DL Urbani, chi crede nel dialogo?

DL Urbani, chi crede nel dialogo?

Al Senato si cerca una via di compromesso che possa consentire di modificare il provvedimento ma i tempi sono strettissimi. Cortiana (Verdi) annuncia: la discussione è aperta ma, se messi alle strette, faremo saltare il decreto
Al Senato si cerca una via di compromesso che possa consentire di modificare il provvedimento ma i tempi sono strettissimi. Cortiana (Verdi) annuncia: la discussione è aperta ma, se messi alle strette, faremo saltare il decreto


Roma – La possibilità che il provvedimento di conversione del decreto Urbani passi al Senato senza modifiche rispetto al testo passato alla Camera si va concretizzando con il passare delle ore. Ciò nonostante, per evitare le ambigue formulazioni sulle sanzioni penali ai danni degli utenti del file sharing , si sta ancora tentando la via del dialogo per trovare una soluzione possibile. Il luogo è la commissione Cultura del Senato da dove emergerà il testo che sarà poi votato dall’assemblea di Palazzo Madama.

Lo ha sottolineato ieri con una nota il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana che ha esternato la propria “grande preoccupazione che la maggioranza voglia blindare il provvedimento, senza modifiche tecniche necessarie, visti alcuni errori della Camera”. “Per come è scritto oggi – ha spiegato Cortiana – il decreto vanifica tutto il lavoro fatto alla Camera e apre le porte della galera per chi si scarica un file mp3”.

“Chiediamo alla maggioranza – ha dichiarato Cortiana – un atto di responsabilità, fare le modifiche tecniche per sanzionare penalmente solo chi trae profitto dalla pirateria, e non l’utente che scarica per uso personale. Finora siamo stati aperti alla discussione con la maggioranza, riconoscendo all’altra parte i meriti di chi, come la Carlucci alla Camera, si è mosso per cambiare un testo originariamente impresentabile”.

Il clima di dialogo che, a quanto ha verificato PI, interessa maggioranza ed opposizione allo stesso modo sarà però messo a dura prova, in quanto è senz’altro condizionato dai tempi strettissimi che sono necessari per arrivare all’approvazione del provvedimento di conversione, come ha confermato ieri la stessa relatrice alla Camera, Gabriella Carlucci, in una breve chiacchierata con il direttore di PI. Potrebbe cioè non esserci il tempo necessario per modificare il decreto al Senato: in quel caso, infatti, dovrebbe tornare alla Camera per l’approvazione definitiva.

Anche per questo Cortiana ha inteso ieri mandare un avvertimento : “Se mi chiederanno di fare il passacarte delle proposte del Governo, senza la possibilità della pur minima modifica, sono pronto all’ostruzionismo e a far saltare tutto il decreto”.

La necessità di modifiche al provvedimento è stata espressa ieri anche da Andrea Colasio , responsabile della Margherita alla commissione Cultura della Camera, secondo cui “il decreto Urbani approvato recentemente alla Camera è stato il risultato di una logica sbagliata. Il ministro, optando per un decreto legge, ha agito in totale solitudine escludendo dal confronto, invece necessario e indispensabile, non solo gli operatori e gli utenti della rete ma anche i rappresentanti di quelle associazioni che tutelano il diritto d’autore, che si sono trovati di fronte ad una norma assolutamente inadeguata. Bisogna comunque prendere atto che durante la discussione si è avuta la consapevolezza che il decreto fosse scritto male e che bisognasse assolutamente intervenire. Grazie agli emendamenti presentati dalla Margherita si è riformulato interamente l’art.1 che, pur a fronte di una logica di tutela del diritto di autore, garantisce anche il diritto alla comunicazione. La Margherita ripresenterà al Senato ulteriori proposte migliorative augurandosi di trovare dalla maggioranza la stessa disponibilità avuta alla Camera dalla relatrice Carlucci con l’intento di ottenere un provvedimento realmente equo e corrispondente alle esigenze degli operatori del settore”.

Ieri, intanto, sulla questione dell’emendamento che ha portato all’introduzione della locuzione per trarne profitto , locuzione che contrasta con la ratio del provvedimento e che porta all’introduzione di sanzioni penali, la stessa Carlucci ha voluto avanzare una precisazione su quanto già dichiarato per non “dar adito ad errate considerazioni sull’iter seguito dall’emendamento stesso”. “L’emendamento – ha spiegato Carlucci – è stato presentato il 7 di aprile in Commissione Cultura alla Camera da tutti gli onn. della Margherita componenti la Commissione, sia da 2 membri su 3 del gruppo UdC. Successivamente, in data 20 aprile il relatore, vista la convergenza degli emendamenti, lo ha fatto proprio e, di conseguenza, è passato all’unanimità in Commissione e, poi, in Aula. In conclusione, pur permanendo una mia forte perplessità in merito ad alcune conseguenze penali che l’applicazione dell’emendamento potrebbe avere per gli utenti di Internet, non vorrei che la mia lettera del 26 aprile fosse percepita come uno scarico di responsabilità in merito all’approvazione, avendo io, come la quasi totalità della Camera, votato l’emendamento”.

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Pubblicato il 29 apr 2004
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