cambio di connettore, ma dopo 10 anni di vita (il connettore dock a 30 pin è nato sul primo iPod) si può anche accettare che ci sia un passo evolutivo verso un connettore che consente di ottenere prodotti più sottili e connessioni più veloci.

Vale anche la pena sottolineare che, con l’iPhone 5, Apple rilasciò anche la sesta versione di iOS , versione con la quale la casa della Mela introdusse Passbook (ora rinominato Wallet ) ed eliminò le applicazioni di Google che fino ad allora erano installate di default: YouTube e Mappe. Apple aveva deciso di creare una propria versione di Mappe (con tanto di fedeli ricostruzioni tridimensionali di alcune città) scelta che le avrebbe consentito di realizzare in proprio anche un navigatore stradale, ma gli esordi dell’App non furono dei più felici: troppe mancanze e troppi ritardi nell’aggiornamento delle informazioni finirono per suscitare diverse polemiche, e forse anche questo contribuì alla cacciata di Scott Forstall , che fino al allora aveva seguito lo sviluppo di iOS.

In definitiva il 2012 segnò un punto di svolta a 360 gradi nella storia del melafonino, e nel 2013, come da classica tabella di marcia, ecco spuntare l’ iPhone 5S , altro telefono in grado di rivoluzionare tutto un’altra volta. Nonostante sia esteticamente identico al suo predecessore (a parte la nuova variante in colore oro), l’iPhone 5S presenta una serie di novità tecniche non indifferenti, dal Touch ID al processore Apple A7 a 64 bit (prima assoluta per uno smartphone), passando per il coprocessore di movimento M7 (anch’esso inedito) e alcune novità della camera, come la ripresa in slow motion (a 120 fps) e il flash bicolore. A chiudere il quadro della novità, il nuovo iOS 7 dalla grafica minimale (completamente rivista da Ive rispetto alle versioni precedenti) che porta con sé anche il centro di controllo e una nuova concezione del multitasking. A confermare la voglia di rinnovamento, Apple decide di mettere in commercio un’ulteriore nuova serie di telefoni oltre all’iPhone 5S, l’ iPhone 5C : con una strategia completamente inusuale rispetto al passato, anziché tenere in vendita la versione precedente a prezzo ribassato, Apple introduce un nuovo modello con guscio colorato (erano disponibili diversi colori vivaci) in policarbonato. Non è mai stata molto chiara questa scelta, perché se è vero che un telefono in policarbonato può avere costi di produzione inferiori rispetto ad un modello con scocca in alluminio, è anche vero che Apple ha dovuto studiare e approntare delle nuove linee di produzione per un telefono che ha avuto una vita breve (due anni invece dei soliti tre).

Tutto il resto è storia più recente: nel 2014 l’iPhone è cresciuto ulteriormente, scatenando nuovamente le consuete e inutili diatribe su cosa avrebbe fatto Steve Jobs. L’ iPhone 6 arriva per la prima volta in due diverse taglie, quella normale (comunque più grande dei modelli precedenti, visto che parliamo di 4.7 pollici anziché i 4 pollici della serie 5/5S/5C) e quella plus , che si spinge fino ad un formato di 5.5 pollici, classico dei cosiddetti phablet . I nuovi iPhone , al di là del consueto incremento prestazionale, raggiungono la capacità di 128 GB e il modello plus gestisce iOS anche con orientamento orizzontale; la densità dei pixel rimane fissa sui consueti 326 ppi sul modello normale , mentre sul modello plus si spinge fino ai 401 ppi, in modo tale da ottenere una risoluzione full HD (1920×1080). Un’altra caratteristica riservata al modello maggiorato è lo stabilizzatore ottico della fotocamera che ora, grazie a iOS8, oltre a registrare video in slow-motion (120 o 240 fps) consente anche di registrare in modalità Time Lapse . Non si tratta comunque delle uniche novità di iOS8, visto che in occasione di questo aggiornamento Apple ha introdotto iCloud Drive, Metal , Apple Pay (ad oggi non ancora disponibile in Italia), Continuity, e Salute (anche in previsione dell’arrivo di Apple Watch, ormai annunciato).

