Flat-rate/ Galactica si rimangia la flat

Flat-rate/ Galactica si rimangia la flat

Accusa Telecom Italia di aver affossato lo sviluppo delle flat-rate in Italia e cambia tutti i suoi contratti suscitando una protesta che ha pochi precedenti. Futuro a rischio per il provider? Il punto in due commenti. Tutti i dettagli
Accusa Telecom Italia di aver affossato lo sviluppo delle flat-rate in Italia e cambia tutti i suoi contratti suscitando una protesta che ha pochi precedenti. Futuro a rischio per il provider? Il punto in due commenti. Tutti i dettagli


Roma – La lettera che venerdì mattina Galactica ha inviato ai propri utenti ha fatto in poche ore il giro della rete creando un’ondata di proteste e perplessità nei numerosi abbonati ai servizi internet del provider.

Nella lettera, Galactica annuncia una vera e propria rivoluzione dei contratti di accesso flat, che passano dalle pubblicizzate “24 ore su 24” a semplici pacchetti-ore, sulla scia di quanto già deciso da altri provider, e attacca duramente la politica tariffaria di Telecom Italia.

Ma la “rivoluzione”, al di là delle ragioni che possono averla provocata, non sembra proprio andar giù all’utenza che già poche ore dopo la diffusione dell’email di Galactica aveva riempito di commenti i newsgroup e i forum di Punto Informatico, letteralmente inondando la redazione di segnalazioni. Molte lettere sostengono la necessità di un’azione legale collettiva contro il provider, ulteriore segno di una “rottura” che appare definitiva tra Galactica e un numero importante di propri clienti.

Dal primo agosto 2001 Galactica abbandonerà il modello di flat-rate fin qui portato avanti nonostante i molti problemi che soprattutto negli ultimi mesi hanno investito il provider, portando alla chiusura dei contratti di fornitura con tutti quegli utenti che, secondo Galactica, “abusavano” del servizio “danneggiando” gli altri utenti. Nella lettera diffusa venerdì il provider sostiene che quella proposta, è una inevitabile trasformazione del servizio flat. Ma quanto deciso appare a molti come una palese “ritirata”, anche perché non arriva da uno dei tanti fornitori che nei mesi scorsi hanno tentato di lanciare, spesso vanamente, servizi flat, ma arriva proprio dal primo provider italiano ad aver annunciato ormai più di un anno fa, un servizio flat, a suo tempo pubblicizzato come possibilità di connessione “24 ore su 24, 7 giorni su 7”.

Non solo, nella lettera firmata da Galactica, riportata integralmente nell’ultima pagina di questo articolo, il provider annuncia l’abbandono del rapporto modem-utenti 1 a 5 sottolineando che non è più proponibile. A chi non accetta le nuove condizioni, Galactica propone la rescissione del contratto e la restituzione di quanto non fruito, una soluzione che alcuni utenti hanno definito “ricatto”.

Nel dettaglio, Galactica ha deciso di adottare questi pacchetti:


160 ore di connessione massima mensile per gli utenti che hanno acquistato il servizio Galaflat LAN5; 120 ore per gli utenti di Galaflat 56 ed ISDN; 100 ore per Galaflat Easy; 80 per Galaflat FreeTime; 50 ore per Galaflat Night.

Questi pacchetti potranno essere fruiti dal primo agosto da tutti gli attuali utenti che accetteranno il drastico cambiamento contrattuale. “Il sistema – avverte Galactica – le permetterà di verificare il tempo di utilizzo residuo attraverso un indicatore che sarà a sua disposizione in un’apposita pagina web, nell’area ‘Gestione account’, a cui potrà collegarsi ogni volta che lo desidererà”.

I nuovi pacchetti orari per chi è già abbonato Galaflat, pacchetti che riducono le ore disponibili ogni mese per la connessione, non prevedono però alcuna riduzione tariffaria, con conseguente indignazione degli utenti che in queste ore si sono espressi contro la novità e che, in alcuni casi, meditano di far causa a Galactica per le modifiche “in corsa” dei contratti di accesso.

