Interrogazione sui brevetti software

Interrogazione sui brevetti software

Nel deserto delle iniziative contro la direttiva che porterà in Europa i brevetti all'americana spicca una richiesta forte del deputato diessino Bellini
Nel deserto delle iniziative contro la direttiva che porterà in Europa i brevetti all'americana spicca una richiesta forte del deputato diessino Bellini


Roma – Il 5 luglio scorso il deputato diessino Giovanni Bellini ha presentato una interrogazione a risposta in Commissione al ministro per le Politiche comunitarie attorno ad una questione sulla quale da tempo in Italia è piombato il silenzio nonostante la sua rilevanza: l’imminente direttiva europea che introduce i brevetti sul software nella UE sul modello di quelli americani. Una direttiva che era stata pesantemente emendata dal Parlamento europeo ma che il Consiglio dei Ministri ha invece ampiamente ritoccato dopo il voto in prima lettura dell’Europarlamento, tirandone fuori un testo ancora più vicino al modello USA di quello originale.

Di seguito il testo completo dell’interrogazione di Bellini :

“BELLINI. – Al Ministro per le politiche comunitarie. – Per sapere – premesso che:

nella riunione del 17 e 18 maggio scorso, il Consiglio europeo dei ministri sulle Competitività, a Bruxelles, ha rigettato gli emendamenti che il Parlamento europeo aveva apportato all’originale direttiva sulla brevettabilità del software;

il risultato del compromesso approvato dal Consiglio dei ministri è da considerarsi a giudizio dell’interrogante addirittura peggiore della proposta originaria, perché potenzialmente permette di brevettare qualunque programma per elaboratore;

una tale legislazione sarebbe deleteria per il tessuto produttivo europeo legato alle moderne tecnologie, che è costituito in massima parte di piccole e medie imprese utilizzatrici o produttrici di software;

una forte protezione brevettuale in questo campo avvantaggia solo chi ha già registrato un gran numero di brevetti e può quindi stringere accordi di non belligeranza con le altre grandi imprese, crea artificialmente delle “barriere all’ingresso” per le nuove aziende e limita la libera concorrenza nel settore;

tale direttiva è stata definita dal Ministro Lucio Stanca “contraria agli interessi tipici italiani e delle piccole e medie imprese e limitativa dello sviluppo” e dal Vice Ministro Baldassarri “fortemente discriminante verso l’offerta basata su soluzioni open source, in quanto incompatibili con il sistema di royalty, limitativa de iure del pluralismo informatico”;

il Governo italiano si è astenuto dal votare la risoluzione proposta dalla presidenza irlandese, sponsorizzata da importanti multinazionali del software -:

QUALI INIZIATIVE intende adottare il Governo perché il testo della direttiva, che suscita forti perplessità e lascia ampi spazi di incertezza in merito alle condizioni di applicabilità del brevetto, venga modificato in conformità alle obiezioni sollevate dall’Italia e nel rispetto delle regole di libera concorrenza e di sviluppo economico”.

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Pubblicato il 27 lug 2004
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