Scontro aperto sulla Legge Urbani

Scontro aperto sulla Legge Urbani

Critiche pesanti degli operatori del settore, secondo cui le modifiche previste alla normativa appena approvata sono segno di un ammiccante lassismo. AsSoLi: basta con questi pianti greci. Intanto Cortiana rilancia lo sciopero-connettività
Critiche pesanti degli operatori del settore, secondo cui le modifiche previste alla normativa appena approvata sono segno di un ammiccante lassismo. AsSoLi: basta con questi pianti greci. Intanto Cortiana rilancia lo sciopero-connettività


Roma – Non molla la presa il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana che spera di riuscire ad aumentare le pressioni sul Legislatore affinché le modifiche alla Legge Urbani, formalizzate in un disegno di legge , siano rapidamente discusse ed approvate dal Parlamento. Per il 6 giugno Cortiana ha dunque rilanciato l’idea di uno sciopero della connettività , espressione invalsa nell’uso con cui si intende l’astensione dall’uso di Internet.

“Dopo aver portato a casa il grande risultato di un Decreto contro la pirateria informatica, ripulito, in accordo con il Ministro Urbani, dalle sanzioni penali e pecuniarie previste per chi scarica per solo uso personale un file mp3 e, al contempo, liberato dalla minacciosa possibilità di impaludare la rete internet nazionale con vergognosi bollini e tasse – ha spiegato il senatore dei Verdi – ci proponiamo di mettere in atto delle pressioni affinché il Decreto così come modificato venga approvato il prima possibile”.

Il 5 giugno, alla vigilia dunque dello sciopero del 6, i Verdi organizzano una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa (Linux Club, via di Libetta 15c a Roma). “Uno sciopero – ha sottolineato il candidato dei Verdi alle europee Beppe Caravita – che unisce tutti coloro che vogliono una rete la quale non si mostri unicamente come strumento di pura informazione ma anche in qualità di veicolo di comunicazione allargata alla possibilità di trasmettere e creare cultura e progresso, liberi da imbavagliamenti burocratici e usurai”.

Ma proprio in queste ore sono giunte durissime critiche al progetto di revisione della Legge Urbani da parte dell’ANEC, l’associazione italiana degli esercenti del cinema.

“A memoria – ha dichiarato il presidente ANEC Walter Vacchino – non si ricorda il caso di una legge appena entrata in vigore eppure già problematizzata dagli stessi organi istituzionali che l’hanno proposta ed approvata”. “Gli errori e le approssimazioni del provvedimento prima – ha continuato – e il soggiacere a ricatti anche per palesi motivi preelettorali poi, non contribuiscono certo ad aumentare la fiducia nelle istituzioni. Non convincono le misure proposte. Ancor meno convince lo strumento, un disegno di legge che presumibilmente sarà assegnato in commissione in sede deliberante dove, viste le premesse, potrà accadere di tutto e di più”.

Secondo Vacchino, ciò che è maggiormente preoccupante è lo spirito con cui nasce la proposta di revisione delle normative antipirateria, tesa come noto ad impedire sanzioni penali per l’uso personale di file protetti scaricati da Internet. “Preoccupa – ha infatti affermato – la deriva dell’intera vicenda: da un velleitario interventismo ad un ammiccante lassismo in controtendenza con le misure che si assumono in sede internazionale quali il Digital Millennium Copyright Act negli Stati Uniti o le direttive comunitarie, e con gli stessi dati che mostrano un declino del file sharing illegale. Preoccupa ancor di più – ha concluso il presidente ANEC – il clima, la confusione e la pessima comunicazione che travisa istanze anche comprensibili e crea un limbo giuridico e comportamentale per cui tutto è consentito e nulla è vietato o sanzionato, terreno di pascolo per i pirati più incalliti e anche per i sempre più numerosi utenti e consumatori in buona fede”.

Di pianto greco degli editori di audiovisivi ha invece parlato l’ Associazione software libero che in una nota , firmata insieme a FSFE Italia (Free Software Foundation Europe sezione italiana)e ad ILS (Italian Linux Society), spiega come le proteste degli editori “in seguito al tentativo del Parlamento di riequilibrare una legge unanimemente definita non ottimale si basano sul falso assunto che se si scambiano file su internet gli autori vengono danneggiati”.

“Gli autori che utilizzano Internet per creare e sviluppare software ed opere libere – spiega AsSoLi in una nota – ritengono invece che lo scambio di file sia essenziale per diffondere e distribuire il loro lavoro favorendo la crescita di un patrimonio comune di conoscenze a beneficio dell’intera collettività. Al contempo le imprese che operano con software libero si trovano periodicamente ad affrontare normative legali relative all’implicita assunzione che una copia sia illegale, che creano ostacoli del tutto artificiali alla loro attività”.

“L’irrigidirsi delle posizioni protezionistiche di questi gruppi industriali – continua l’Associazione – cozzano fortemente con il progresso tecnologico. Molte distribuzioni di software libero utilizzano metodi automatici per lo scaricamento, l’aggiornamento e l’installazione dei programmi, che sono perfettamente legali e la cui copia è permessa a chiunque. Tuttavia la lettera di leggi come la legge Urbani prevederebbe che ognuno dei protocolli usati per questi automatismi sia adeguato per visualizzare un avviso che dica che scaricare quel programma è legale. Questo significa che la quasi totalità delle attuali distribuzioni di software libero sono fuorilegge, e che richiederebbero ingenti investimenti per adeguarsi. Significa anche che molte distribuzioni ospitate all’estero potrebbero trovare più semplice impedire l’accesso dall’Italia, per non incorrere in violazioni. Non è da escludere inoltre che il decreto sia in violazione delle norme europee sulla libera circolazione delle merci”.

“La protesta delle comunità della rete – conclude la nota – è pertanto sacrosanta e dovrebbe essere presa in considerazione dalle varie FIMI, Univideo e compagnia per un serio esame di coscienza sui modelli commerciali delle proprie associate e sulla qualità dei loro prodotti invece di inveire contro i propri clienti”.

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Pubblicato il
3 giu 2004
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