In particolare si fa notare come per un pacchetto come Galaflat Easy, che costa, Iva inclusa, 58.800 lire al mese, il sistema preveda una connessione media di sole 3,3 ore al giorno e una tariffa per ogni ora di 588 lire. Si tratta di un cambiamento assolutamente radicale per quegli utenti che sono abituati a collegarsi a quello stesso prezzo ben più a lungo. Non solo, qualcuno ha paragonato la tariffa oraria della “Easy” con quella di “Freetime”. Se si ha quest’ultimo contratto, infatti, si dispone di 80 ore mensili che costano 30mila lire al mese. Questo significa che ogni ora invece di 588 lire, ne costa 375.

L’eliminazione del rapporto modem-utenti 1 a 5 Galactica l’ha annunciata per i contratti firmati prima dello scorso 13 marzo. Il rapporto, vissuto come garanzia del non-affollamento delle linee ma anche come “avvertimento” del numero di utenti previsto per ogni linea disponibile, viene sostituito da quello che Galactica definisce “concetto di rapporto congruo per l’utilizzo da parte di tutti i clienti”. “Dette variazioni contrattuali – si legge nella lettera – si giustificano con l’esigenza di uniformare le condizioni di utilizzo del servizio, tra coloro che si sono abbonati prima del 13 marzo 2001 ed i clienti che hanno sottoscritto il contratto successivamente a tale data”.

Ma la lettera di Galactica non riguardava solo le nuove tariffe-offerte.


I numerosi problemi che soprattutto dall’inizio di quest’anno hanno incontrato gli utenti delle flat-rate italiane, Galactica inclusi, sono solo vagamente accennati nella lettera del provider che, invece, approfitta del clamore per mettere molti puntini sulle “i”, compreso un attacco senza precedenti al ruolo di Telecom Italia quale fornitore di infrastrutture di connettività.

Stando alla lettera, “Galactica ha investito ogni propria risorsa per lo sviluppo della predetta formula contrattuale, ritenendola quella maggiormente in grado di promuovere, presso gli utenti privati e professionali, la diffusione, in Italia, di Internet, rendendola adeguata agli standard internazionali”.

Galactica sostiene che la “bontà” del modello flat è dimostrata anche dal fatto che “in paesi come Austria, Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Irlanda, Spagna e Portogallo, il Flatrate in dial up sia stato istituzionalizzato ed i vari enti regolatori nazionali abbiano imposto all’operatore dominante di offrire agli altri operatori una tariffa di accesso ad Internet senza scatti, a condizioni economiche tali da favorire poi un offerta al pubblico adeguatamente competitiva (vedasi in particolare il modello ‘FRIACO’ adottato in Inghilterra)”.

Ma la situazione all’estero, secondo il provider italiano, non è certo quella nostrana, nella quale la stessa Galactica si è trovata a doversi muovere: “Telecom Italia S.p.A., attraverso la società francese 9TELECOM S.A. dalla stessa controllata, si è battuta, insieme ad altri operatori, ed ha ottenuto che France Telecom, fornisse tariffe forfetarie per l’accesso ad Internet, mentre in Italia l’accordo programmatico tra Telecom Italia e Galactica, che prevede la fornitura di linee per l’accesso ad Internet a tariffa forfetaria, è stato da Telecom Italia S.p.A. anticipatamente disdettato.”

L’attacco a Telecom è a tutto campo: “Con specifico riferimento alla situazione di Galactica, riteniamo nostro dovere informarla che, a simili iniziative e gravi comportamenti di Telecom Italia, limitativi non solo dello sviluppo della nostra azienda, ma a nostro avviso anche di tutto il settore dell’accesso ad Internet in modalità flatrate dial-up, la nostra società si sta opponendo, attivandosi presso l’Autorità Giudiziaria Ordinaria, nonché presso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ed, eventualmente, presso ogni altro ente competente anche governativo, al fine di vedere riconosciuto il proprio diritto al congruo approvvigionamento delle linee, a condizioni economiche non ingiustificatamente onerose e in grado di continuare a consentirle l’esercizio dell’attività come attualmente esercitata.”

Galactica spiega anche nella lettera come Telecom abbia “minacciato” di disattivare le linee dal 29 maggio 2001 se il provider non avesse accettato una modifica sostanziale alle modalità e alle tariffe della fornitura delle linee: “Galactica ha poi visto riconosciuto, dal Tribunale di Milano, il proprio diritto all’utilizzo delle linee fornite da Telecom Italia, alle condizioni sottoscritte tra le parti.”

