DTT, ma che decoder stiamo comprando?

DTT, ma che decoder stiamo comprando?

Se lo chiede un lettore che ha approfondito la questione. Se le specifiche definitive sull'offerta dtt arriveranno nel 2005 oggi che cosa stanno acquistando gli italiani?
Se lo chiede un lettore che ha approfondito la questione. Se le specifiche definitive sull'offerta dtt arriveranno nel 2005 oggi che cosa stanno acquistando gli italiani?


Roma – Spettabile Punto-Informatico, ho notato che alcune emittenti hanno iniziato a scoprire le carte sull’offerta pay del digitale terrestre. Le prime che hanno illustrato nel dettaglio la propria offerta sono conto.tv e superpippa.tv, le emittenti “sorelle” di cui avete avuto modo di occuparvi di recente per altre vicende.

Ebbene conto.tv, che offre in via promozionale il decoder a chi ne farà richiesta sul suo sito (solo 9 euro per le spese si spedizione se si puo’ ancora disporre di incentivo statale), ha optato per un modello Access Media IT.Box con supporto alla codifica Conax.

Apparentemente si tratta di una versione “personalizzata” di questo decoder che adotterebbe, a differenza dei modelli acquistabili negli scaffali dei normali negozi, una particolare codifica per il supporto della pay-tv, la codifica Conax appunto.
Mediaset, a detta del giornale “Il Mondo”, lancerà la sua offerta tramite 4 milioni di nuovi decoder con tanto di bollino “Mediaset Tested Premium” e un’offerta ad hoc per questi decoder.

Mi è sorta spontanea una domanda: cosa accade se le diverse emittenti dovessero optare per standard differenti? Dovremo dotarci di tanti decoder quanti sono gli standard, un po’ come sta avvenendo per il mondo del sat? Non so rispondere, ho chiamato il numero verde del Ministero delle comunicazioni per il digitale terrestre (840.022.000) e non mi hanno saputo rispondere, ho cercato un po’ di documentazione ufficiale in giro ed ecco che la mia confusione è aumentata.

Ad oggi i più informati sanno o hanno scoperto loro malgrado che passare al DTT puo’ significare restare fino al 2006 senza copertura (totale, parziale o imperfetta) del digitale terrestre e che, in alcuni casi, dovranno ricorrere ad un antennista per adeguare l’impianto nato per l’analogico terrestre. Non sanno, o almeno io lo ignoravo, che l’apparecchio che si portano a casa (pensando di fare un ‘affarè usando l’incentivo statale) non puo’ essere già pienamente conforme con il servizio lanciato nel 2006 perchè le specifiche di questo servizio semplicemente non sono state ancora completamente definite.

Prima interessante lettura su dgtvi, il sito ufficiale per il digitale terrestre. Un’occhiata alle specifiche ( qui in pdf ) fa saltare all’occhio che:

9.1.1. per problemi legati alla pirateria, non si costringeranno gli operatori ad usare tutti lo stesso sistema di codifica

9.1.3. si dice che il set-top-box “dovrebbe” (shall) essere dotato di una di queste soluzioni:
* lettore di smart card (ISO 7816) con, implementati, i diversi stack di protocollo (NON SPECIFICATI)
* lettore di smart card e slot Common Interface
* slot common interface contenente un lettore di smart card

Da notare che le specifiche si rifanno ad un linguaggio preciso. La dizione “shall” è diversa da “must”, quindi quanto detto è “gradito” ma “non obbligatorio” per i produttori. È possibile che qualche produttore abbia previsto possibili aggiornamenti over-the-air, ma le specifiche parlano chiaramente di aspetti graditi (e non obbligatori) per l’accesso condizionato.

Ancora, se andate qui , a pag.9 si sottolinea come sia indispensabile che i set-top-box debbano supportare diversi CA (accessi condizionati):
* Openness to support different CAs is key

In sintesi emerge che si sta ancora caldamente discutendo intorno all’accesso condizionato che sarà la chiave dei tanti servizi a pagamento (comunque, in verità, possibili con i decoder MHP attuali, ma in maniera evidentemente “limitata”).

La mia impressione è che quelli che stiamo acquistando adesso sono poco più dei decoder free-to-air, con un minimo di possibilità di acquisto. Manca ancora una specifica dettagliata su uno standard che supporti i diversi sistemi di accesso condizionato.

Facendo un paragone con un campo simile, ovvero il sat, è “quasi” come se adesso fossero in vendita i decoder free-to-air mentre non ancora sono acquistabili i decoder common interface e le relative CAM. Inoltre tutta la parte di T-Government sembra profondamente indietro tanto che, quasi ironicamente, nel documento è scritto testualmente: DVB activities in this area just (re)started.

Questo pdf è molto interessante: sintetizza i tanti aspetti tecnici tuttoggi scoperti. È impressionante notare che solo a febbraio 2005, a meno di ritardi, saranno rilasciate le direttive e le specifiche complete per il digitale terrestre.

Non sarebbe il caso di sospendere la vendita di questi apparecchi in attesa che le specifiche vengano completate e i nuovi modelli, compatibili con le nuove specifiche, escano sul mercato?
Quanto gli italiani sono consapevoli che con le loro tasche stanno sperimentando una tecnologia in corso di evoluzione?
Cosa dirà un italiano che ha appena acquistato uno di questi apparecchi, usufruendo dell’incentivo statale, quando scoprirà che gli è inibito l’accesso già ai canali a pagamento (in primis conto.tv e superpippa.tv) e deve comprare un altro set-top-box?

Lettera firmata

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Pubblicato il
22 set 2004
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