Memorie dall'underground

Memorie dall'underground

Cosa ha significato far parte di una crew di appassionati spippolatori attratti da perniciose derive di cracking? Ad anni di distanza, uno dei membri di una crew italiana ricorda la via percorsa
Cosa ha significato far parte di una crew di appassionati spippolatori attratti da perniciose derive di cracking? Ad anni di distanza, uno dei membri di una crew italiana ricorda la via percorsa


Introduzione
L’idea di scrivere questo piccolo txt mi è venuta alle 2 di notte, una sera tranquilla, dopo aver studiate le mappe di karnaugh. Questo dovrebbe dirla lunga sul mio stato mentale e su cio’ che troverete scritto qui.
Nella storia non troverete menzionati nick, luoghi o avvenimenti particolari per evitare che qualcuno identifichi l’oggetto di discussione.

Chapter One (and last)
Questa storia parla di una crew italiana, dei suoi inizi e della sua fine.
Lo scopo di questa storia è esclusivamente quella di portare in formato testo miei ricordi e mie emozioni, che mai moriranno.

Tutto inizio’ quando un gruppo di amici decise di aprire un canale su IRCNET per “stare tranquilli”. Questi ragazzi in realtà speravano solo di imparare qualcosa l’uno dall’altro, essendo tutti maledettamente lama-newbie.

Le giornate passavano tra cazzeggi vari fino a quando si penso’ di produrre la classica e-zine, molto di moda a quei tempi, e sinonimo di una “vera crew che produce”. Il cosa producesse, come vedremo, nessuno lo ha ancora capito. La zine che venne pubblicata, in fondo, non era affatto male, con articoli che spaziavano tra vari campi dell’hacking e della programmazione, conditi da vari commenti e spassosi racconti della vita di canale.

Si capiva pero’ che quella non era una solita crew, ma un gruppo di spensierati ragazzi appassionati di pc nel senso forse ormai perso del termine. Pochi avevano reali conoscenze di sistemi unix, e vedere film in ascii era una eccitazione pazzesca. La cosa appunto da notare è che in realtà la crew era composta da gente giovane, che credeva ancora che usare linux fosse una cosa da imparare al più presto, e uno script per irc fosse una grande opera di coding. Ovviamente molti di voi ora storceranno il naso, pensando a questa crew come un gruppo di pischelli inesperti. Beh, era così.

È difficile spiegare il divertimento di scambiarsi quelle informazioni che oggi molti di voi considerano scontate e banali. Parlare di protocolli era fuori dalla portata di questi ragazzi, che godevano al sol pensiero di riuscire a far andare il loro nuovo linux su internet. Non che win95 ci andasse facilmente, ma erano proprio altri tempi.

La vita quindi andava avanti, e la crew si evolveva. Ognuno imparava a fare qualcosa, ci si divertiva, si leggevano le zine più famose, si litigava internamente. Non c’erano gerarchie, e ad un certo punto morì anche la concezione di “crew” nel senso che si sapeva chi ne faceva parte, ma non era scritto su nessuna lista. Chi stava in canale, era un membro. Il membro stesso non stava in canale per offrire il suo lavoro, ma per apprendere, imparare, e condividere. A conferma di questa situazione c’era il fatto che non esisteva un sito web.

Oltre alla zine (di cui uscirono solo 3 numeri), null’altro era di pubblico dominio, anche perchè non c’era nulla che potesse galvanizzare il mondo “very acher” che c’era fuori dalle quattro mura del canale. Era il canale il nostro mondo. Era lì che ci si discuteva tranquillamente. Nessuno cercava di dimostrare nulla, anzi farsi domande era sinonimo di collaborazione. Ci si sentiva tutti alla pari, e via via che questa situazione continuava l’idea originale di crew ormai iniziava a decadere. Questo perchè ci si rese conto che non c’era tempo da perdere dietro a zine, gerarchie, liste membri e cazzi vari… si pensava solo a spippolare, a codare(molti scoprirono che non esisteva solo il pascal) e a scambiarsi informazioni.

Non sapevamo come funzionava l’opensource e come agivano le comunità. Ma il meccanismo, quello di rendere pubblico il lavoro, e di vederlo sviluppare grazie alle idee degli altri, ci era già perfettamente chiaro: era cio’ che avveniva in quel canale, che ormai divento’ per molti l’unica vera casa virtuale, dove ci si sentiva liberi di manifestare le proprie ignoranze. Questo grazie al fatto che sostanzialmente si era cresciuti insieme. Ognuno conosceva l’altro. Era inutile nascondersi dietro finte skill, anzi si rischiava l’allontanamento. Non c’era spazio per i bravi, ma solo per chi bravo lo voleva diventare.