Ciò nonostante, avverte Galactica, “non è per noi possibile escludere che Telecom Italia a nostro avviso con un eventuale ulteriore abuso di posizione dominante, a far tempo dal 19 luglio 2001, decida di disconnettere le linee fornite a Galactica, impedendole di svolgere qualsiasi attività nei confronti della propria clientela.”

Nella lettera Galactica afferma che si sta adoperando “per cercare di impedire a Telecom Italia, ritenuto operatore monopolista di fatto, di attuare quello che noi riteniamo essere abuso della propria posizione dominante”.


Ecco il testo integrale della lettera inviata agli utenti da parte di Galactica:

“Milano, 28 giugno 2001 – Modifiche contrattuali a far tempo dal 1 agosto 2001

Caro Cliente, in esecuzione del contratto da lei sottoscritto, attualmente in essere, le è riconosciuta la possibilità di connessione ad Internet attraverso Galactica, dietro pagamento di un corrispettivo forfetario.

La formula adottata con il contratto attualmente in essere è la cosiddetta connessione ad Internet FlatRate in dial up, formula particolarmente diffusa in tutti i paesi occidentali a più alto sviluppo e della quale noi siamo stati i precursori in Italia.

Galactica ha investito ogni propria risorsa per lo sviluppo della predetta formula contrattuale, ritenendola quella maggiormente in grado di promuovere, presso gli utenti privati e professionali, la diffusione, in Italia, di Internet, rendendola adeguata agli standard internazionali.

Il successo dell’iniziativa, che ha registrato un’importante crescita del numero degli abbonati, a seguito della campagna commerciale intrapresa da Galactica nell’anno 2000, costituisce forse il miglior riscontro ai convincimenti di Galactica. A sua volta, la circostanza che, nei principali paesi quali Austria, Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Irlanda, Spagna e Portogallo, il Flatrate in dial up sia stato istituzionalizzato ed i vari enti regolatori nazionali abbiano imposto all’operatore dominante di offrire agli altri operatori una tariffa di accesso ad Internet senza scatti, a condizioni economiche tali da favorire poi un offerta al pubblico adeguatamente competitiva (vedasi in particolare il modello “FRIACO” adottato in Inghilterra), costituisce la più significativa conferma della rilevanza di simile metodo di connessione per la diffusione di Internet.

Purtroppo, la situazione italiana è ben diversa da quella rilevabile nei suddetti altri paesi e constatiamo che la nostra nazione non si è ancora adeguata a questo inevitabile sviluppo del mercato.

Ultimamente infatti abbiamo addirittura assistito ad una campagna stampa nella quale sono state enfatizzate le presunte criticità del modello Flatrate. Problematiche peraltro che per quanto ci riguarda sono secondo noi in buona parte riconducibili a fatto di terzi, indipendente dalla nostra volontà.

E’ inoltre opportuno ricordare che Telecom Italia S.p.A., attraverso la società francese 9TELECOM S.A. dalla stessa controllata, si è battuta, insieme ad altri operatori, ed ha ottenuto che France Telecom, fornisse tariffe forfetarie per l’accesso ad Internet, mentre in Italia l’accordo programmatico tra Telecom Italia e Galactica, che prevede la fornitura di linee per l’accesso ad Internet a tariffa forfetaria, è stato da Telecom Italia S.p.A. anticipatamente disdettato.

Con specifico riferimento alla situazione di Galactica, riteniamo nostro dovere informarla che, a simili iniziative e gravi comportamenti di Telecom Italia, limitativi non solo dello sviluppo della nostra azienda, ma a nostro avviso anche di tutto il settore dell’accesso ad Internet in modalità flatrate dial-up, la nostra società si sta opponendo, attivandosi presso l’Autorità Giudiziaria Ordinaria, nonché presso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ed, eventualmente, presso ogni altro ente competente anche governativo, al fine di vedere riconosciuto il proprio diritto al congruo approvvigionamento delle linee, a condizioni economiche non ingiustificatamente onerose e in grado di continuare a consentirle l’esercizio dell’attività come attualmente esercitata.

Telecom Italia, a nostro avviso con eventuale abuso di posizione dominante, aveva minacciato di disconnetterci le linee a far data dal 29 maggio 2001, se non avessimo accettato di passare ad una diversa modalità di tariffazione modificando nella forma e nella sostanza il contratto in essere.

