Truffa truffa ambiguità

Truffa truffa ambiguità

Arrestato l'uomo che ha tentato di ricattare Google; beccato un autore di bufalotruffe; uccel di bosco un ingegnoso cyberladro del Ghana. Tutti confida(va)no in Internet
Arrestato l'uomo che ha tentato di ricattare Google; beccato un autore di bufalotruffe; uccel di bosco un ingegnoso cyberladro del Ghana. Tutti confida(va)no in Internet


Web – In poche ore agli onori delle cronache sono finiti tre casi di tentativi truffaldini che hanno in comune lo sfruttamento di internet o dell’ingenuità dei suoi utenti.

A San Francisco la polizia ha arrestato un uomo che ha tentato di ricattare Google minacciando che se il celebre motore non gli avesse versato la cifra di 100mila dollari allora lui avrebbe usato un proprio software di attacco per provocare falso traffico internet sui link sponsorizzati presenti sulle pagine di Google. Come noto, ci sono inserzionisti di Google che pagano un tot per ogni clic sui link pubblicati dal motore. L’arrestato ha 32 anni e ora, secondo i procuratori, rischia fino a 20 anni di carcere e fino a 250mila dollari di multa. E’ stato rilasciato con una cauzione da 50mila dollari.

Un altro caso che ha suscitato attenzione è quello di un uomo in Texas che aveva confezionato delle bufalotruffe via email, ossia messaggi che venivano inviati a grandi quantità di utenti per cercare di spingerli a rivelare i propri numeri di carta di credito ed altre informazioni di interesse. L’uomo, arrestato nelle scorse settimane, si è dichiarato colpevole alle accuse formulate dai procuratori che hanno agito su richiesta della Federal Trade Commission statunitense. A quanto pare Zachary Hill, questo il nome dell’uomo, aveva utilizzato i dati raccolti con le sue email per accedere a conti e transazioni raccogliendo circa 75mila dollari. Il patteggiamento dovrebbe comunque evitargli una lunga pena detentiva.

Curioso invece un caso che si è sviluppato in Ghana , dove è emersa una truffa basata sulla pubblicizzazione di una conferenza internazionale che si sarebbe tenuta negli Stati Uniti e altrove. L’autore dello schema, che non è ancora stato individuato, aveva allestito un sito internet del tutto credibile dove si potevano leggere gli atti di presentazione del convegno di quattro giorni, iscriversi e pagare l’iscrizione. Tutto avveniva con l’appoggio apparente dell’Ambasciata americana nel paese che, invece, non ne sapeva nulla. A quanto pare l’autore della frode è riuscito ad ingannare un alto numero di operatori, funzionari e tecnici ghanesi e a far versare su propri conti somme considerevoli di denaro. La cosa è stata scoperta quando alcuni di coloro che avevano pagato hanno interpellato l’Ambasciata USA.

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Pubblicato il
24 mar 2004
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