TV digitale, querelle negli USA

TV digitale, querelle negli USA

Le major hanno ottenuto nuove regole per far sì che i decoder integrino tecnologie di protezione dalla copia. Regole contro cui si scagliano ora i gruppi che difendono le libertà digitali. Succederà anche in Italia?
Le major hanno ottenuto nuove regole per far sì che i decoder integrino tecnologie di protezione dalla copia. Regole contro cui si scagliano ora i gruppi che difendono le libertà digitali. Succederà anche in Italia?


Washington (USA) – Se la marcia del digitale terrestre è appena iniziata qui in Italia, negli Stati Uniti non è una novità e, forse proprio per questo, la sua diffusione inizia a scontrarsi con i timori dell’industria dei contenuti di perdere il controllo sulle opere trasmesse dal nuovo medium.

La Electronic Frontier Foundation insieme all’ American Library Association e alle associazioni dei consumatori ha deciso di denunciare le regole varate alla fine dello scorso anno dalla Commissione federale sulle comunicazioni . Si tratta di regole pensate per proteggere dalla pirateria le opere su cui le major vantano diritti e che vengono trasmesse attraverso la tv digitale.

In particolare, la Commissione aveva affermato che qualsiasi decoder sul mercato avrebbe dovuto contenere un dispositivo di controllo capace di impedire agli utenti di duplicare senza controllo su altri supporti quanto trasmesso e, in particolare, per fare in modo che eventuali copie su hard disk o DVD non possano a loro volta essere dei “master” da cui trarre ulteriori copie pirata delle trasmissioni andate in onda.

Stando alla denuncia, la Commissione avrebbe ecceduto nelle proprie competenze, di fatto affermando regole che non poteva determinare. Un espediente legale, evidentemente, che mette in evidenza però tutta la tensione su un argomento, quello del dispositivo di marcatura delle opere trasmesse dalla tv digitale, che rappresenta uno spartiacque: senza quest’obbligo le major hanno già fatto sapere di essere pronte a non consentire la trasmissione di una grande quantità di contenuti.

Ora sul caso dovrà pronunciarsi un tribunale di Los Angeles, ma sono in molti a puntare il dito ancora una volta contro l’industria. Qualcuno ritiene che stia agendo come già fece con i videoregistratori, quando la possibilità di archiviare su cassetta le trasmissioni venne interpretato dalle major di Hollywood come un attentato all’industria del cinema. La differenza però, ed è su questo che si concentra l’associazione degli studios, la MPAA , è che in mancanza di un controllo delle opere digitali la loro riproduzione e trasmissione su ampia scala è assai più facile di un tempo, anche grazie ad internet. E va detto che in rete non è difficile trovare enormi quantità di materiali, anche in ottima qualità, trasmessi dalla televisione americana, compresi film e telefilm.

In ogni caso ricordiamo che negli States dispositivi di cifratura e controllo sono già integrati nella televisione via cavo e via satellite ed è dunque probabile che, se anche passasse la denuncia dei consumatori, regole che consentano solo limitate capacità di “copia privata” finiranno comunque per essere imposte.

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Pubblicato il
12 mar 2004
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