Galactica ha poi visto riconosciuto, dal Tribunale di Milano, il proprio diritto all’utilizzo delle linee fornite da Telecom Italia, alle condizioni sottoscritte tra le parti.

Stante la situazione di cui sopra, non è per noi possibile escludere che Telecom Italia a nostro avviso con un eventuale ulteriore abuso di posizione dominante, a far tempo dal 19 luglio 2001, decida di disconnettere le linee fornite a Galactica, impedendole di svolgere qualsiasi attività nei confronti della propria clientela. Né è per Galactica possibile formulare previsioni riguardo gli esiti delle iniziative attualmente pendenti e/o di prossima attivazione, presso l’Autorità Giudiziaria Ordinaria e le altre Autorità competenti.


Galactica comunque si sta attivando in tutti i modi e in tutte le sedi opportune al fine di garantire la continuità del servizio a favore dei propri clienti, ricercando ogni possibile soluzione e conta anche sull’appoggio di tutti i clienti per cercare di impedire a Telecom Italia, ritenuto operatore monopolista di fatto, di attuare quello che noi riteniamo essere abuso della propria posizione dominante. In considerazione di quanto precede Galactica si vede purtroppo costretta a tener conto dell’attuale scenario di mercato italiano, giusta una mancanza di disponibilità di linee a condizioni commerciali eque, nella formulazione delle proprie offerte commerciali, modificandole nel modo seguente per tutto il tempo che sarà necessario.

A seconda della tipologia contrattuale, l’abbonato, dietro pagamento del corrispettivo attualmente pattuito, avrà diritto ad un tetto massimo di fruibilità mensile pari a:

– 160 ore, per il prodotto Galaflat Lan5;
– 120 ore, per i prodotti Galaflat 56 ed ISDN;
– 100 ore, per i prodotti Galaflat Easy;
– 80 ore, per il prodotto Galaflat FreeTime;
– 50 ore, per il prodotto Galaflat Night.

Di fatto, quindi, lei potrà connettersi liberamente, a qualunque ora del giorno, e restare collegato per il tempo che le necessiterà, prestando attenzione a questo tetto massimo di fruibilità oraria di utilizzo, le ricordiamo solo mensile e non cumulabile. Il sistema le permetterà di verificare il tempo di utilizzo residuo attraverso un indicatore che sarà a sua disposizione in un’apposita pagina web, nell’area “Gestione account”, a cui potrà collegarsi ogni volta che lo desidererà. Tale tetto orario mensile è stato appositamente studiato ipotizzando che abbia di fatto un impatto praticamente nullo per un’altissima percentuale della nostra clientela.

Nell’eventualità che lei facesse parte di quella piccola percentuale di clienti che si troverà a superare il tetto massimo di fruibilità oraria mensile sopra previsto contrattualmente, lei potrà continuare ad utilizzare Galactica per il servizio di connessione attraverso un numero che le verrà tempestivamente comunicato al costo di una normale telefonata urbana i cui scatti le verranno addebitati direttamente in bolletta telefonica.

Inoltre, per i soli contratti sottoscritti prima del 13 marzo 2001, in applicazione di quanto previsto all’articolo 7) delle Condizioni Generali di Contratto, verranno effettuate le seguenti modifiche:
a) sarà eliminato il rapporto fisso modem utenti di 1:5, con l’introduzione del concetto di rapporto congruo per l’utilizzo da parte di tutti i clienti;
b) sarà applicabile quanto indicato nell’allegato “condizioni d’uso corretto”, che elenca alcune regole e condizioni per una miglior fruizione del servizio e vieta, tra l’altro, l’uso non presidiato del computer e modalità automatiche d’occupazione della linea.

Dette variazioni contrattuali si giustificano con l’esigenza di uniformare le condizioni di utilizzo del servizio, tra coloro che si sono abbonati prima del 13 marzo 2001 ed i clienti che hanno sottoscritto il contratto successivamente a tale data, garantendo, al contempo, un’ottimizzazione dell’uso dei servizi a tutti gli abbonati, nonché una più elevata qualità del servizio offerto.

In ogni caso dal 2 luglio p.v., le sarà possibile consultare sul sito all’indirizzo: www.galactica.it rubrica FAQ ogni dettaglio relativo a dette modifiche, che dovranno considerarsi pienamente efficaci a partire dal 1 agosto prossimo.

