Il telefonino e la crisi del regime

Il telefonino e la crisi del regime

di Lamberto Assenti - In Cina il record di cellulari attivi in un singolo paese. Si moltiplicano le opportunità di comunicazione e aumenta il malditesta del regime. La thought police potrebbe non farcela
di Lamberto Assenti - In Cina il record di cellulari attivi in un singolo paese. Si moltiplicano le opportunità di comunicazione e aumenta il malditesta del regime. La thought police potrebbe non farcela


Roma – Avrà il suo daffare il regime cinese per tenere a bada un esercito di telefoni cellulari che cresce come in nessun altro paese e che porta dietro la Grande Muraglia contenuti sempre più evoluti e nuove opportunità per comunicare, scambiare idee e materiali di ogni genere. Le stime ufficiali rilasciate in queste ore parlano di più di 300 milioni di utenti cinesi di telefonia mobile a fine maggio.

Dico tenere a bada perché, si sa, l’oligarchia pechinese non solo ha fin qui avuto l’intelligenza di trasformare il proprio mercato in una mecca per investitori e industrie occidentali ma ha anche dato prova della propria preveggenza nell’alimentare la diffusione di Internet e delle nuove tecnologie, associando il tutto a innovativi strumenti di censura e monitoraggio e a leggi severissime.

Fin qui il bastone e la carota dimostrano di funzionare. Non solo i telefonini dilagano ma anche il numero di utenti Internet in Cina cresce a ritmi che non hanno eguali nel mondo, nonostante le condanne per chi pubblica proprie idee in rete e la chiusura a raffica degli internet café che non danno garanzie di lealtà al regime. Nelle scorse ore ai provider cinesi, i cui network sono tutti imbrigliati nella dorsale controllata direttamente da Pechino, è stato chiesto di firmare un patto di disciplina , una sorta di giuramento che dovrebbe assicurare auto-regolamentazione, e che servirà a punire con maggiore severità i gestori che ospitassero utenti così folli da voler pubblicare, chessò, dissertazioni sui benefici della democrazia.

Ma la diffusione dei telefonini, proprio come quella dell’accesso alla rete, rischia di superare le quote di informazione che Pechino può tenere sotto controllo .

L’emergere di un ceto medio attento alle tecnologie , desideroso di comunicare e di sperimentare le opportunità della rete, pone una sfida non da poco ai gerarchi cinesi. Alla telefonia fissa, facilmente controllabile per sua natura, si è sommata negli anni la grande rete, la cui flessibilità da sempre disturba la morsa del controllo, e ora una diffusione tale di cellulari che rende la Cina il paese con il maggiore numero di utenti.

La speranza è che l’oligarchia abbia sbagliato i conti e che i numeri in campo possano giocare, per una volta, a favore delle libertà.

Lamberto Assenti

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Pubblicato il
22 giu 2004
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