Nonostante le critiche, per il nuovo formato maggiorato conquista gli utenti, tanto che iPhone 6 stabilisce un nuovo record di vendite con 10 milioni di unità nel primo fine settimana, e si prepara a conquistare anche il mercato cinese nel 2015, con un successo talmente grande da offuscare poi le vendite del 2016… Ma procediamo con ordine.

Il 2015 è l’anno dell’ iPhone 6S : stesso case in alluminio con i bordi arrotondati e stessa scelta sui formati e sulle capacità. Le novità del 2015 riguardano l’introduzione del 3D-Touch (che aggiunge nuove possibilità di interazione con lo schermo) e un sostanziale incremento della qualità della fotocamera, che permette di realizzare video in 4K; iOS 9 porta invece i maggiori miglioramenti nella gestione dell’iPad, con la possibilità di visualizzare due applicazioni contemporaneamente sullo schermo, anche se ci sono molti altri miglioramenti legati a Siri, alle News, e a molti altri dettagli.

Giungiamo infine al modello attuale, l’iPhone 7 recensito pochi mesi fa. Le novità dell’ultimo melafonino dovrebbero essere ben note a tutti visto che, per non perdere l’abitudine, hanno fatto discutere non poco sia gli utenti iOS che i loro detrattori: Apple ha deciso di rimuovere il jack delle cuffie, scelta dettata da diverse ragioni che vanno dalla semplificazione del telefono, alla riduzione delle possibili vie di entrata per l’acqua, visto che iPhone 7 è il primo iPhone ad essere impermeabile. Le cuffie incluse nella confezione si collegano direttamente al connettore Lightning, mentre chi volesse la massima libertà può affidarsi alla nuove Airpods senza fili, che avremo in prova a breve. A parte quanto già detto sopra, e a parte le nuove varianti cromatiche (in particolare il tanto apprezzato JetBlack ), iPhone 7 si distingue per altre due novità: la prima è il pulsante home che non è più meccanico ma è un pulsante sensibile alla pressione, la seconda è la presenza di una doppia fotocamera sul modello plus con due diverse focali, utilizzate sia per avere uno zoom ottico, sia per scattare fotografie in cui solo il soggetto principale rimane a fuoco, mentre lo sfondo rimane sfocato (il cosiddetto effetto Bokeh ). Dal punto di vista più tecnico, il processore Apple A10 Fusion introduce poi una nuova concezione di quad-core, con core di diverse prestazioni e consumi. Anche iOS 10 ha portato molte novità nel mondo iPhone, sia a livello di sistema che nelle app incluse, con uno sfruttamento ancora maggiore del 3D Touch.

Non dobbiamo scordare che tra l’iPhone 6S e l’iPhone 7, Apple ha trovato il tempo di realizzare anche un iPhone SE , ovvero un telefono con lo stesso potenziale dell’iPhone 6S, racchiuso però nel case di un iPhone 5, scelta obbligata per accontentare tutti gli utenti che non gradiscono le dimensioni eccessive introdotte a partire dall’iPhone 6.

Come si può vedere da questo breve racconto dei 10 anni di storia dell’iPhone, Apple è sempre riuscita ad introdurre di anno in anno delle novità molto interessanti, sia per il comparto hardware che per il comparto hardware software, ed è anche questo percorso di continuo miglioramento che ha decretato il successo continuo di questo prodotto. Guardare oggi al primo telefono annunciato nel 2007 fa quasi sorridere, ma nello stesso tempo ci fa apprezzare tutti gli sforzi fatti per giungere ai prodotti che utilizziamo oggi: che siate simpatizzanti Apple o meno, è innegabile che la casa della Mela ha fatto sovente da apripista per molte tecnologie utilizzate poi in tutto il settore degli smartphone.

Cosa dobbiamo aspettarci quest’anno in occasione del decimo anniversario della sua nascita? Quello che è cambiato, con iPhone 7, nella strategia di Apple, è che il case è rimasto identico per tre anni di fila, preludio a qualche cambiamento più radicale in occasione del melafonino di questo 2017… Dopotutto non sarebbe stato bello proporre un normale aggiornamento di ” serie S ” come simbolo di dieci anni di vita dell’iPhone. Le indiscrezioni sono molte, ma è davvero troppo presto per azzardare qualcosa: meglio godersi i vari prodotti seguendo i giusti tempi del rilascio.

Domenico Galimberti
blog puce72

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Pubblicato il 9 gen 2017
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