SMS politici? Ma quale spam?

SMS politici? Ma quale spam?

Una visione contro-corrente: il cellulare è un mezzo che non ha precedenti e la battaglia anti-spam rischia di far perdere una parte della rivoluzione che rappresenta
Una visione contro-corrente: il cellulare è un mezzo che non ha precedenti e la battaglia anti-spam rischia di far perdere una parte della rivoluzione che rappresenta


Roma – Egregia redazione di Punto Informatico, so che mi prenderò le critiche dei benpensanti e dei sostenitori talebani della privacy a tutti i costi ma c’è una cosa che proprio non mi va giù. Sto parlando degli SMS di propaganda politica che vengono giudicati Spam.

L’ultima polemica è sorta come si sa dopoché la candidata a Milano del centrodestra, Ombretta Colli, ha deciso di spedire ad un certo numero di utenti di telefonia mobile un messaggino promozionale. A parte il fatto che, come tutti abbiamo potuto vedere, non è stato sufficiente a vincere al ballottaggio (ha vinto il centrosinistra), l’SMS della Colli è stato considerato Spam.

Io non ho votato a Milano perché risiedo a Roma ma ho ascoltato le critiche e credo che si stia perdendo un’occasione. Mi spiego.

Gli italiani, ma anche gli svedesi piuttosto che i filippini, dispongono di un numero enorme di telefonini, io personalmente conosco diverse persone che ne hanno più di uno e girano con 3 o 4 SIM. Dunque il cellulare non è solo una cosa che ci portiamo tutti appresso e che evidentemente apprezziamo per la comodità che rappresenta, ma è anche una cosa che ci consente di essere facilmente raggiunti.

Io credo che una democrazia per funzionare richieda partecipazione, quella partecipazione che gli italiani spesso e volentieri fanno mancare ma che è l’unica strada perché la democrazia si mantenga viva. E allora il telefonino dovrebbe poter diventare il mezzo con cui, nelle occasioni elettorali, gli italiani vengono contattati, o per invitarli al voto (vedi anche il caso dell’SMS della Presidenza del Consiglio ) oppure perché qualcuno che ha fatto un lungo lavoro per potersi presentare alle elezioni intende contattarli, magari offrendo l’opportunità per una riflessione in più sul voto, sul suo significato e sulla partecipazione alla vita democratica.

La mia impressione, e concludo, è che demonizzando episodi come questo si perda una grande opportunità.

Vi saluto cordialmente
Paolo N.

Caro Paolo
non posso che essere d’accordo sul fatto che la partecipazione alla vita democratica in Italia è quella che è (per una miriade di ragioni). Ma davvero non credo che bersagliando gli italiani di SMS non richiesti si dia un messaggio costruttivo di qualsiasi genere.
Credo invece che si leda la libertà di ciascuno di noi, cioè si sottragga diritto, nel momento in cui chi riceve l’SMS non abbia espressamente chiesto di ricevere quel tipo di messaggio. Proprio perché il telefonino è un oggetto importante per la comunicazione individuale credo sia importante proteggerlo dagli abusi.
Sul piano prettamente democratico, infine, mi chiedo se sia più utile che chiunque voti perché “istigato a farlo” oppure se non sia meglio che lo faccia solo chi ha scelto deliberatamente di informarsi e prendere una posizione e, dunque, si è messo in grado di scegliere. Ma questo è un altro discorso.
A presto, ciao, Lamberto Assenti

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Pubblicato il 29 giu 2004
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