Antitrust Android, accordo russo

Antitrust Android, accordo russo

Google rinuncerà all'esclusiva sulle preinstallazioni e incoraggerà gli utenti a scegliere il proprio motore di ricerca: l'accordo stipulato da Mountain View con le autorità russe avrà valore solo sul mercato locale
Google rinuncerà all'esclusiva sulle preinstallazioni e incoraggerà gli utenti a scegliere il proprio motore di ricerca: l'accordo stipulato da Mountain View con le autorità russe avrà valore solo sul mercato locale

Google si impegnerà a garantire agli sviluppatori terzi di applicazioni uno spazio su Android, allentando i vincoli di esclusività imposti ai produttori di dispositivi a aprendo in Russia uno spazio per il mercato delle preinstallazioni: è questo l’esito del contenzioso che si trascina da anni con le autorità antitrust russe.

Il caso era stato sollevato dalle segnalazioni di Yandex, motore di ricerca che in Russia detiene la fetta più consistente del mercato del search e che compete con Google sul fronte di diversi servizi. Yandex contestava a Google come il Mobile Application Distribution Agreement (MADA), il contratto che Mountain View impone ai produttori di dispositivi che adottino Android, vincolasse gli OEM all’installazione di servizi di Google come il search e Play Store, parte del pacchetto Google Mobile Services (GMS), con l’obbligo di collocazione delle icone in posizioni privilegiate sullo schermo: il Servizio Federale Antimonopolio (FAS), a seguito delle proprie indagini, aveva riconosciuto che Mountain View, forte della propria posizione, avesse ostacolato la competizione sul mercato . Aveva concesso a Google un ultimatum per la modifica delle proprie condizioni, ma la Grande G aveva scelto di non adeguarsi, depositando una richiesta di appello, respinta . La multa del FAS si era abbattuta su Google ad agosto del 2016: la sanzione di 468 milioni di rubli, circa 6,5 milioni di euro, si accompagnava alle richieste di accantonare i comportamenti frutto dell’abuso di posizione dominante.

Proprio riguardo a queste richieste Google ha continuato a negoziare con il FAS, raggiungendo ora un accordo che, nelle parole dell’antitrust russo, “contribuirà ad eliminare le violazioni della legge contro i monopoli e assicurerà la competizione sui mercati delle applicazioni mobile, in particolare quello del search”. Sulla base dell’accordo, in Russia Google rinuncerà all’esclusiva dell’installazione delle proprie applicazioni sui dispositivi Android e non potrà impedire la preinstallazione di app di terze parti , anche in posizione rilevante sullo schermo o come strumento di ricerca di default.

Oltre a rispettare questi impegni, per garantire la libertà di scelta nell’ambito del search, Google metterà a disposizione degli utenti russi di dispositivi Android una finestra che nel contesto del browser Chrome consentirà di impostare il motore di ricerca di default . Nei prossimi mesi, poi, i nuovi dispositivi in commercio che continueranno a montare il pacchetto Google Mobile Services, verranno equipaggiati con un widget che al primo avvio consentirà agli utenti di selezionare il motore di ricerca desiderato fra quelli sviluppati dagli attori che ne faranno richiesta. In ogni caso, gli utenti avranno la possibilità di modificare le impostazioni in qualsiasi momento.

Google, che non aveva in alcun modo contestato la sanzione irrogata, ma si era voluta premurare di stipulare un accordo risolutivo in cui avesse voce in capitolo, si è dichiarata soddisfatta dell’esito delle negoziazioni. Yandex, alla luce dell’accento posto dall’accordo sul search e probabilmente alla luce delle nuove partnership commerciali stipulate con Google, accoglie l’esito del procedimento con entusiasmo, ringraziando Google per “aver riconosciuto il valore della openness” di un mercato che ha contribuito a creare e a far evolvere, a tutto vantaggio della stessa Yandex.

L’accordo stipulato con il FAS avrà valore per 6 anni e 9 mesi sul solo territorio russo. L’ Unione Europea , che si sta confrontando con Google sulla base di accuse simili , per il momento, resta a guardare.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
19 apr 2017
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