Utenza telefonica e disdetta automatica

Utenza telefonica e disdetta automatica

Drammatica incredibile ricostruzione di una lettrice che ha perso la linea telefonica dopo aver chiesto informazioni ad un operatore alternativo a Telecom Italia
Drammatica incredibile ricostruzione di una lettrice che ha perso la linea telefonica dopo aver chiesto informazioni ad un operatore alternativo a Telecom Italia


Roma – Quali sono i rapporti tra clienti e operatori telefonici? Quali sono le tutele? Queste domande nell’epoca dei Call Center e delle attivazioni senza ricevuta, dei contratti incrociati tra operatori su procedure che spesso si inceppano sono all’ordine del giorno. Di seguito pubblichiamo una vicenda emblematica dei diritti dell’utente.

Il 26 giugno 2004 ho avuto l’insana idea di acquisire delle informazioni da Fastweb ed il risultato è stato che l’8 luglio 2004 mi hanno tagliato la linea Telecom.

Come è accaduto?

Il giorno 26 giugno 2004 mio figlio, su mio incarico, chiama il 192192 per saperne di più sulle offerte presenti sul sito Fastweb in scadenza il 30 giugno 2004 e richiede la visualizzazione del contratto.

Gli vengono richieste una serie di informazioni sul mio conto (codice fiscale, nome, banca e coordinate bancarie, etc..) con la precisazione che esse non costituiscono alcun impegno formale ma che essendo i tempi stretti servono per accelerare le procedure qualora si arrivasse alla sottoscrizione del contratto. Questo viene inviato lo stesso giorno alla e-mail di mio figlio accompagnato da una nota che sottolinea come Fastweb operi solo a sottoscrizione avvenuta.

Analizzo il contratto e lo giudico “una cambiale in bianco” dove l’unico costo indicato è relativo alla quota fissa di abbonamento nascosta sotto la voce “megaline adsl” che si è obbligati a prendere a qualsiasi altro servizio ci si abboni. La descrizione dei servizi offerti è pressocchè inesistente ed inoltre l’opzione di potenziamento (da 2mb a 4 mb) della linea di trasmissione che sul sito Fastweb veniva offerta gratuitamente per sempre se “richiesta contestualmente alla sottoscrizione dei servizi promo italia senzalimiti e promo internet giornoenotte” nel contratto appare tra i servizi addizionali a pagamento.

Rifiuto la proposta.

Il 2 luglio ricevo una e-mail in cui Fastweb mi scrive che il potenziamento della linea è assicurato ed in più mi offre altri due mesi di abbonamento a metà prezzo: prezzo che non compare in alcuna parte del contratto.

Un agente Fastweb mi contatta nella stessa serata per chiedermi se accetto l’offerta inviata: gli rispondo che non sono convinta e che ho bisogno di una integrazione esplicativa da inserire nel contratto. Ricevo un diniego e rifiuto. A quel punto l’agente mi informa che l’8 luglio la Telecom taglierà la mia linea telefonica poiché Fastweb ha erroneamente registrato i dati come contratto firmato e lo stesso 26 giugno ha inoltrato la disdetta a Telecom.

Sono allibita e chiedo che Fastweb receda: mi risponde che non dipende più da loro. Mi dice inoltre che andrò incontro a mesi senza telefono. Ho pensato che fosse solo una minaccia per farmi firmare.

Chiamo Telecom nella stessa serata del 2 luglio per accertarmi: mi viene confermato. Osservo che non avendo firmato alcun contratto sono una utente Telecom e che il rapporto tra noi è sancito da un contratto a suo tempo sottoscritto. Intimo di non procedere al taglio della linea pena una azione legale da parte mia. Telecom mi risponde che “la procedura è avviata e non si può far nulla”. Chiedo un fax a cui inviare una formale protesta e la sera stessa lo invio. Il giorno successivo mando una mail di diffida a Fastweb.
Dal 5 luglio seguono una serie di e-mail e fax da parte mia verso Telecom e Fastweb tese a non far interrompere la linea.
Il 6 luglio il call center di Telecom invia una e_mail in cui, citando le delibere dell’Autorità di Garanzia delle comunicazioni n. 4/99/CIR e 7/00/CIR, declina ogni responsabilità del disservizio.

