Nokia, alba cinese

Nokia, alba cinese

L'ex-colosso della telefonia torna a sfornare smartphone partendo dal più grande mercato del mondo. Riuscirà a tornare ai fasti del passato?
L'ex-colosso della telefonia torna a sfornare smartphone partendo dal più grande mercato del mondo. Riuscirà a tornare ai fasti del passato?

HMD, il marchio che si è aggiudicato la possibilità di usare il marchio Nokia, ha anticipato il nuovo corso dei suoi smartphone: esordirà con il dispositivo Nokia 6, ma per il momento solo in Cina e solo su JD.com.

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Già nel 2014 la finlandese – al tempo in uscita dalla sua parentesi di proprietà di Microsoft – aveva scelto la Cina come Paese da cui partire per tornare sul mercato dell’elettronica di consumo: allora era stato il turno del suo tablet Nokia N1, ora punta invece su uno smartphone definito “il prodotto del design di punta di Nokia, pensato con in mente le necessità degli utenti e combinando qualità e durabilità delle componenti”.

Stavolta, inoltre, l’esordio sembra carico di maggiori significati: Microsoft, che detiene ancora i diritti sul marchio Nokia, ha recentemente accordato a favore di HMD Global Oy, azienda finlandese nata circa 6 mesi fa per assecondare la volontà di riportare in vita i dispositivi mobile marchiati Nokia, diritti di sfruttamento del marchio per una durata di 10 anni. Nokia riceverà delle royalty da parte di HMD per ogni telefono e tablet venduto, ma non avrà quote societarie di HMD.

Il nuovo dispositivo, pertanto, rappresenta il primo passo del percorso intrapreso con entusiasmo da HMD (che si definisce “the home of Nokia phones”) e che è destinato a separare sempre di più il marchio NOKIA dalla (fallimentare) parentesi Microsoft: già su Nokia 6 girerà Android Nougat, e su questa direttiva dovrebbero fare il loro esordio altri dispositivi nella prima metà del 2017.

Come spiega HMD, ci vogliono 55 minuti d una macchina per modellare un Nokia 6 da un singolo blocco di alluminio serie 6000, cui bisogna aggiungere un processo di oltre 10 ore per aggiungerci due separati processi di anodizzazione e cinque diverse lucidature. In questo scrigno dalle misure di 154×75,8×7,85 millimetri, HMD ha installato uno schermo 2.5D Gorilla Glass da 5,5 pollici fullHD, un processore 430 Qualcomm Snapdragon (un po’ poco, forse, nonostante i 4GB di RAM e 64GB di storage) e componenti più interessanti per quanto riguarda la fotocamera (posteriore da 16MP con autofocus a contrasto di fase).

La Cina è una scelta evidentemente di natura commerciale, ma anche strategica, ovvero l’ideale banco di prova del “desiderio di incontrare i bisogni del mondo reale dei consumatori nei differenti mercati del mondo” bilanciandolo con un prezzo che rispecchi le grandi aspirazioni dei consumatori cinesi (si parla di un corrispettivo di 250 dollari): grazie a 552 milioni di utenti di smartphone nel 2016, la Cina rappresenta un mercato nel quale poter trovare il giusto sbocco ad un dispositivo che non punta più alla fascia medio bassa, ma piuttosto su un design e, in generale, delle componenti dell’arrembante fascia media per tornare ai fasti del passato.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
9 gen 2017
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