Qualora le modifiche di cui sopra non fossero di suo gradimento, la informiamo che è sua facoltà esercitare il diritto di recesso, con effetto immediato, dandone apposita comunicazione a Galactica, via Tonale, 26 – 20125 Milano, mediante raccomandata A.R., entro 90 giorni dal ricevimento della presente, affinché le sia consentito esprimere la sua eventuale volontà di recesso, anche dopo avere provato la funzionalità delle predette modifiche. In caso di suo recesso, Galactica provvederà alla restituzione di quanto eventualmente da lei pagato e non ancora usufruito.
In mancanza dell’esercizio del recesso, nel termine anzidetto, le modifiche di cui sopra si intenderanno da lei accettate.
Cogliamo l’occasione per informarla che, partendo dall’attuale offerta basata su segmenti differenziati tra clientela privata e clientela professionale/business, Galactica ha rimodulato l’offerta di servizi Internet dedicati ai propri clienti, razionalizzando ed ampliando la gamma di prodotti GALADSL, GALAFLAT ed introducendo i prodotti della serie Power Web che permettono di creare il proprio sito direttamente on-line.

Per le specifiche caratteristiche di ciascun prodotto troverà tutte le informazioni di dettaglio sempre sul sito all’indirizzo: www.galactica.it.

Nel ringraziarla per la fiducia accordataci ed augurandoci che l’evoluzione del mercato ci permetta, sempre, di rispondere alle esigenze dei Clienti, le formuliamo i nostri migliori saluti.

Galactica S.p.A.
Direzione Generale”


Roma – Flat Rate. Una parola magica che fino a qualche anno fa suonava come musica: oggi per molti navigatori ha l’effetto di un fritto di pesce maleodorante con ulcera incorporata.

Flat Rate, ormai quasi completamente sinonimo di disservizi e linee occupate, capace di scatenare dibattiti e scatti d’odio spropositati come quello di un utente che delirava “vi incapretterò tutti, vi ucciderò uno ad uno”, rivolto ai responsabili dei disservizi, nel newsgroup dell’Help desk di Galactica, il primo provider italiano a fornire servizi Flat.

Flat Rate, ormai scatola vuota nella quale le aziende riversano servizi prepagati, connessioni a tempo determinato, offerte da controllare con la calcolatrice in mano. Meno male che Windows ne contiene una di serie.

I veri problemi della Flat Rate, passati in secondo piano a causa del diffuso strabismo degli “heavy users” (quelli che si attaccano alla linea e non la mollano finchè un fulmine non si abbatte sulla centralina telefonica) purtroppo erano e sono quelli che affliggevano anche i vecchi ISP, e le Freenet italiane.

Mi domando, pensando al passato: qualche ISP ha mai garantito la banda quando si pagava l’accesso oltre ai costi di connessione? Qualche Isp ha mai garantito un rapporto modem/utenti ? Parlo ovviamente di servizi “home” come quelli di Tin, Mclink, VideoOnLine, Iol, e la stessa Galactica che fu la prima non solo ad offrire la Flat, ma anche il dial-up.

Quei servizi, che erano a pagamento, prevedevano il solo accesso ad internet senza praticamente nessuna garanzia per la banda disponibile. Se si navigava lentissimi non era quasi mai un problema dell’ ISP ma solo dell’utente che pagava la Tut. Gli help desk davano talmente spesso la colpa a Telecom che ormai non ci credeva più nessuno. Una linea lenta, d’altronde, significava spendere centinaia di mila lire in più su ogni bolletta, ovviamente a carico dell’utente e non del provider.

Con le Flat sembrava quasi che tutti quei problemi avessero trovato una soluzione.
Nessun tempo di connessione, “navigare senza guardare l’orologio”, evitando di parlare della banda garantita per i modem 56k, o di garanzie sul problema delle linee occupate.

Sono entrambi, da sempre, problemi che rimangono dell’utente e rispediti sempre al mittente quando si cerca di reclamare presso gli ISP.

Ma la Flat come per magia li annullava: “Si va lenti? tanto sto online senza limiti di tempo!”, oppure: “E’ occupato? Ma quando troverò libero? e chi si stacca più?”