Faccio notare con una eMail e fax dello stesso giorno che non è così e facendo riferimento agli art. 1325-26 e 1494 del codice civile invoco il rispetto del contratto.
Invio in giornata un fax a Telecom di richiesta immediata di riallacciamento della linea invocando la violazione dei termini di contratto con me sottoscritto e a Fastweb di procedere per il ripristino del mio numero non avendo mai dato loro alcun mandato scritto o verbale a prendere in uso la mia linea telecom: faccio presente inoltre che adirò per vie legali chiedendo ad entrambe le società i danni per i disservizi subiti.

Intanto mando una denuncia-esposto all’Autorità di Garanzia delle Comunicazioni.
Fastweb mi ricontatta per invitarmi di nuovo a firmare offrendo anche l’allacciamento gratuito.
Rifiuto e mi viene ribadito che starò per lunghi mesi senza telefono e che loro non possono fa nulla: offrono, inoltre, di rimborsare i 150 euro di nuovo contratto Telecom qualora io ne faccia richiesta.

Non accetto e cerco l’Associazione Nazionale Consumatori: invio dal sito una descrizione dei fatti: invio la stessa a “Striscia la Notizia”, a “Mi manda Rai3” e infine alla trasmissione radiofonica di R24 “al posto tuo”.
Non ricevo risposta e chiamo anche “Altro Consumo” di Milano che, dopo avermi chiesto se sono una iscritta, mi consiglia di inviare quanto già trasmesso a Telecom e Fastweb via fax a anche via posta: l’ho fatto subito.

Tutto però continua a tacere ed io continuo a rimanere senza telefono.

L’8 luglio ricevo dal call center di Telecom una e-mail in cui mi chiede di rifare la domanda per riavere il mio numero e allegare la disdetta del nuovo operatore.
Mi sembra una farsa: al danno si unisce la beffa. Invio un nuovo fax in cui informo che ho gia richiesto la riattivazione gratuita della linea Telecom che non ho mai disdettato e che non posso inviare la disdetta “del nuovo operatore” visto che non ho mai avuto un operatore diverso da Telecom.

Nel silenzio che impera decido di tentare la carta del Giudice di Pace: il 12 luglio mi reco in via Sforza a Milano per inoltrare una denuncia contro Telecom e Fastweb. Dopo essere passata da 2 uffici diversi e 2 ore a far nulla riesco a parlare con la giudice di pace: il risultato è che non sa cosa fare e per giunta non ha i moduli per raccogliere la mia denuncia.

Esco e vado in Piazza Affari alla sede Telecom: non mi fanno entrare perchè la società non ha più servizi aperti agli utenti.
Da Piazza Cordusio richiamo il 187: sembra che qualcuno si muova, mi dicono che sarò contattata entro 48 ore.
La sera del 13 luglio richiamo e mi dicono che loro non hanno colpe che tutto dipende da Fastweb che non vuole ridare il numero: si dicono tutelati da una comunicazione-contratto firmato a loro inoltrato.

Mi arrabbio: chiedo di parlare con un direttore commerciale. Mi dicono che devo chiamare il mattino successivo e parlare con l’agente di zona.
Il 14 luglio invio un altro fax sia a Telecom che a Fastweb:
– a Telecom oltre a richiedere la riattivazione gratuita del telefono chiedo anche la visura del sedicente contratto; allego la comunicazione inviata a Fastweb;
– a Fastweb intimo il rilascio del numero per non aver mai ricevuto mandato né scritto né verbale a disdire la mia linea Telecom: informo inoltre di aver richiesto a Telecom visura della loro richiesta e che quindi rischiano di essere denunciati per falsa dichiarazione e contraffazione di firma.

Il 15 luglio ho ritelefonato al 187 ed ho ripetuto all’agente di zona le mie disavventure: lamentano una mancanza di segnalazione da parte mia. Alterata informo che ho inviato fax, e-mail e raccomandate. Le ritrovano e mi dicono che: “la mia situazione è in esame” e mi faranno sapere.

Stamane sono andata alla Federconsumatori per avviare attraverso loro una denuncia: sembrerebbe che Wind e Tele2 operino allo stesso modo e che tutto ciò che si riesce a ottenere è di fare un nuovo allacciamento e chiedere il rimborso.

Nicoletta M.

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Pubblicato il 21 lug 2004
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