Una Internet che delude?

Una Internet che delude?

Se lo spam uccide l'email ci sono altre cose che uccidono internet, come dimostra il calo dei servizi e delle informazioni gratuitamente accessibili. Ma è davvero così?
Se lo spam uccide l'email ci sono altre cose che uccidono internet, come dimostra il calo dei servizi e delle informazioni gratuitamente accessibili. Ma è davvero così?


Roma – Tempo fa Punto Informatico pubblico’ un mio articolo in cui dimostravo con vari esempi come le informazioni effettivamente reperibili su Internet siano molto poche. Il fallimento della campagna telematica del candidato USA Dean e l’articolo di un lettore di PI che prevede un rapido declino di Internet data la difficoltà a usare email piene di spam e con i servizi e le scarse informazioni online ormai quasi tutti a pagamento, mi inducono a alcune riflessioni.

I navigatori italiani sarebbero 13 o 19 milioni (statistiche un po’ discordanti, eh?). Chi vende computer e annessi ha tutto l’interesse a far credere che ormai quasi tutti siano collegati a Internet, che ci si trovi tutto, e guai a chi resta fuori dal gioco.
Se pero’ si fa un giretto per i siti e i newsgroup politici italiani si nota come i partecipanti siano pochissimi, e certi nomi compaiono in posti diversi.

A sinistra Ecn.org con le sue ML sui 200 membri sostiene che a leggere i messaggi siano milioni, lo si puo’ credere o no, difficile trovare dati per smentirli. Dalla parte opposta AreaBinaria con 400 iscritti: qui il controllo è più facile, perchè su Yahoo (con moltissimi gruppi, ma spesso sotto i cinque iscritti) anche solo per leggere bisogna registrarsi, il che significa che ogni mille voti andati alla Mussolini ci sarà stato al massimo uno che bazzicava su Internet, il che fa pensare che la rete come luogo di diffusione di idee politiche e di propaganda elettorale non serve gran che.

Probabilmente anche l’insuccesso di Dean va imputato a una effettiva pervasività della rete molto inferiore a quella declamata, persino in un paese con una percentuale di naviganti stimata doppia rispetto a quella italiana.

E in Italia entra in gioco la legge sulla privacy, si sono viste le proteste contro i due candidati che pare abbiano inviato delle EMail agli elettori. Come per la pubblicità, anche per la propaganda politica è comprensibile la avversione di molti a ricevere spam, ma l’altra faccia della medaglia è che il proibirlo riduce di molto il valore della rete come mezzo di diffusione e discussione di idee politiche, se Tizio non puo’ nemmeno far sapere che ha fondato un gruppo con il tal programma, è difficile che qualcuno vada a cercarne il sito.

E in campo economico? I servizi bancari delle Poste con la informatizzazione non sono diventati molto più rapidi, ma i prezzi di versamenti in ccp e altre cose sono aumentati eccome: se lo si vuole considerare un investimento sarebbe stato meglio non farlo. Le banche che in passato si appropriavano di cinque giorni di valuta per gli assegni su piazza e quindici giorni per gli assegni fuori piazza, non è che con la telematica siano passati alla verifica istantanea della copertura degli assegni e al loro accredito immediato, al contrario hanno esteso a quindici giorni la valuta anche per gli assegni su piazza. E la Coop NordEst accredita gli assegni postali dopo 45 giorni!

I grandiosi progetti di e-commerce sono stati molto ridimensionati, ormai si è praticamente rinunciato a occuparsi dei consumatori finali e ci si riduce ai rapporti tra aziende, e che questi funzionino bene ne dubito, altrimenti non ci sarebbe motivo di non estendere un sistema ben funzionante e collaudato alla massa dei consumatori.
Le informazioni online sono spesso carenti, non di rado ingannevoli (Contoarancio cita il suo elevato tasso di interesse (iniziale), ma tace sul fatto che le banche online richiedono un altro conto, non virtuale, su cui effettuare costose operazioni con bonifici), e alla fin fine occorre andare agli sportelli o telefonare.

Privati e Poste offrono visure catastali, ma le spediscono a casa, e non viene a costare meno nè ci si mette meno tempo che a fare un salto al Catasto. Quanto ai disoccupati, da alcuni mesi il Ministero del lavoro ha fatto sparire il servizio di collocamento online e-Labor, con una vaga promessa di sostituirlo prima o poi con qualcosa di simile, e intanto gli uffici di collocamento (uso la vecchia dizione) e Unioncamere si rifiutano di fornire il file con gli indirizzi di email di quell’80% di imprese che è ormai dotato di posta elettronica, file che in alcuni servizi di email consentirebbe di spedire contemporaneamente il proprio Curriculum vitae a tutte le imprese digitando il nome del file con gli indirizzi nel campo del destinatario, sarebbe un modo rapido ed efficiente per cercare lavoro, e invece viene impedito.

Personalmente non voglio fare profezie sul futuro di Internet, ma se non si decidono a fornire una quantità di servizi e informazioni gratuiti che ripaghino delle spese inevitabili come hardware e collegamenti, la scelta più razionale è non perderci sopra troppo tempo e spendere il meno possibile, preferibilmente niente.

Pahor Paolo

Caro Paolo
sottoscrivo molte delle cose che hai scritto pur segnalando che sono molti gli indicatori che avvertono di un nuovo aumento nel numero di utenti almeno dall’inizio di quest’anno dopo due anni di semi-stasi. Il fatto che la maggior parte di essi non acceda a newsgroup o mailing list è probabilmente direttamente collegato alla scarsa conoscenza della rete da parte dei neo-connessi, ossia della grande maggioranza degli utenti italiani. E spiega i grandi numeri registrati dai portali tuttofare.

La presenza di servizi e informazioni in rete, anche qui in Italia, ha seguito varie fasi “stop and go” ma la vitalità di molte frequentate e direi “accanite” comunità credo faccia ben sperare per il futuro di questo grande network, il cui valore aggiunto, dovremmo ricordarcelo più spesso, non credo stia tanto o soltanto negli aspetti che hai citato quanto anche e soprattutto nelle opportunità che offre per una crescita personale e per lo sviluppo della persona.
Un saluto, Lamberto Assenti

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Pubblicato il
29 lug 2004
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