Chrome chiude le porte alla pubblicità?

Chrome chiude le porte alla pubblicità?

Google tenta di mettere freno alla diffusione degli adblock dotando Chrome di uno proprietario. Bloccherà però solo la pubblicità che non rispetterà standard definiti e condivisi
Google tenta di mettere freno alla diffusione degli adblock dotando Chrome di uno proprietario. Bloccherà però solo la pubblicità che non rispetterà standard definiti e condivisi

Chrome ha deciso di non mostrare più messaggi pubblicitari non desiderati, incorporando un adblock proprietario. La data a partire dalla quale l’utente potrà scegliere di bloccare i banner fastidiosi è fissata per il 15 febbraio. Risale a giugno la rivelazione del progetto di Google. L’azienda aderendo alla Coalition for better ads , si è impegnata ad intraprendere misure volte a bloccare i formati pubblicitari invasivi, come full-page e interstitial, piuttosto che pubblicità che prevede l’attivazione di suoni inaspettati così come le odiose flashing ads, anche qualora questi formati fossero ospitati negli stessi server di Google.

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Da recenti ricerche è stato comprovato che gli utenti non amano in particolare i seguenti formati, destinati quindi all’ estinzione forzata online : pop-up, prestitial, animazioni in flash, poststitial ads con conto alla rovescia, scrollover a schermo intero, sticky ads grandi, video in autoplay con audio. A questi formati si aggiungono anche le pagine mobile con una densità di pubblicità superiore al 30 per cento .

A partire da febbraio del nuovo anno, quindi, Google, parteciperà attivamente nella diffusione di pubblicità più trasparente e chiara per l’utente e soprattutto meno invasiva. Parallelamente Google approfitterà di Chrome per tagliare i proventi pubblicitari di siti che erogano pubblicità di bassa qualità che non rispettano i Better Ads Standards. Ma soprattutto Google mira ad ostacolare la diffusione di soluzioni drastiche di blocco pubblicitario, i famigerati adblock. L’adozione di cattive pratiche pubblicitarie hanno negli ultimi anni convinto un numero sempre crescente di utenti ad installare sistemi di adblock che eliminano in toto la presenza di banner nelle pagine dei siti internet (solo in Italia si calcola che siano installati nel 17 per cento dei pc dei navigatori, un interessante rapporto è stato pubblicato anche dall’Interactive Advertising Bureau, IAB. Nel mondo la cifra sale a oltre 615 milioni).

Google ha previsto un tool gratuito e facile da usare online che permette ai webmaster di verificare se i loro siti rispettano le linee guide e quindi vengono mostrati correttamente (pubblicità comprese) da Chrome. Il Rapporto Esperienza con gli annunci sarà disponibile a brevissimo e fungerà da verificatore. Parallelamente sono disponibili le linee guida di DoubleClick by Google utili anche in questo caso a comprendere se i messaggi pubblicitari che si vogliono veicolar hanno le carte in regola oppure no e un utile forum di supporto . Il citato Rapporto Esperienza, verificherà anche le eventuali “violazioni degli standard e i proprietari dei siti possono inviare il loro sito per una nuova revisione una volta che le violazioni sono state corrette. A partire dal 15 febbraio, Chrome rimuoverà tutti gli annunci dai siti che hanno uno stato “in errore” nel rapporto Esperienza con gli annunci per più di 30 giorni”.

Se gestite un sito e sporadicamente vi capita di ospitare qualche formato un po’ più invasivo di altri, non preoccupatevi troppo. Google ha chiarito che la valutazione della conformità delle società partecipanti condotta in relazione al Programma sarà basata almeno inizialmente su soglie di tolleranza: 7,5 per cento nei primi due mesi successivi alla data di entrata in vigore del programma; 5 per cento nei successivi quattro mesi; 2,5 per cento nei mesi successivi.

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Pubblicato il 21 dic 2017
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