Antitrust, indagine sui radio-taxi

Antitrust, indagine sui radio-taxi

L'Authority valuterà il comportamento di alcune società che operano a Roma e Milano. L'istruttoria è partita dopo la segnalazione dell'app MyTaxi
L'Authority valuterà il comportamento di alcune società che operano a Roma e Milano. L'istruttoria è partita dopo la segnalazione dell'app MyTaxi

L’Antitrust ha avviato due procedimenti istruttori nei confronti delle principali società che gestiscono il servizio radio-taxi a Roma e Milano, per possibile violazione del divieto di intese restrittive della concorrenza. Nella stessa giornata , i funzionari dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno eseguito una serie di ispezioni nelle sedi delle società interessate, ritenute in possesso di elementi utili ai fini dell’accertamento, oltre che nella sede di Unione dei Radiotaxi d’Italia – URI, associazione nazionale dei gestori di radiotaxi.

Le istruttorie sono partite in seguito a una segnalazione effettuata lo scorso novembre dalla società Mytaxi Italia, che fornisce ai tassisti un servizio di raccolta e smistamento della domanda tramite una app per smartphone e tablet. Le società messe sotto inchiesta sono: Radiotaxi 3570, Cooperativa Pronto Taxi 6645, Samarcanda a Roma; Taxiblu, Yellow Tax Multiservice, Autoradiotassi a Milano.

Entrambi i procedimenti riguardano le clausole di esclusiva che regolano i rapporti tra le società di gestione del servizio di radio-taxi e i tassisti aderenti. Clausole che, se applicate a una percentuale maggioritaria dei tassisti in un dato ambito territoriale (come accade a Roma e Milano), potrebbero ostacolare, se non impedire del tutto, l’utilizzo da parte dei tassisti di differenti intermediari di servizi di raccolta e smistamento della domanda del servizio. In pratica, tali clausole costituirebbero un ostacolo all’ingresso nel mercato di nuovi operatori che offrono servizi innovativi di questo tipo, in violazione dell’articolo 101 del TFUE o dell’articolo 2 della legge n. 287/90.

Mytaxi è la filiale italiana di un gruppo fondato nel giugno 2009 e che dal 2014, dopo la fusione con Moovel GmbH, appartiene al gruppo automobilistico tedesco Daimler AG. Opera in Italia, a Roma e a Milano, dal 2015, non prevede una tassa di adesione al servizio, né di uscita, e neanche un numero obbligatorio di corse. Mytaxi opera senza intermediazione: mette direttamente in contatto i tassisti con gli utenti che hanno scaricato l’apposita app e intendono prenotare una corsa. Il sistema utilizza i dati di geolocalizzazione per collegare l’utente al taxi più vicino; a questo punto, l’utente riceve sul proprio terminale mobile le informazioni relative al tipo di auto, al nominativo del conducente (con tanto di foto) e può seguire il percorso di arrivo del taxi su una mappa interattiva. Non esistono clausole di esclusiva, per cui i tassisti convenzionati con Mytaxi possono utilizzare in contemporanea qualunque altro sistema di raccolta e smistamento della domanda (compreso quindi il tradizionale radio-taxi). I tassisti che aderiscono versano a Mytaxi una commissione in percentuale sul prezzo di ogni corsa portata a termine. Tra i servizi aggiuntivi offerti alla clientela vi è anche un sistema di rating del viaggio, che consente al passeggero di effettuare una valutazione sul servizio di cui ha usufruito.

L’Antitrust si è messa in moto, ma ci vorrà del tempo per arrivare a una conclusione. Entro sessanta giorni dalla notifica del provvedimento i legali rappresentanti delle parti potranno esercitare il diritto a essere sentiti; il procedimento dovrà concludersi entro il 31 marzo 2018.

Pierluigi Sandonnini

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Pubblicato il
25 gen 2017
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