Contrappunti/ Il parco buoi

Contrappunti/ Il parco buoi

di Massimo Mantellini - Dalle tariffe dell'ADSL a quelle dei servizi telefonici, dalla televisione satellitare ai garanti fino ai ministri: gli italiani protestano, si agitano e muggiscono
di Massimo Mantellini - Dalle tariffe dell'ADSL a quelle dei servizi telefonici, dalla televisione satellitare ai garanti fino ai ministri: gli italiani protestano, si agitano e muggiscono


Roma – Cio’ che possiamo fare liberamente è “muggire”. Siamo – tutti noi che usiamo nuovi e meno nuovi strumenti tecnologici (dai cellulari a internet, dalla Tv satellitare ai sistemi di musica digitale) – il parco buoi della tecnologia. Un ammasso di senzadimora ai quali qualsiasi cosa può essere tranquillamente propinata. Quello che qualcuno crudelmente chiama “mercato” è invece, nel nostro paese, un posto nel quale valgono sempre e comunque solo le regole del venditore. Lascio ad altri la disquisizione sull’esserci meritati i nostri passati ed attuali amministratori. Sorvolo anche sulla nota incapacità italica di aggregare, in rete e fuori, cittadini, utenti internet, o abitanti dello stivale di ogni genere ed aspetto che condividano liberamente idee e proponimenti e ne vogliano governare il cambiamento.

Quello che oggi mi chiedo – per fare un esempio – è quanti cittadini italiani sanno che dal primo ottobre chiamare il 12 per chiedere il numero di telefono della zia di Biella costerà la bella cifra di 2,08 euro. Duevirgolazeroottoeuro. La chiamano, senza vergognarsi, “liberalizzazione del mercato”. Chi glielo dice al parco buoi che oltralpe Telecomitalia in queste stesse giornate autunnali offre ai cittadini francesi a poco più di 5 euro (il costo di due chiaccherate di 10 secondi con un operatore umano del 12) un accesso adsl flat mensile 1024/512? Chi ha voglia e tempo per rammentare ai nostri eleganti Commissari dell’Autorithy delle Garanzie nelle Comunicazioni che ciò accade perchè in Francia i prezzi all’ingrosso della connettività sono, per ragioni molto poco misteriose, clamorosamente più bassi di quelli nostrani? Cosa li paghiamo a fare questi signori (da anni fra l’altro e profumatamente) se le garanzie che garantiscono non sono mai le nostre e sempre quelle di qualcun altro?

Chi racconta alla mia vecchia zia che abbiamo un Ministro dei Beni Culturali che assume impegni solenni in Parlamento promettendo di modificare “al più presto” leggi appena approvate di cui poi nel giro di un mesetto estivo si dimentica? Che si sia trattato di una insolazione? Nel resto d’Europa spesso ci si dimette – vergognandosi – per molto meno; da noi Giuliano Urbani continua a sorridere a tutti, facendo arrabbiare tutti. Ultimi nell’ordine gli editori al cui convegno si è presentato dicendo che lui di editoria proprio non ci capisce nulla. Poi dicono la sincerità.

Chi spiega alla mia zietta che in Italia portali visitatissimi come Virgilio hanno ancora (dopo anni di polemiche e migliaia di denunce alla Polizia postale) a due click dalla homepage intere batterie di dialer che spillano soldi ai meno svegli (o ai più imberbi) fra i navigatori della rete internet italiana quando in Irlanda, dove la minaccia delle truffe telefoniche via dialer è assai più recente – hanno appena tagliato fuori dalla preselezione telefonica di “tutta” la popolazione dell’isola una quindicina di prefissi intercontinentali con la semplice ragione che venivano usati per turlupinare i cittadini con i dialer? E chi ha davvero una zia alle Isole Salomone o alle Comore da chiamare per le feste deve semplicemente comporre un numero di telefono e farsi volontariamente abilitare la linea. Si chiama opt-in, baby, ne abbiamo mai sentito parlare da queste parti? Non nel nostro fantastico parco buoi.

L’operatore monopolista della TV satellitare a pagamento sta spedendo gratuitamente, nelle case di migliaia di italiani i suoi nuovi fantastici decoder. Dall’inizio del prossimo anni vedremo – pagando – solo i canali che vorrà Murdoch e solo nella codifica di sua proprietà, in barba a leggi dello Stato come quella appositamente scritta anni fa sul decoder unico. Si è inalberato il Ministro Gasparri? Niente affatto. Ha perfino visto il magnate australiano giusto qualche giorno fa, ma hanno ragionevolmente parlato d’altro. Ha alzato alti strali l’Authority Antitrust interpellata dai produttori di decoder che Sky sta buttando fuori dal mercato? Macchè. Il garante si è perfino già pronunciato. Veloce ed incisivo ha detto che per lui è tutto ok. E se è ok per lui figurarsi per noi, chiusi dentro questo confortevole recinto per bovini.

Certo il discorso del mercato farlocco deborda vigorosamente dall’ambito tecnologico per interessare mille altri articoli e soggetti: dal latte in polvere per i neonati ai costi dei farmaci e di mille altri prodotti, e non è certo questo il posto per lamentarsene. Così la valutazione su una idea di etica politica sempre più ignorata e residuale non puo’ essere attribuita per intero al Ministro Urbani o al Gasparri affossatore del wi-fi italiano. E nemmeno ci possiamo lamentare più di tanto della miriade di maneggioni non autorizzati che spingono lo sviluppo tecnologico del paese verso direzioni tanto più folkloristiche quanto più vicine ai loro personali interessi economici. Esiste una prassi politica consolidata che si disinteressa del colore politico di chi la amministra per produrre da anni sempre i medesimi effetti. E del resto è noto: il massimo dell’opposizione che ci si potrà trovare di fronte, qualsiasi scelta si deciderà di compiere, sarà quella acustica e vagamente alpestre di qualche scampanellante muggito.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
27 set 2004
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