New York (USA) – Seguendo quella strategia con cui intende fare del proprio sistema operativo Unix-like il rivale più diretto di Linux, Sun ha promesso maggiori compensi a chi, fra i suoi agenti di commercio, venderà Solaris insieme a macchine prodotte da terze parti.
“Se un rappresentate vende Solaris su server marchiati Dell, IBM o anche HP (Xeon o Nocona), noi lo pagheremo come se avesse venduto il nostro hardware”, ha scritto Jonathan Schwartz, Chief Operating Officer di Sun, nel proprio blog .
Descrivendo questa iniziativa come “un enorme cambiamento culturale”, Schwartz ha affermato che la propria azienda vuole fare di Solaris “il leader delle vendite in volumi su tutti i sistemi”, dalle più economiche workstation ai server di fascia alta.
In seno a questa strategia gioca un ruolo chiave Solaris x86, un sistema operativo con cui Sun spera di scalzare Linux là dove questo è oggi più forte, ovvero sugli economici server basati su hardware x86. Di recente l’azienda ha anche ventilato l’ipotesi di rilasciare il proprio sistema operativo sotto una licenza open source , una mossa con cui spera di rendere Solaris ancor più appetibile nei confronti di distribuzioni Linux come quella di Red Hat e Novell.
Sun sta puntando molto anche sulla compatibilità di Solaris x86 con i processori x86 a 64 bit di AMD e Intel, chip su cui ha già sviluppato alcune linee di server e workstation. Accanto a questi, tuttavia, Sun supporta con sempre maggior interesse anche i processori Itanium di Intel e Power di IBM, entrambi diretti rivali dei suoi processori UltraSPARC.