Freenet: l'anonimato collassa?

Freenet: l'anonimato collassa?

di Marco Calamari - Sulla chiusura di IIP c'è qualcosa da dire, come lo scarso impegno di chi proprio ora non sostiene strumenti essenziali per la difesa delle libertà digitali
di Marco Calamari - Sulla chiusura di IIP c'è qualcosa da dire, come lo scarso impegno di chi proprio ora non sostiene strumenti essenziali per la difesa delle libertà digitali


Roma – Un commento a IIP, la chat anonima collassa?

Premetto che sono assolutamente d’accordo che la perdita di IIP, come quella di qualunque risorsa per la e-privacy, sia un evento negativo da (possibilmente) impedire.

Come commento dal punto di vista tecnico, penso che la possibilità di trasmettere solo testo non diminuisca certo la “pericolosità sociale” o la “perseguibilità legale” di un sistema per l’anonimato.

Ho volutamente virgolettato le affermazioni; io avrei scritto “l’efficacia tecnica” perchè ovviamente non penso ai sistemi per l’anonimato come un pericolo ma come un bene per la società.

Il fatto che anche fra sostenitori dell’anonimato si usino questi termini e concetti IMHO è:
– pericoloso perchè sottointende sensi di colpa ed il fare qualcosa di brutto/cattivo
– una prova del potere dei media nel condizionare il linguaggio, e quindi i pensieri, di tutti noi.

Per venire al merito della questione della sopravvivenza di IIP, vorrei sottolineare che è un sistema abbastanza criticato dal punto di vista dell’anonimato puro; è probabilmente il migliore come chat anonima, ma non lega neanche le scarpe, in quanto ad anonimato, a sistemi di BBS anonimi quasi-interattivi come Frost o FMB.

D’altra parte l’interattività permette applicazioni, nel bene e nel male, tecnicamente molto sofisticate come il banking anonimo, che si poggia appunto su IIP.

IIP non usa Freenet come layer di trasporto anonimo, ma ne implementa uno suo basato su IRC, che non è dimostrato resistente ad attacchi anche di tipo elementare.

Infine, per quanto riguarda il meritorio “call for resources” a favore di IIP, è importante sottolineare che Freenet stessa, cioè il background su cui la maggior parte delle applicazioni per l’anonimato realmente operative poggiano, è permanentemente in condizioni critiche per la sopravvivenza, e ben pochi la sostengono anche solo versando qualche dollaro o dedicandogli qualche ora.

Chi lo fa tra di noi?
Chi lo ha mai fatto?
Chi ha speso un’ora del proprio tempo questa settimana per fare qualcosa ?

Questo richiede di gestire un triage, una scelta del più meritevole, quando le risorse(soldi e tempo) sono scarse. Freenet IMHO le merita senz’altro di più.

Mandate qualche soldo tramite il sito dedicato

Impegnatevi sul Progetto Freenet, magari usando la mail list italiana sul progetto

Ed ovviamente, se vi avanzano ancora tempo e/o soldi, fate rivivere IIP.

TANSTAAFL

Meditate gente, meditate….

Marco Calamari
www.marcoc.it

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Pubblicato il 17 giu 2004
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