Prigionieri della Bolla

Prigionieri della Bolla

di M. Calamari - Pubblicità personalizzata, informazione personalizzata, realtà personalizzata: la manipolazione individuale è già qui, mediata dalla tecnologia che ci affianca
di M. Calamari - Pubblicità personalizzata, informazione personalizzata, realtà personalizzata: la manipolazione individuale è già qui, mediata dalla tecnologia che ci affianca

Il senno di poi aiuta anche le profetesse, che d’altronde, per le previsioni tecnologiche, non sono il massimo. Ci potevamo arrivare tutti dopo che l’avvento pervasivo delle comunità sociali ha reso evidente la dipendenza delle masse dalla Rete, e dopo che il Datagate ed il meta-Datagate ci hanno rivelato la sofisticatezza e la potenza degli strumenti esistenti di tecnocontrollo e profilazione.
Il problema è semplice, lo si può riassumere in una frase: esistono le possibilità, le tecnologie, le condizioni sociali e quelle politiche perché si inizi la produzione di massa di “bolle” informative individuali e personalizzate con cui influenzare e condizionare le persone vulnerabili, quelle che vivono la Rete e l’IoT come se fossero la realtà vera , e da cui attingere informazioni e conoscenza.

Questo potere non è nemmeno paragonabile al semplice condizionare una importante elezione a forza di raffiche di tweet ben mirati e personalizzati: un evento del genere è semmai un prodromo, un lontano bagliore dell’imminente tempesta, il fatto a cui magari i libri di storia del futuro assegneranno il ruolo dell’ Inizio .
Ricordate la tempesta all’orizzonte nel finale di “Terminator II – il Giorno del Giudizio”?

E, come al solito, in “1984” c’è già tutto.
Noi normali paranoici, poveri lettori di questo testo fondamentale, non abbiamo fatto i necessari collegamenti tra le profezie contenute e le possibilità delle nuove tecnologie quando cadono nascono nelle mani dei “Buoni” sbagliati (ma esistono poi i “Buoni” giusti per un potere assoluto?).

Il Datagate ha infatti dimostrato che, per quanto riguarda le profezie di un tecnocontrollo pervasivo, eravamo ben oltre le peggiori previsioni di Cassandra e le più sfrenate fantasie del Grande Fratello.
Ma Orwell, più che sul tecnocontrollo realizzato con microfoni e telecamere in stile Stasi, ha permeato la sua distopia con il controllo comportamentale e mentale, ottenuto tramite la riscrittura della Storia e l’imposizione della Neolingua. Sono due mezzi di manipolazione mentale, utilizzati ambedue per estirpare la percezione stessa del controllo sociale, insieme alla capacità di agire secondo un pensiero personale, anche solo non perfettamente allineato a quello “ufficiale”.

Ed è questo che oggi è possibile fare, ed in piccola parte già viene fatto: esercitare un controllo personalizzato sui singoli individui, profilandoli e poi manipolando in maniera personalizzata le informazioni che li raggiungono al fine di controllarne il comportamento riguardo un aspetto specifico.

È cominciato con i commenti fake su Tripadvisor, con i tweet comprati, con i programmi per la generazione, il controllo, la manutenzione e l’utilizzo di migliaia di fake account social. Non si tratta più di pubblicità ingannevole o di balle politiche scritte sui giornali per influenzare un’elezione. Quelle son cose che succedono da sempre.

Infinitamente più pericoloso e distopico è un mondo in cui ogni individuo è imprigionato in una bolla informativa personalizzata, che lo induce a credere in una realtà manipolata, a pensare pensieri non suoi per volontà del pubblicitario o del governante di turno (probabilmente di ambedue). Una realtà che sarà, oltre che manipolata per fini precisi, anche più soddisfacente della realtà “reale”, come spiegava Baudrillard.
E tutto senza bisogno di Neolingua o Bispensiero, ma semplicemente utilizzando profilazione e manipolazione delle ricerche e delle fonti, particolarmente quelle “push”, per manipolare direttamente la percezione della realtà.

La prossima volta che senza verificarla rilanciate una notizia sul vostro social preferito, che operate scelte basandovi sul “mi sento fortunato” o semplicemente vi documentate direttamente solo usando la Rete pur confrontando tra di loro fonti diverse, pensate che siete vittime belle e pronte in attesa che arrivi la vostra Bolla personalizzata.
E pensate che rischiate di vivere in una società dove questo sarà considerato “normale”, come ieri la pubblicità ed oggi la profilazione.

Già li sento i discorsi di quelli che dicevano: “Tecnocontrollo? chi se se ne frega, tanto io non ho niente da nascondere” e “Profilazione? chi se ne frega, tanto io sono furbo, uso cinque account diversi”… Diranno certamente: “Bolla informativa, percezione della realtà manipolata? Ma non sono mica scemo, io le cose le controllo, a me non può succedere.”

Che dire? Che (parafrasando la maledizione cinese) vivremo in tempi interessanti.

Marco Calamari @calamarim

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Pubblicato il
20 mar 2017
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