Ma intanto confronto le tariffe telefoniche con quelle di qualche anno fa, e mi consolo.
Con Infostrada Libero ad esempio, a fronte di un canone mensile di 9000lire più iva, si sta connessi a 15 lire al minuto da tutta Italia. Sono circa 900 lire l’ora ovvero una pacchia rispetto ai prezzi di allora. Ma attenzione, 8 ore al giorno diventano 216mila al mese più iva, ovvero 4/5 volte quello che costava mediamente una Flat.

Ma la stessa Infostrada, per gli “heavy users” (quelli che si connettono per scaricare la discografia di Madonna compresi i remix e le versioni spagnole e non staccano finché non hanno finito) offre TempoZero per centomilalire circa al mese, comprese le telefonate interurbane ed urbane senza limiti di tempo.

Cifre che confrontate a quelle di due o tre anni fa dovrebbero far saltare di gioia navigatori e telefonatori incalliti! Ed invece no. “Voglio la Flat solo per internet, la voglio da quell’azienda lì che me l’ha promessa e pubblicizzata”.

Galactica, se non altro, si è impegnata a rimborsare i mesi non usufruiti del servizio e permette la rescissione del contratto (quando non la opera di sua sponte…).

Qualcuno ricorda qualcosa di simile a questi rimborsi “facilitati” quando la maggior parte degli utenti pagava gli ISP per le connessioni?

Alcuni “heavy user” più illuminati si erano fatti i conti in tasca: di fronte al lento dimagrimento delle Flat avevano risolto il problema sottoscrivendone due o più. Per chi ha ISDN (e quindi non può sottoscrivere TempoZero di Infostrada) la “doppia Flat” si era rivelata una soluzione ottimale.

Tutti contenti? Ancora no!
Orde di incarogniti (“ho speso i miei soldoni e devo star collegato tutto il tempo che voglio”), stimati professionisti che devono consegnare un lavoro da 18 milioni e trovano la linea occupata e si infuriano perdendo altro tempo prezioso (questa l’ho letta sui forum di Punto Informatico), altri che fanno il telelavoro e trovano vergognoso regalare ad un provider 50/70mila lire al mese senza poter navigare 24 ore su 24 sette giorni su sette (che stakanovisti! ma lavorano davvero tutto questo tempo e non si possono permettere una linea dedicata?:)

Tutti a far finta di non sapere e di non capire che quel “posto”, quel filo di connessione, non era riservato, ma era lo stesso di altri utenti. Non era un posto a teatro numerato, col proprio nome sopra. Ma, come da contratto, era un posto “a sedere” per cinque “sederi”. Io non andrei mai a teatro o al cinema sapendo di dover dividere la poltrona con altri quattro sconosciuti, e quindi non capisco come mai tra quei 50mila utenti Galactica c’è chi ha sottoscritto un contratto illudendosi che nessun’altro sarebbe stato connesso 24 ore su 24 per sette giorni alla settimana.

Praticamente un tripudio di italica arroganza; era una Flat solo per sé, e non per gli altri utenti che condividevano la stessa linea.

Riesco a perdonare, fino ad un certo punto, i furbi! Quelli che sapevano e che si acchiappavano la linea e non la mollavano prima di aver scaricato 4 distribuzioni di Linux. Ma non riesco a capire quelli che cadono dalle nuvole, o che fingono di cadere dalle nuvole, invocando il Garante a proteggerli dalla pubblicità ingannevole, o che scoprono solo oggi quello che c’è scritto sul contratto firmato mesi fa.

Alzi la mano chi ha letto “rapporto utenti modem 1/5” ed ha pensato di potersi collegare per 24 ore tutti i giorni! Bene, quelli che hanno alzato la mano ora contino le dita della propria mano, cinque appunto. Se infilano il dito medio nel proprio naso possono infilarci anche il pollice? Sì, visto che le narici sono due… Ma una volta infilate due dita nel naso le altre tre che fanno? Aspettano il loro turno.

Ecco, nel caso di Galactica il modem era uno per cinque utenti e quindi era matematicamente impossibile, come esplicitato nel contratto, offrire a tutti, sempre, una connessione 24 ore su 24. A meno che l’ingegneria genetica non crei un naso con cinque narici e la tecnologia trovi il sistema di far navigare cinque persone su un modem a velocità soddisfacente e a costi abbordabili.

