Google, l'UE pensa ad una nuova maxi multa

Google, l'UE pensa ad una nuova maxi multa

Nel mirino dell'antitrust di Bruxelles torna nuovamente Android. Se il panel di esperti nominati per svolgere le indagini fornirà le prove necessarie per Mountain View potrebbe configurarsi un salto bis
Nel mirino dell'antitrust di Bruxelles torna nuovamente Android. Se il panel di esperti nominati per svolgere le indagini fornirà le prove necessarie per Mountain View potrebbe configurarsi un salto bis

L’Unione Europea starebbe pensando di multare nuovamente Google nell’arco di pochi mesi per un’ulteriore questione legata all’antitrust , questa volta relativa alle politiche commerciali di Android .

Incassata la multa record di 2,42 miliardi di euro, inflitta per abuso di posizione dominante e penalizzazione della concorrenza con il servizio di comparazione prodotti Google Shopping, Mountain View se la dovrà vedere ancora una volta con le autorità antitrust europee che dimostrano di volerla tenere strettamente sotto controllo. Secondo Bruxelles la posizione di Google, assolutamente dominante sul fronte dei motori di ricerca, rappresenta un notevole rischio di generare situazioni di abuso o favoreggiamento di ulteriori suoi servizi a discapito dei diretti concorrenti.

La Commissione Europea ha puntato da tempo gli occhi su Mountain View e la multa per Google Shopping è soltanto l’ultimo capito di uno scontro ormai annoso . Mentre prosegue l’ indagine su AdSense , torna in auge quella sulla questione Android, lanciata ormai qualche anno fa , con l’obiettivo di trovare prove a sostegno della tesi secondo cui Google sfrutterebbe la sua posizione per imporre ai produttori hardware di dispositivi Android di preinstallare Google Search e l’app del suo browser (penalizzando così concorrenti), ma il tutto sembrava nel frattempo essersi concluso senza una vera e propria decisione sulla questione.

Sia per le accuse relative ad AdSense che quelle relative ad Andoid, Google aveva risposto invocando il potere della concorrenza e la sua capacità di favorire le scelte dei consumatori, il tutto con servizi offerti gratuitamente.

Secondo alcune indiscrezioni che trapelano solo ora, invece, tale indagine era stata solo momentaneamente accantonata e anzi la Commissione Europea avrebbe incaricato un nuovo panel di esperti (chiamati evocativamente “gli avvocati del diavolo”) dell’esame della questione: proprio da quest’ulteriore lavoro di indagini (che solitamente si conclude in 3-4 settimane) l’UE si aspetta le prove che le consentirebbero di concretizzare le proprie accuse e di condannare Google a pagare una nuova pesante multa e a modificare le proprie politiche di settore.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
7 lug 2017
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