Crolla l'uso del P2P in Italia?

Crolla l'uso del P2P in Italia?

Lo affermano le cifre dello studio voluto dalla Federazione contro la pirateria musicale, che ha analizzato i comportamenti degli user nostrani dopo l'introduzione del DL Urbani. In Europa musica diversa
Lo affermano le cifre dello studio voluto dalla Federazione contro la pirateria musicale, che ha analizzato i comportamenti degli user nostrani dopo l'introduzione del DL Urbani. In Europa musica diversa


Roma – Nei numeri ci sono delle verità che talvolta si rivelano soltanto snocciolandoli. Ecco dunque una rassegna dei dati più significativi individuati da uno studio voluto dalla Federazione contro la pirateria musicale . Si tratta di un rapporto realizzato da ACNielsenCRA su un campione di 4.700 utenti italiani sopra i 14 anni, intervistati a dicembre 2003 e di nuovo ad aprile 2004, dopo il varo del decreto Urbani da parte del Governo. Di seguito le rilevazioni più significative che, tra l’altro, indicano un drastico calo del P2P .

– 11,4 milioni di italiani (22% del totale) oltre i 14 anni possiedono CD masterizzati
– il 37,4 % degli italiani ritiene che non ci sia nulla di male ad acquistare un CD masterizzato (nel 2002 era il 51,2%)
– Oltre 17 milioni di italiani utilizzano internet. Di questi, il 7,6% (oltre 3,8 milioni) scaricano musica senza pagare
– Il 3,9% degli italiani (oltre 1,9 milioni) sono disposti ad acquistare musica da siti legali. La percentuale sale al 17,6% se si considerano coloro che scaricano abitualmente.

Secondo il rapporto crescono scuole, università e uffici come luoghi dove si scarica senza pagare, ma contestualmente diminuiscono le abitazioni private.

Soprattutto, afferma lo studio, “l’utilizzo dei servizi P2P in Italia come sistema principale di scaricamento cala del 35-40% fra dicembre 2003 e aprile 2004″. In particolare, affermano i ricercatori, KazAa dal 39,9 % scende al 22,6 %, Winmx passa dal 61 % al 42,2 %. Crescono leggermente dal 4 % all’11 % gli altri sistemi tra i quali eMule e Bearshare.

Lo studio sostiene anche che cresce la consapevolezza dell’illegalità del P2P : il 55,4% di coloro che scaricano, sanno che è illegale (a dicembre 2003 era il 48%).

Cala la propensione allo scaricamento illegale: il 56% di coloro che abitualmente scaricano dichiarano che in futuro continueranno a farlo (a dicembre 2003 era il 67,5%).

Il 24,2% degli italiani (12 milioni) sa che ci sono state azioni legali contro chi scarica illegalmente. La percentuale sale al 48% (1,8 milioni) fra coloro che abitualmente scaricano musica senza pagare.


A sostenere una tendenza del P2P europeo che non risente delle minacce legali è una società di rilevazione canadese, secondo cui dall’inizio dell’anno la condivisione online è rimasta sempre agli stessi livelli

Londra – Se a Roma, come si può leggere oggi su Punto Informatico, qualcuno parla di calo notevole nell’uso del peer-to-peer da parte degli utenti italiani, in Europa la situazione sembra decisamente diversa, almeno a sentire lo studio condotto dalla Sandvine , società di rilevazione con base in Canada ma con sedi in diversi paesi.

Sandive sostiene che le ripetute minacce legali che provengono dai detentori del diritto d’autore non hanno fin qui intaccato l’uso del peer-to-peer in Europa che si sarebbe mantenuto stabile dall’inizio dell’anno ad oggi.

In quel periodo “negli Stati Uniti – sostengono i ricercatori di Sandvine – si è visto un calo contenuto di circa il 5 per cento. Ma in Europa i livelli di file sharing rimangono robusti come sempre”.

Secondo Sandvine, il 70-80 per cento di tutto il traffico gestito oggi dai provider europei è relativo allo scambio di file zippati che contengono film, album musicali e trasmissioni televisive.

La società di rilevazione sostiene anche che gli utenti europei, al contrario di quelli americani, tendono a scambiare file di grosse dimensioni preferendo, dunque, sistemi di sharing che ne facilitano la condivisione, come eMule o Direct Connect.

Dati identici, invece, vi sarebbero nella percentuale di utenti USA e UE che usa il peer-to-peer: il 30 per cento degli abbonati broad band sfrutta il P2P per scambiare qualsiasi genere di file.

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Pubblicato il
25 mag 2004
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