Google, pericoloso discutere di diversità

Google, pericoloso discutere di diversità

Il CEO di Mountain View annulla un incontro municipale che si sarebbe dovuto tenere sulle recenti polemiche che hanno investito l'azienda, a causa delle presunte "molestie" subite on-line da alcuni dei suoi dipendenti.
Il CEO di Mountain View annulla un incontro municipale che si sarebbe dovuto tenere sulle recenti polemiche che hanno investito l'azienda, a causa delle presunte "molestie" subite on-line da alcuni dei suoi dipendenti.

A meno di una settimana dalla diffusione del contestato memo anti-diversità all’interno del network aziendale, Google si trova costretta a gestire una situazione che si fa sempre più complicata: le discussioni on-line hanno finito per coinvolgere i dipendenti della corporation, e un incontro che si sarebbe dovuto tenere nelle scorse ore è saltato per la paura di finire alla gogna da parte dei suddetti dipendenti .

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Qualche giorno prima dell’ultimo sviluppo della faccenda, l’autore dell’anonimo memorandum interno era stato identificato nell’ingegnere James Damore e prevedibilmente licenziato . La causa del licenziamento, come ha reso noto lui stesso, è stata la “promozione di stereotipi di genere”.

Damore aveva in effetti scatenato un putiferio con le sue parole sulle diversità “biologiche” tra uomini e donne a presunta giustificazione della ridotta presenza di esponenti femminili nel mondo dell’hi-tech, e certo non hanno favorito alle prospettive lavorative dell’ingegnere le dichiarazioni sulla necessità, per Google, di abbandonare i programmi per la promozione delle minoranze concentrandosi piuttosto sulla creazione di un ambiente di lavoro genericamente aperto al contributo di tutti. Una parte dei dipendenti Google appartenenti alle succitate minoranze ha naturalmente continuato a discutere sul memo con i colleghi di lavoro, e parte di quelle discussioni è finita altrettanto prevedibilmente su social network e parte di Internet accessibile al pubblico : nomi e cognomi degli “avversari” della visione conservatrice di Damore sono stati messi alla berlina , e il vice-presidente delle politiche sulla diversità di Google (Danielle Brown) è stata costretta a bloccare il suo account Twitter dopo essere stata definita “nazista”, “islamista” e altro ancora.

L’incontro municipale era molto atteso e rappresentava un’occasione per discutere con franchezza del memo e delle polemiche scaturite dalla sua circolazione, ma, stando a quanto sostiene il CEO Sundar Pichai, le condizioni non sono più adatte allo svolgimento di quella discussione . I dipendenti della corporation si sono dichiarati preoccupati, ha spiegato Pichai, perché il pubblico potrebbe prenderli di mira per le loro idee progressiste e per le critiche espresse nei confronti dell’iniziativa di Damore .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
11 ago 2017
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