Google investe milioni contro le fake news

Google investe milioni contro le fake news

La nuova iniziativa del colosso dell'advertising è pensata per aumentare l'alfabetismo digitale tra giornalisti e protagonisti dei media, con l'obiettivo finale di contrastare efficacemente il fenomeno delle "fake news"
La nuova iniziativa del colosso dell'advertising è pensata per aumentare l'alfabetismo digitale tra giornalisti e protagonisti dei media, con l'obiettivo finale di contrastare efficacemente il fenomeno delle "fake news"

Il problema delle fake news non investe solo i social network ma riguarda anche i colossi della ricerca on-line come Google, ed è proprio la corporation dell’advertising che ora si muove per il contrasto diretto alla diffusione di notizie false, disinformazione e “meme” costruiti ad arte per danneggiare qualcuno o favorire qualcun’altro.

La nuova mossa di Mountain View contro le fake news si chiama Google News Initiative (GNI), un progetto di collaborazione attiva con il mondo dei media e le istituzioni educative allo scopo prima di tutto di stabilire, a favore dei giornalisti e quindi degli utenti finali, che cos’è una notizia inventata e come la si può distinguere da una notizia vera.

Google investirà 300 milioni di dollari in GNI, proponendosi di migliorare il “giornalismo di qualità” (anche nei ranking della ricerca Web?), di far evolvere i modelli di business nell’era digitale così da raggiungere la sostenibilità economica e di rendere più forti le organizzazioni che fanno informazione attraverso l’innovazione tecnologica.

Una parte importante dell’iniziativa GNI la rivestirà First Draft , un progetto dello Shorenstein Center presso la Harvard Kennedy School che combatte contro la disinformatia on-line attraverso corsi per giornalisti, lavori di ricerca e guide a vantaggio dell’industria delle news.

Un altro piano su cui intende muoversi Google è infine quella della promozione dell’alfabetizzazione digitale presso l’utenza, invogliando soprattutto i più giovani a sviluppare le loro “skill” di lettori così da poter interpretare le informazioni che passano on-line separando l’utile dal fake.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
27 mar 2018
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