Si è detto, e gridato: “Pubblicità ingannevole!” Come al solito ecco la memoria corta o le esagerazioni anche su questo. In Italia, Planetsec riempì pagine pubblicitarie con slogan a caratteri cubitali: “Tutti dicono Gratis ma qualcuno è più gratis degli altri”. Prezzo? 90mila lire.

Telecom, indagata più volte per i suoi spot televisivi furbini, fu capace di produrne uno nel quale, a caratteri cubitali, campeggiava la scritta “95 lire al minuto” e piccolo piccolo in basso compariva per qualche secondo in caratteri formichini “non è una tariffa”.

Ecco cos’è la pubblicità! Si spera che prima di firmare un contratto, e pagare soldi, questo venga letto come previsto. Se il contratto è come molti lo descrivono “subdolo, incompleto, scorretto, impreciso, si presta ad interpretazioni…” chi e cosa ha costretto gli utenti a firmarlo? La tentazione di acchiappare una linea dedicata a 50mila lire al mese?

Nessuna azienda ha mai venduto la Flat come linea dedicata, e quindi nessuna azienda ha venduto un mattone invece di un videoregistratore. Ma se uno ha comprato un mattone, pagandolo poco, non può pretendere di vederci le videocassette.

O qualcuno vuol farmi credere che con la vista appannata da uno spot si firma qualsiasi cosa? Serve un “garante” che vieti una pubblicità… ovvero il buon senso e l’osservazione diretta non bastano veramente più? Se reclamizzano una tariffa telefonica io non corro a sottoscriverla, ma leggo! Leggo il contratto, leggo i codicilli microscopici, chiedo consiglio ad amici e parenti. Internet è piena di siti e servizi per comunicare, mailing list, newsgroup e chat dedicate ai temi della telefonia e della connettività.

Anche perchè, forse pochi lo sanno, non esiste praticamente alcuna multa per pubblicità ingannevole. Nessuna azienda costretta a ritirarla, non esistono vere punizioni, sanzioni, ammende. Non pagano insomma, nè sono costrette ad informare gli utenti, quindi l’unica vera tutela del cittadino è l’uso del libero arbitrio, scegliere e saper scegliere.

Scegliere difatti è ancora possibile, liberissimi tutti di continuare a pagare la TAT e di aspettare le prossime offerte Flat, o connessioni alternative in arrivo dal cielo o dalle fibre ottiche. Se solo si sbrigassero a srotolarle queste matasse.

E’ evidente che con la “Flat Rate domestica” siamo ancora nel periodo della sperimentazione, ma questo non significa essere tutti delle cavie. Saremmo allora cavie anche comprando al supermercato, saremmo cavie scegliendo un programma Tv piuttosto che un altro. E’ ovvio che siamo cavie del mercato, questo fa parte del gioco. Chi non vuol essere cavia non deve comprare, né scegliere, né spendere, né connettersi ad internet, che tutto o quasi monitorizza e misura, conta e controlla.

Quindi, se l’offerta Flat di un anno fa non è valida, come è ormai evidente dall’ecatombe delle Flat, ce ne sarà un altra più credibile e che si spera creerà meno problemi a chi sottoscrive i contratti, aziende e utenti.

La sperimentazione, a spese di tutti (azienda e utenti) continua, io la vedo così. Chi non vuole sperimentare e preferisce pagare la TAT si faccia due conti in tasca e non si ritenga obbligato a firmare contratti con nuove, o antiche nel caso “G”, aziende ISP.

Paradossalmente, il principale problema delle Flat è diventato: “Perché non mi danno a 50mila lire al mese una linea dedicata?”. Si ignorano i veri problemi degli ISP che sono poi quelli di sempre (nessuna garanzia, contratti di carta velina, newsgroup ignorati o quasi, nessuna garanzia sulla banda, sulle linee occupate… etc). E altrettanto paradossalmente il problema della crisi delle Flat italiane è diventato: “Sono aziende senza scrupoli, che non rispettano i contratti”. E si ignora il vero problema, che è poi quello di sempre: di chi sono le linee, e a chi pagano i servizi dei numeri verdi i provider che offrono le Flat?

