Un netstrike... virale

Un netstrike... virale

Lo strike di oggi sul sito dei Beni culturali è annunciato da email che girano ovunque, su mailing list pubbliche e private, forum e newsgroup. In queste ore sarebbe stato raggiunto l'accordo sulle modifiche alla legge
Lo strike di oggi sul sito dei Beni culturali è annunciato da email che girano ovunque, su mailing list pubbliche e private, forum e newsgroup. In queste ore sarebbe stato raggiunto l'accordo sulle modifiche alla legge


Roma – Non succede spesso che un messaggio email dal titolo sconcertante come Questa volta è urgente oppure Leggi assolutamente riesca a fare il giro della rete in pochi giorni. Quando questo succede si tratta perlopiù di bufale, allarmi fasulli su problemi inesistenti. Questa volta, però, è accaduto per il netstrike che come noto è indetto per oggi contro il sito del ministero dei Beni culturali tra le 15 e le 15.45.

Il netstrike promosso dai Comitati Bo.Bi. ha un obiettivo che sembra recepito e ribadito in tutti i messaggi di cui si è avuta visione: contrastare in ogni modo la Legge Urbani , quel testo che, come noto, tra le altre cose sanziona penalmente chi duplica certi file via Internet e che non ha eguali nel mondo occidentale.

Se in queste ore su siti internazionali di grande rilievo, come Slashdot , viene messa in evidenza una legge che isola l’Italia nel contesto delle normative europee, i moltissimi che adesso stanno inviando l’annuncio del netstrike a tutti coloro che conoscono – chi lo sta facendo passare nelle mailing list e chi lo gira su forum, newsgroup e altri ambienti di discussione elettronica – ritengono oggi di poter dare con una manifestazione digitale un chiaro segnale al Governo e al Parlamento.

Come ha commentato qualcuno su Usenet, è difficile capire se accadrà davvero, in quanto molti ritengono che le istituzioni che hanno partorito la Legge Urbani non siano in grado di correggerla senza peggiorare ulteriormente la situazione. Ed è anche vero che le dinamiche di Internet e del peer-to-peer sono molto complesse e non è detto che siano alla portata anche di chi, come molti di coloro che hanno lavorato al testo contestato, non usa e non conosce approfonditamente la rete. C’è anche chi, come l’associazione NewGlobal.it si dice tanto contrario alla Legge Urbani quanto alla protesta telematica.

Esponenti della maggioranza in queste ore promettono che dopo le elezioni europee, quando il Parlamento tornerà a lavorare, sarà possibile modificare la normativa che tutti, dai suoi proponenti a chi l’ha votata, ritengono fallata sotto molteplici aspetti. La speranza è che le modifiche al decreto, sulle quali secondo i Verdi c’è già un accordo generale, vengano realizzate rapidamente dopo il 14 giugno, alla ripresa delle attività parlamentari, e prima della pausa estiva dei lavori parlamentari.

Le modifiche proposte, che non sono ancora depositate e che dunque rappresentano per ora solo dei buoni propositi, sono state descritte ieri in una nota diffusa dal Ministero all’Innovazione (vedi: Urbani, accordo sulle modifiche ). In particolare le dichiarazioni ufficiali parlano di un futuro provvedimento che sarà presentato dopo le Elezioni europee in cui verranno cancellate le sanzioni penali, ridotta l’imposta su masterizzatori e software di masterizzazione e istituita la Commissione per capire internet già annunciata nei giorni scorsi.

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Pubblicato il
31 mag 2004
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