La biometria ci prenderà per le orecchie

La biometria ci prenderà per le orecchie

Un'università britannica sostiene di aver realizzato un sistema biometrico capace di identificare una persona dalle sue orecchie. La polizia potrebbe farne un uso estensivo
Un'università britannica sostiene di aver realizzato un sistema biometrico capace di identificare una persona dalle sue orecchie. La polizia potrebbe farne un uso estensivo


Leicester (Gran Bretagna) – Le orecchie potrebbero presto aggiungersi a quelle parti del corpo che, al pari di impronte digitali, retina e volto, vengono utilizzate per riconoscere una persona attraverso scansione biometrica.

L’ Università britannica di Leicester afferma di aver messo a punto “il primo sistema di identificazione basato sull’immagine e la forma dell’orecchio”, capace di confrontare l’immagine di un orecchio con una precedente contenuta in un database. La tecnologia, secondo i ricercatori, è in grado di funzionare anche con immagini incomplete, anche se dovute a parziali amputazioni dell’orecchio.

Sviluppato in collaborazione con un’azienda inglese, il sistema viene proposto per l’uso “on the road” da parte di corpi di polizia, agenzie di sicurezza e servizi segreti.

Il professor Guy Rutty, direttore della Forensic Pathology Unit dell’Università di Leicester e consulente di lunga data delle forze di polizia inglesi, ha spiegato che, rispetto ad altre parti del corpo, le orecchie permettono agli agenti di polizia di identificare una persona anche ad una certa distanza e senza la collaborazione di quest’ultima. Questo potrebbe tornare particolarmente utile anche negli aeroporti, dove le persone potrebbero passare attraverso uno scanner biometrico senza neppure fermarsi o appoggiare le valigie.

Lo scorso anno l’Unione Europea ha finanziato uno studio di fattibilità sull’uso delle tecnologie di identificazione biometrica dell’orecchio per la cattura dei criminali.

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Pubblicato il
10 mar 2004
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