La risposta è sempre la stessa purtroppo, e se qualcuno pensava che l’illusione della Flat avrebbe fatto dimenticare per sempre Mamma Telecom, in questi giorni grazie al “coming out” di Galactica può e deve ricredersi, per smettere di crogiolarsi nelle lamentazioni fini a sé stesse.

C’è un enorme provider italiano, un’enorme azienda telefonica, che non ha mai offerto una Flat per Internet. Telecom. Possibile che sia solo un caso ?

Luca Schiavoni


Roma – Ci eravamo esaltati. Quando Galactica il 21 marzo del 2000 ha annunciato che in Italia sarebbe partito il primo servizio di connettività flat-rate “all’americana” in molti avevamo gioito, perché finalmente non avremmo più dovuto guardare l’orologio e contare il costo per minuto di ogni singola sessione di collegamento ad internet. Dopo anni di TUT e TAT, quello era un annuncio “liberatorio”.

Oggi proprio Galactica – seguendo una strada già intrapresa da altri provider che in questo anno hanno cercato di mettere in piedi servizi flat, scontrandosi poi con utenti avidi di banda e tempo di connessione, business plan estremamente complessi e tariffe applicate dai fornitori di infrastruttura – ha annunciato di fatto il ritiro dalla flat. L’opzione del pacchetto a tempo, già perseguita da altri provider come “alternativa” alla flat all’americana, è tutto quello che molti utenti italiani, dentro e fuori Galactica, potranno sperare di ottenere nei prossimi mesi.

L’ondata della protesta che è scaturita dall’annuncio è cronaca di queste ore e assume la forma di un triste quanto inevitabile epilogo della vicenda flat-rate in Italia. Un modello di connettività troppo complesso per un paese il cui backbone di telecomunicazione e di garanzie per l’utente è indietro di molti anni. Un modello che ha richiesto alle imprese una capacità di espansione continua delle proprie infrastrutture e dunque ha imposto una fortissima dipendenza non solo dall’esattezza dei business plan e dall’efficienza della struttura commerciale ma anche e soprattutto dalle forniture di Telecom Italia e dalle condizioni praticate dall’ex monopolista.

“Nodi” delicati, troppo delicati, così delicati da indurre i provider a ricorrere spesso a dolorose operazioni di cancellazione dei contratti degli “heavy users” o dei contratti tout-court, operazioni che hanno tradito le attese di molti ma che hanno rappresentato i prodromi di quanto ora è stato “formalizzato” dalla lettera di Galactica: la flat-rate all’americana in Italia oggi non ha spazi di sopravvivenza.

La causa principale dell’impossibilità per il nostro paese di seguire un modello di sviluppo dell’accesso così importante sta nell’assenza di una autorità regolamentare capace di tutelare i provider dagli umori stagionali del fornitore unico, di quell’ex monopolista che in tutti questi mesi ha detto la sua sulla questione guardandosi bene dal lanciare un proprio servizio flat. All’estero, gli omologhi di Telecom Italia hanno dovuto accettare, spesso obtorto collo, le dure condizioni necessarie allo sviluppo delle nuove forme di accesso alla rete. Qui da noi, invece, i provider da anni borbottano, imprecano e lottano per la situazione del “mercato monopolizzato” senza però arrivare mai allo scontro diretto con Telecom Italia, in mancanza delle cui forniture queste imprese chiudono.

Non basta certo una lettera di una Galactica in difficoltà a scatenare un movimento di opinione attorno ai punti oscuri della liberalizzazione delle telecomunicazioni italiane, né tantomeno è lecito aspettarsi dalle Autorità decisioni che fino a questo momento hanno clamorosamente evitato. Ma di certo chi vuole ragionare con la propria testa non può non porsi qualche domanda sulle responsabilità in campo, a fronte del fallimento dell’offerta flat di così tante imprese, schiacciate tra inattesi rialzi tariffari e improrogabili necessità dei propri utenti.

Chi poi voglia legare quanto sta accadendo nel mondo delle flat con quanto già accaduto in questi anni nel mondo del dial-up tradizionale avrà chiaro il quadro. C’è solo da sperare che prima della formazione di un inossidabile cartello di grandi fornitori di telecomunicazioni anche qualcuno che abita nella stanza dei bottoni si accorga di quanto sta accadendo.

Paolo De Andreis

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Pubblicato il
2 lug 2001
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