UE, stop al geoblocking per chi viaggia

UE, stop al geoblocking per chi viaggia

Il Parlamento europeo approva la portabilità dei contenuti digitali abolendo il geoblocking nei casi in cui l'utilizzo dei servizi è limitato nel tempo
Il Parlamento europeo approva la portabilità dei contenuti digitali abolendo il geoblocking nei casi in cui l'utilizzo dei servizi è limitato nel tempo

L’UE prosegue la sua opera legislativa di contrasto alla pratica del geoblocking svincolando l’utilizzo dei contenuti dal luogo geografico in cui sono stati acquistati. Il Parlamento europeo ha infatti approvato la relazione sulla rimozione delle restrizioni esistenti per l’accesso ai contenuti digitali durante i soggiorni temporanei all’estero per vacanza, lavoro o studio.

Quella di riconoscere la “portabilità transfrontaliera” è una necessità per il raggiungimento del tanto auspicato mercato digitale unico che dovrebbe aprire a nuove opportunità per le persone e le imprese europee, garantendo all’economia digitale europea un riconoscimento come leader mondiale. La proposta legislativa, in discussione al Consiglio e Parlamento Europeo trova fondamento in una consultazione pubblica tenutasi nel 2015 che aveva evidenziato come il 90 per cento dei partecipanti avesse subito una discriminazione per effetto del geoblocking.

geoblocking

Questa pratica, da molti contestata, consiste nell’ imporre barriere e restrizioni ai consumatori sulla base della loro nazionalità o luogo di residenza . Tecnicamente parlando, i filtri possono bloccare l’accesso a siti Internet, inibire il completamento di ordini d’acquisto, modificare prezzi e condizioni.

La piattaforma di videogame Valve , ad esempio, è finita nell’occhio del ciclone per aver discriminato gli utenti sulla base della provenienza al fine di imporre prezzi differenti per lo stesso prodotto. Altro servizio che usa blocchi geografici è Netflix , giustificandoli in questo caso con la necessità di preservare i diritti d’autore. È stato accertato che anche molti servizi di prenotazione viaggi applicano restrizioni e modifiche delle condizioni sulla base geografica. E la lista sarebbe ancora lunga.

Nonostante manchi ancora l’OK formale del Consiglio, il regolamento è destinato ad essere approvato ed entro 9 mesi ad essere applicato dagli stati membri (l’appuntamento è quindi per il 2018). Il testo andrà a toccare tutti quei servizi a pagamento basati sull’erogazione di contenuti differenziati a seconda della località da cui ci si collega. Oltre al già citato Netflix, altri servizi coinvolti da quello che è stato ribattezzato regolamento per la liberalizzazione dello streaming vi sono anche Netflix, Apple iTunes, Sky Go e Spotify tra i più diffusi. Gli abbonamenti a questi servizi, per effetto del nuovo regolamento, potranno essere sfruttarti in via temporanea all’estero (ad esempio in caso di trasferte o vacanze).

Per evitare abusi , le aziende potranno adottare misure “efficaci e ragionevoli”. Tra i metodi di controllo che potranno essere adottati per legittimare o meno l’utilizzo del servizio in oggetto fuori dal Paese di residenza vi sono: controllo della carta d’identità, i dettagli di pagamento, recapiti postali o sull’indirizzo IP. Il trattamento di questi dati dovrà essere proporzionato e dovranno essere offerte tutele all’utente finale circa i controlli.

La “portabilità” dei contenuti online rappresenta una vittoria contro l’utilizzo indiscriminato del geoblocking, va a vantaggio della strategia per la costruzione di un mercato digitale unico e riguarderà oltre che contenuti video anche eBook e musica. Una loro circolazione più libera riflette la volontà di eliminare le barriere digitali europee, un po’ come si sta facendo con l’ abolizione del roaming telefonico con effetto dal 15 giugno .
“I cittadini europei attendevano queste novità che rappresentano un passo verso un mercato digitale comune” ha commentato, Alde Jean-Marie Cavada, l’europarlamentare francese relatore della legge.

Mirko Zago

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Pubblicato il
23 mag 2017
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