Evvai, l'ADSL è Wi-Fi condiviso

Evvai, l'ADSL è Wi-Fi condiviso

di Luddist - Dovranno forse passare al vaglio dell'Autorità TLC ma gli incentivi per tornare a fare del Wi-Fi una risorsa condivisa, e condividere l'ADSL, sono una forma di poesia
di Luddist - Dovranno forse passare al vaglio dell'Autorità TLC ma gli incentivi per tornare a fare del Wi-Fi una risorsa condivisa, e condividere l'ADSL, sono una forma di poesia


Roma – C’è qualcosa di poetico nell’idea di NoCable di lanciare un servizio che spinge il cliente a trovare altri utenti interessati all’ADSL, per condividere tutti insieme allegramente la banda passante. Grazie al Wi-Fi, naturalmente, specialità dell’azienda e per tanti ormai cyberluogo di culto tanto etereo quanto efficiente.

L’idea è semplice: ai clienti ADSL che oggi sfruttano una connettività da 640 Kbps, NoCable offre la possibilità di rientrare completamente della spesa se, in un raggio di 300 metri dal proprio domicilio o dal proprio ufficio, individuano almeno altri tre utenti che sono interessati a condividere la banda ADSL sfruttando il servizio wireless di NoCable.

E’ poesia per almeno due buone ragioni.

La prima perché è nei fatti una reazione a quell’irregimentazione del Wi-Fi che in Europa fa svettare l’Italia tra i paesi con minore capacità di innovazione nelle comunicazioni: laddove si pongono divieti e paletti all’uso spontaneo e diffuso di una risorsa come il Wi-Fi arriva un provider che pensa proprio a quello per sfruttare il broad band dell’ADSL (che non è “rete veloce”, come si legge un po’ ovunque, ma è “rete sempre”, ossia always-on).

La seconda è che l’offerta incontra perfettamente il senso stesso della rete, parlo di internet e della multiformità delle sue infinite sottoreti, e ancora di più quello del Wi-Fi: condividere, condividere, condividere.

Mi si obbietterà che c’è chi condivide il Wi-Fi anche quando non vuole, perché qualche buchetto di sicurezza c’è ancora e si sa. Mi si dirà che non c’è tanta poesia se l’utente che trova altri tre utenti rientra dei soldi e, anzi, guadagna persino qualche euro sugli abbonamenti degli altri. Sono obiezioni a cui non do peso perché da qualche parte, e chissà forse proprio da qui, deve iniziare quantomeno una piccola riscossa del Wi-Fi italiano. Via le blindature, largo allo sharing.

Leggo, mi dicono, si sussurra, che il servizio potrebbe incontrare ostacoli normativi, forse persino l’opposizione dell’Authority TLC. Secondo qualcuno, infatti, l’ADSL non si può condividere in questo modo. Non la pensa così NoCable e, c’è da giurarci, difficilmente lo penseranno gli utenti interessati a condividere, per risparmiare e poter sfruttare un ADSL che non sempre è disponibile ovunque e che talvolta è un’odissea riuscire ad attivare ma che è pur sempre, oggi come oggi, il miglior modo per garantirsi una connessione permanente ad Internet.

“Diventa un cliente operatore – dice NoCable – condividendo in maniera legale la tua banda con altri amici attraverso un nostro hot-spot. Contribuisci ad aumentare la copertura nel nostro Paese e a ridurre il digital-divide”. Come resistere?

Luddist

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Pubblicato il 13 set 2004
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