Irlanda, open source troppo costoso?

Irlanda, open source troppo costoso?

Standard aperti non significa adozione di software libero. Questo è quanto ha voluto specificare il ministro all'Innovazione irlandese, Mary Hanafin. Il costo dell'open source ritenuto eccessivo
Standard aperti non significa adozione di software libero. Questo è quanto ha voluto specificare il ministro all'Innovazione irlandese, Mary Hanafin. Il costo dell'open source ritenuto eccessivo


Dublino – “L’uso degli standard aperti è fondamentale nei progetti del Governo. Ma è importante ricordare che standard aperto non ha lo stesso significato di open source”. A dichiararlo, per introdurre le politiche governative in materia di innovazione nella pubblica amministrazione, è stato l’e-ministro irlandese Mary Hanafin.

Hanafin ha spiegato che la propria amministrazione sta valutando quanto necessario per costruire una piattaforma di e-government che non solo dovrà durare per decine di anni ma dovrà anche poter essere aggiornata e sviluppata ed è per questo che si intende ricorrere a formati e standard non proprietari. “Utilizzare standard aperti – ha affermato – ci consente di seguire questa strada”.

L’e-minister, che ha parlato in occasione della conferenza annuale dell’ Associazione del software irlandese , ha spiegato che le linee guida del Governo su questo fronte – centrale nella guerra mondiale tra software proprietario e libero – saranno pubblicate entro la fine di maggio.

Secondo Hanafin gli studi fin qui portati avanti indicano che l’utilizzo esclusivo di open source potrebbe rivelarsi una scelta troppo onerosa sul lungo periodo. “Il costo di lungo termine dell’open source – ha spiegato – potrebbe superare i risparmi sul breve periodo”.

Il riferimento agli standard aperti, evidentemente, è destinato ad incontrare il favore dei grossi produttori di infrastrutture informatiche per il governo elettronico, tra i quali senz’altro anche giganti come IBM e Microsoft, soprattutto sul fronte dei web service .

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Pubblicato il 3 mag 2004
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