La trasformazione
Ma cosa avvenne?
Avvenne che in quel piccolo spazio ognuno era cresciuto, e aveva maturato conoscenze che gli bastavano a iniziare a produrre. Da quella crew di ragazzini ex-windozziani ora passati ormai tutti a sistemi “alternativi” ecco allora iniziare a uscire cose “simpatiche”.

Erano finiti i tempi con cui ci si divertiva con gli script per IRC.
Ci si divertiva sempre, ma con programmi in C, in bash, e tutto cio’ che poteva essere compilato o interpretato su un sistema opensource. I ragazzini erano maturati, da soli, ma nessuno era mai rimasto solo. Era come stare in famiglia. Non si poteva tener nascosto nulla.

La fiducia reciproca era totale. Il mondo, fuori da quel canale, nel frattempo, era cambiato molto. Linux era diventato l’OS “acher” per default. Fare una crew era una cosa da tutti i giorni. Imparare era una cosa ormai facile, grazie a mille guide e tute che noi avremmo pagato oro per avere. Le ML e i forum rispondevano a quelle domande che per mesi in canale si cercava di risolvere insieme. O noi insieme, o non si risolveva.

Tutti questi cambiamenti ci fecero render conto di quanto fosse prezioso il nostro mondo, in canale. La nostra crew, le cui basi vivevano solo negli anni passati insieme, e nelle risate, divenne improvvisamente la cosa più preziosa che potessimo avere. Oltre la crew, fuori, esisteva un mare di ipocrisia e gente che giudicava tecnicamente, le amicizie erano solo in base al rispetto, e il rispetto stesso veniva valutato con le skill tecniche.

Cos’era quel mondo che nacque fuori dal nostro canale? Irriconoscibile, a tratti forse pauroso, per dei poveri ragazzi che mai si son conosciuti di persona, ma che son cresciuti insieme. La crew cresceva, cresceva la sensazione comune di non banalizzare il gruppo, eliminando la tolleranza verso gente nuova. Gente nuova significava squilibrio. Squilibrio di cio’ che si era creato insieme, just4fun, in anni di log pazzeschi e di nottate insonni.

Tante storie potrei raccontare. Storie belle solo per chi le ha vissute. E che rimarranno unico dono di quegli anni pazzeschi. Chi ha avuto la fortuna di viverle, avrà la fortuna di rievocarle.

Ma a questo punto della storia, che crew incontriamo? Abbiamo una crew di ragazzi appassionati solo per una cosa: lo spippolamento. Alla faccia dell’etica e dei jargon file, l’unica etica che regnava nella crew era che spippolare soddisfava. Spippolare giustificava “i mezzi”. Spippolare insieme. Nessuno poteva capire, gli amici di crew si. Nessuno viveva la logica della crew.
Questo ci faceva sentire diversi. Forse superiori, ma non tecnicamente. Semplicemente una nuova visione si era delineata all’orizzonte: divertirsi con la tecnologia. E questo andava oltre etiche e correttezze.

La crew non era quella di utenti win incuriositi, ma di cracker.
Reversare era una passione, rootare in loop una mania, e spaccare (non nel senso di rompere…. non vorrei che si fraintenda) era un obiettivo. Nessuno, fuori dalla crew, sapeva. Nessuno poteva capire. Ma dentro, dentro era un mondo autocostruito, dove tutto era lecito, se fatto per divertirsi. Proprio questa crew, iniziava a farsi i propri toolz. Rootkit paurosamente perfetti, anni luce superiori a quelli trovati in rete, venivano utilizzati. Expoit intelligenti, codati alla perfezione. Che anticipavano anche bugtraq. Eravamo avanti a tutti, ed eravamo uniti da una sensazione comune di potenza.

La potenza di aver capito che potevano, a nostro piacimento, manipolare le tecnologie. Non potevano capirci, gli altri, e per questo ci rifugiammo sempre più in noi stessi. L’apice venne raggiunto quando gli atti più cattivi vennero fatti eseguire da una versione “cattiva” della crew, creata apposta per rappresentare il lato nero di noi, forse il “lato oscuro della forza”. Due crew, insomma, ma sempre la stessa gente. Liberi di collaborare con importanti e-zine da un lato, e bucare/crackare/ownare il mondo dall’altra. Ma mai, e dico mai, con i nostri nick. Perchè? Perchè non era la persona, il perno delle azioni, ma le azioni stesse. Non era il nome della crew, che doveva passare alla gente, ma l’idea che dei “nessuno” potessero interagire liberamente con le tecnologie, just4fun.

