Tariffe a 28 giorni, Vodafone ci ripensa

Tariffe a 28 giorni, Vodafone ci ripensa

L'Ad di Vodafone ammette che la scelta di adeguare le tariffe ai 28 giorni è stato un segnale di scarsa trasparenza. Prima che intervenga la legge, l'operatore sceglie la strada della redenzione
L'Ad di Vodafone ammette che la scelta di adeguare le tariffe ai 28 giorni è stato un segnale di scarsa trasparenza. Prima che intervenga la legge, l'operatore sceglie la strada della redenzione

Vodafone ha deciso di fare marcia indietro sulla contestata fatturazione a 28 giorni . Stando all’Ad dell’azienda Aldo Bisio, a influire sulla scelta, non sarebbe stato il monito del Garante più volte intervenuto sull’argomento, quanto piuttosto una questione di trasparenza verso i consumatori . “Nell’aprile del 2016 abbiamo ridotto il ciclo di fatturazione e nei fatti aumentato i prezzi. Era un’operazione legittima in un sistema di mercato liberalizzato, dove i prezzi sono tra i più competitivi d’Europa ma ci siamo resi conto che abbiamo sottovalutato un elemento importante che ci lega ai clienti, la trasparenza” ha dichiarato in un’ intervista al Corriere della Sera .

28 giorni

La questione della fatturazione da 28 giorni dura ormai dall’aprile del 2015, data nella quale hanno fatto la prima apparizione sul mercato le tariffe ridotte dapprima da Wind e successivamente da tutti i principali player del mercato della telefonia. Tutte le aziende coinvolte sono state multate dall’authority per le rimodulazioni selvagge e successivamente sanzionate per violazione della delibera 121/17/CONS che decreta l’obbligo di utilizzare il mese come unità temporale per la fatturazione e la cadenza contrattuale delle offerte. Agcom ha ritenuto che la tariffazione ridotta abbia creato “problemi in termini di trasparenza e comparabilità delle informazioni in merito ai prezzi vigenti, nonché di controllo dei consumi e della spesa, determinati anche dal venir meno di un parametro temporale certo e consolidato per la cadenza del rinnovo delle offerte e della fatturazione”.

Analizzando la situazione, dopo i 90 giorni dal 24 marzo, data della delibera, qualcosa è cambiato. Gli operatori hanno iniziato a popolare la loro offerta commerciale con nuove tariffe a cadenza mensile continuando però ad affiancarle ad altre tariffate ancora una volta a 28 giorni . Anche Vodafone dopo l’annuncio del ritorno ai 30 giorni sta continuando a reclamizzare tariffe a 28 per dimostrare la sua trasparenza in un momento in cui il mercato della telefonia si prepara alla battaglia per accaparrarsi fette di clienti interessati alla futura rete 5G.

La redenzione dell’operatore si gioca anche sul versante dell’assistenza clienti. Con il progetto CARE Vodafone sta dimostrando di volersi prendere maggiormente cura dei suoi clienti, offrendo un servizio maturo, professionale e premiante. Ovviamente gli altri concorrenti non stanno a guardare, portando avanti progetti simili (call center nazionali, procedure di risoluzione problemi più snelle, operazioni di fidelizzazione) staccandosi dalla consueta battaglia di prezzo. Ricordiamo che per legge ogni operatore deve riportare espressamente in un documento tutti i dettagli delle tariffe proposte, il link è solitamente disponibile in calce ai siti.

Nelle prossime settimane comunque lo sforzo legislativo metterà definitivamente fine alle tariffe a 28 giorni. È atteso infatti un emendamento al decreto Fiscale o alla Legge di Bilancio . Alcuni operatori asseriscono che la tariffazione ridotta rappresenterebbe un vantaggio per i clienti, facilitandoli a rimanere nel perimetro delle chiamate e dati compresi nel “bundle” evitando così di sborsare cifre più elevate. Tale tesi , però, non sembra essere destinata ad attecchire.

Mirko Zago

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Pubblicato il
2 nov 2017
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