SCO e BayStar riaprono le ostilità

SCO e BayStar riaprono le ostilità

BayStar accusa SCO di averle nascosto alcune informazioni sulla propria divisione SCOsource e intende bloccare un recente accordo raggiunto fra le due parti in attesa della decisione di un tribunale
BayStar accusa SCO di averle nascosto alcune informazioni sulla propria divisione SCOsource e intende bloccare un recente accordo raggiunto fra le due parti in attesa della decisione di un tribunale


San Francisco (USA) – SCO Group e la società di investimenti BayStar Capital sono tornate a puntarsi contro le baionette. Il segnale di guerra è partito nel fine settimana dalla società americana di capital venture che, in un comunicato, ha minacciato di adire le vie legali per risolvere “una questione rimasta in sospeso fra le due parti”.

L’anno scorso BayStar ha investito nella belligerante madrina di UNIX 20 milioni di dollari, una somma che ad aprile ha minacciato di ritirare a causa di presunte violazioni al contratto da parte di SCO: in particolare, BayStar accusava la partner di averle celato alcune informazioni riguardanti la sua situazione economica e le sue strategie di mercato. Appena un mese più tardi, con una mossa apparentemente contraddittoria, BayStar ha deciso di acquistare i due terzi delle azioni di SCO possedute da Royal Bank of Canada , portando così il proprio investimento nella società di Lindon a 40 milioni di dollari.

Secondo alcuni analisti, incrementando la propria quota azionaria BayStar intendeva influenzare più da vicino le manovre economiche di SCO e, nello stesso tempo, aiutarla a finanziare le battaglie legali contro IBM, Novell e le altre società coinvolte dall’ex Caldera nella sua battaglia a Linux. BayStar sperava probabilmente di rientrare in possesso del proprio investimento in tempi brevi, speranza andata però delusa dall’insuccesso di quella strategia con cui, fino ad oggi, SCO ha tentato di generare profitti da Linux.

Una conferma a tale ipotesi sembra arrivata lo scorso giugno, quando BayStar, con un nuovo “piano di fuga”, stipulò un accordo con SCO per scambiare una parte delle azioni privilegiate di quest’ultima con azioni ordinarie, direttamente cedibili a terzi, e rivendere a quest’ultima la restante parte per 13 milioni di dollari. Se SCO riteneva di aver chiuso con successo l’accordo, così non è per BayStar.

In un comunicato diffuso lo scorso venerdì, la società di capital venture ha spiegato, senza scendere nei dettagli, che fra le due società esiste ancora un problema irrisolto. La società si è detta intenzionata a sottoporre la questione ad un tribunale presentando una richiesta di “declaratory judgment”, un tipo di sentenza che si limita a stabilire, senza ulteriori ordinanze (danni, pene, ecc.), quali delle due parti ha ragione e quale torto.

A poche ore di distanza SCO ha risposto con un altro comunicato in cui, oltre a ribadire il fatto di ritenere l’accordo “in via di conclusione e vincolante”, ha fornito qualche informazione in più sulle rivendicazioni di BayStar. A quanto pare quest’ultima sostiene, similmente a quanto aveva fatto negli scorsi mesi, che SCO abbia perseguito una politica poco trasparente nell’informare la controparte sulla propria situazione economica e, in particolare, sulle “reali opportunità di licensing” di SCOsource, la divisione di SCO che gestisce le proprietà intellettuali su UNIX e le relative cause legali.

“BayStar ha anche dichiarato che non considererà chiusa la transazione di riacquisto (delle azioni, NdR), fino a che SCO non le fornirà informazioni confidenziali che supportino l’accuratezza delle recenti rivelazioni pubbliche di SCO riguardanti il business di SCOsource”, si legge nel comunicato di SCO. “SCO ha rifiutato di fornire le informazioni relative a SCOsource richieste da BayStar allo scopo di proteggere la natura privata e confidenziale di tali informazioni e i nomi delle società che sono in trattative di licensing con SCOsource, ed anche per evitare il nascere di speculazioni riguardo il business di SCOsource”.

SCO afferma di aver già inviato a BayStar un certificato che rappresenta 2.105.263 azioni ordinarie e di essere pronta a versare alla controparte la somma pattuita di 13 milioni di dollari.

Ora non resta che seguire lo sviluppo di una vicenda che, in caso di mancato accordo fra le parti, sembra destinata a coinvolgere SCO in una nuova causa legale.

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Pubblicato il 26 lug 2004
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