The busting
Poi venne il giorno in cui venimmo tutti bustati.
Qualche giro di telefonate, l’ultima chattata in canale mentre la polizia impacchetta tutto, e via.
Ovviamente i giornali si son sprecati, definendoci ladri, terroristi e quant’altro. Ma mica era colpa nostra se nasa.gov era un colabrodo?:-)

Son passati diversi anni, il canale è ancora aperto, protetto da password, qualche vecchio amico lo rivedi. Nessun rancore per i tempi andati. Solo splendidi ricordi, di un mondo creato su misura per le nostre menti, per i nostri sogni.

Hanno detto che abbiamo rovinato diverse macchine bucate.
Falsissimo, anzi, molti admin (quelli seri) erano diventati veri amici. Perchè le macchine venivano sistemate. Non potevamo permettere che dei sistemi con dati sensibili potessero finire in mano a chi invece voleva lucrarci sopra.
Il rootkit stesso, ormai poteva essere considerato un patchkit, perfezionato dall’apporto di admin seri (quali quelli asiatici, particolarmente propensi ad ammettere i loro limiti).

Hanno detto che eravamo scriptkidd.
Tutto era codato “in casa”. Per uso e abuso interno. Abbiamo anticipato concetti come lkm e format string prima che prendessero diffusione in Italia (non dico che non esistessero, ma che non erano ancora conosciuti).

Hanno detto che avevamo fini di lucro.
Abbiamo avuto tra le mani dati talmente sensibili che volendo ci avremmo potuto mangiare per anni. E invece nessuno ha mai avuto un soldo in tasca da nulla. Anzi, molti esterni ci hanno guadagnato (vedi crack satellitari o software).

Hanno detto che non avevamo etica.
Invece avevamo una etica personale. Mettere la foto del culo di uno della crew sulla home era sì una puttanata, ma era sinonimo di tecnologie deboli. Che mondo costruiamo con tecnologie deboli? Hanno detto che non abbiamo portato nessun beneficio alla rete.
Io tutt’oggi ricevo le versioni in anteprima di mdk, essendo stato ai tempi della crew un betatester. Chi credete che ci abbia passato le macchine per testare patch e cazzi?

Chi è stato uno della crew…. lo riconosci subito. Ha un suo modo di vedere l’underground. Tende a
disprezzare il genere dei “l33t”. Tende a criticare tutto e tutti. Perchè vedere il mondo tecnologico come è oggi, farebbe incazzare chiunque.

In realtà la scena italiana sta peggiorando.
Ci rimarrà almeno il ricordo di tante giornate passate a divertirsi. E a sottomettere la tecnologia. Perchè è lei nostra schiava, non il contrario.

Commenti
Per chi non lo avesse capito, traspare una certa avversione per le crew moderne, per le finte community dove poi trovi termini come CdA, consiglieri e altre merdate varie.
Si critica chi considera tutto anti-etico.
I deface son lamer. I root son lamer. Essere lamer è lamer.
Siamo stati tutti lamer. Ma pochi possono ripensare alla propria “carriera informatica” con una lacrima in volto e un sorriso sulle labbra. Io posso. Questo mi basta.
Poi chiamatemi lamer, non me ne frega proprio nulla. Sono un ignorante, e me ne vanto.
Perchè fin tanto lo saro’, avro’ sempre cose da imparare, e piacere nell’impararlo.
L’unica persona a cui mi sento superiore è me stesso del giorno precedente.

Ringraziamenti
Purtroppo non posso fare nomi per non rovinare “la copertura”;-)
Pero’ se tu, lettore, hai capito chi sono, forse è perchè mi conosci bene. E mi hai già identificato. Quindi ti ringrazio per essermi stato vicino. E aver provato a conoscermi. Ringrazio la crew, che mi ha insegnato a vivere le tecnologie col sorriso.
Ringrazio la mia amata fidanzata, l’unica della reallife a conoscere il mio alter ego digitale e quello che ha combinato.
Ringrazio BFI. Si, proprio l’e-zine. Perchè? Neanche c’è bisogno di spiegarlo. PiGPeN si spiega da sè!
Ringrazio anche la StarWarzCrew. È stato un duo
fantastico. Che neanche tra mille anni.
Buonanotte.

Ultimo commento.
Ho appena riletto il tutto (son passati diversi giorni) e ho notato un sacco di errori logici, pensieri sconnessi, e forse qualche concetto poco chiaro o lasciato al caso.
Ho evitato accuratamente di provare a migliorarlo, perchè con questo txt non devo certo vincere una gara di scrittura. Quello sopra son io, sì forse in un momento di scarsa lucidità, ma son io.
Evitiamo di nasconderci. Siamo stupendamente unici.

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Pubblicato il
3 giu 2004
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