Cina, dal 2020 il tecnocontrollo in casa

Cina, dal 2020 il tecnocontrollo in casa

Lo stato asiatico sempre più vicino all'istituzione di un tecnocontrollo sul modello orwelliano, con le videocamere Internet-connesse che saranno presto "arruolate" nel programma di monitoraggio dello stato
Lo stato asiatico sempre più vicino all'istituzione di un tecnocontrollo sul modello orwelliano, con le videocamere Internet-connesse che saranno presto "arruolate" nel programma di monitoraggio dello stato

Si chiama “Sharp Eyes” il nuovo programma di tecnocontrollo deciso dalla dittatura di Pechino, uno strumento potenzialmente in grado di “adocchiare” la vita di milioni di cittadini tecnologicamente progrediti e che imporrà il riconoscimento facciale al 100% del territorio cinese. I primi effetti del controllo pervasivo si vedono già oggi, sui social o nelle biglietterie.

Da qui al 2020, ha deciso il partito comunista cinese, le capacità di identificazione biometrica potranno (anzi dovranno) contare su un network composto da telecamere a circuito chiuso, smartphone, Smart TV o qualsiasi altro dispositivo “smart” installato dai cittadini nelle loro abitazioni private.

Sharp Eyes permetterà di connettere i diversi database in un’unica rete di sorveglianza, garantendo agli addetti al tecncontrollo la capacità di “saltare” da una telecamera CCTV a uno Smart Hub domestico in totale libertà e ovviamente senza che l’utente finale possa recriminare alcunché.

Pechino vuole fare affidamento sull’ hi-tech domestico ma non tralascia i luoghi pubblici, e nella sola provincia del Sichuan (nella zona meridionale della Cina) le autorità locali hanno già installato più di 40.000 telecamere di sorveglianza in più di 14.000 villaggi.

I cittadini cinesi si stanno gradualmente abituando allo stato orwelliano prossimo venturo, a partire dai social e dalle reti di messaggistica come WeChat dove gli utenti dicono di aver ricevuto “avvisi” per i messaggi che il governo considera “indesiderabili”.

Ma Sharp Eyes non sarà il solo strumento di controllo nelle mani del partito comunista cinese, visto che è già in fase avanzata di test un progetto pilota che prevede l’assegnazione di “crediti sociali” ai cittadini che viaggiano: persone dal passato problematico o considerati “provocatori” dallo stato si vedranno i loro crediti decurtati, e in seguito non potranno acquistare biglietti per treni o aerei con facilità.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
5 apr 2018
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