Come hanno oscurato il sito su Papetti

Come hanno oscurato il sito su Papetti

Un punto di riferimento su web per l'opera del celebre sassofonista è stato affossato da una policy alquanto discutibile
Un punto di riferimento su web per l'opera del celebre sassofonista è stato affossato da una policy alquanto discutibile


Web – Spett.le redazione di “Punto-informatico.it”, Vi sarò grato se vorrete fare il “punto-informatico” della seguente vicenda:

Sono un docente di informatica, in pensione, che verso la fine dell’anno scorso decise di fare un sito Web in onore di Fausto Papetti, il sassofonista italiano morto nel 1999, che con la sua musica ha segnato un’epoca dagli anni ’60 in poi. Ho quindi attivato un sito presso Digiland con il nome “Papetti aglio e olio” (per le versioni: italiana e spagnola), “Fausto Papetti, the sax symbol” (per le versioni: inglese, francese e tedesca). Ho poi mandato e-mail a tutte le case discografiche dando loro l’indirizzo del sito, spiegando il mio intento e pregandole di inviarmi tutti i dati concernenti la loro discografia relativa a questo artista. Nessuna ha risposto, tranne una.

Quell’unica risposta sembrava però scritta dei famosi carabinieri delle barzellette, perché diceva che per utilizzare i loro dati avevo bisogno della loro autorizzazione, come se la richiesta di utilizzazione non fosse implicita nella richiesta dei dati. Feci presente che non intendevo mettere nel sito canzoni intere, ma solo “samples” di massimo 30 secondi, così come fanno tutti i rivenditori di CD del Web, ed immagini delle copertine miniaturizzate.
Aggiunsi che, comunque, se loro non erano d’accordo potevano inviarmi l’elenco delle canzoni di cui detenevano il copyright ed io avrei eliminato i samples. Risposero che avrebbero trasmesso la mia e-mail al loro ufficio legale e al Direttore di Catalogo.

In attesa di una risposta definitiva eliminai comunque ogni copertina e ogni “sample” che mi risultasse essere di quella casa discografica. Trascorsi oltre quattro mesi senza alcuna risposta, mi convinsi che si fossero resi conto che, lungi dal arrecare loro il minimo danno, il sito era per loro un potente strumento di pubblicità gratuita e re-inserii anche le loro samples e covers.

Infatti avevo raccolto otre 800 titoli di canzoni, centinaia di nomi di album e compilation, avevo chiesto ed ottenuto dalla SIAE i nomi di quasi tutti gli autori, elencato i film, sceneggiati TV, musical da cui Papetti aveva tratto molti suoi brani, pubblicato foto di Papetti, articoli sulla sua vita artistica, e messo link a siti che lo riguardassero.

Avevo poi inviato centinaia di messaggi a potenziali suoi fans ed altri a newsletter e forum di carattere musicale (in particolare musica jazz e pop). Ho segnalato ad un sito francese in cui erano riportati i sassofonisti di tutto il mondo, che Fausto Papetti non era presente. Lo hanno citato e messo un link al mio sito, così come hanno fatto in seguito altri siti. Il sito è stato inserito in diverse decine di motori di ricerca.

Ricevevo e-mail entusiastiche da parte di collezionisti di Papetti che mi ringraziavano per aver dato loro modo di conoscere come la produzione di questo artista fosse stata molto più ampia di quanto avevano creduto e di amanti di musica che ringraziavano per aver potuto conoscere ed “assaggiare” attraverso i samples questo artista che non conoscevano. Molti mi chiedevano dove potevano acquistare i CD, ed io rispondevo che non potevo fornire loro questa risposta, in quanto il sito non aveva alcuno scopo commerciale (nessun banner o pubblicità di altro genere, nessuna richiesta di lasciare indirizzi). Ho anche evitato di pubblicare delle copertine di CD russe, realizzate da composizioni di altre copertine, in quanto potevano essere state prodotte illecitamente.

Sembrava tutto a posto, quando improvvisamente mi perviene una e-mail con la quale Digiland mi informa che la FIMI (Federazione industria musicale italiana) le ha segnalato che il sito contiene brani di aziende loro associate riprodotti senza autorizzazione e mi invita a rimuoverli entro 24 ore.

Rispondo che la richiesta non ha senso in quanto non vengono elencati i brani che sarebbero da rimuovere. Chiedo di inviarmi copia della e-mail della FIMI o di darmi almeno il loro indirizzo perchè io possa chiarire con loro la questione. Non ottenendo risposta, faccio una ricerca su Internet, trovo l’indirizzo della FIMI (www.fimi.it) e scrivo loro, pregando che l’autore della e-mail alla Digiland si metta in contatto con me.

In risposta mi arriva una e-mail, inviata per conoscenza alla Digiland, in cui si afferma che…”la quasi totalità delle registrazioni sono di proprietà di…” due loro affiliate. Subito dopo la Digiland mi scrive di eliminare entro la giornata il file http://digilander.iol.it/gandreola/songs/ , pena l’oscuramento del sito.

Rispondo che quello non è un file, ma una directory, contenente tutti (oltre 700) samples ed impormi di cancellarlo significa eliminare tutti i “samples”, anche quelli sui quali la FIMI non ha alcun titolo. Concludo che, anche se considero questo un sopruso, lo subisco.

Impiego tutta la giornata a modificare tutti i link presenti nei vari files del sito affinchè non puntino più ai “samples” di quella directory e quando alla fine tento di cancellare la directory ricevo la ovvia segnalazione di errore: directory non cancellabile perché piena. Rimando all’indomani la cancellazione dei files e della directory, ma il giorno dopo risulto già oscurato.

Ritenendo assurdo questo comportamento delle case discografiche e/o della FIMI, e che prima o poi dovrebbe essere possibile farli ragionare, magari in un dibattito pubblico, e che quindi il sito possa essere riattivato, magari altrove, mi preoccupo di evitare che i tentativi di accesso al sito “oscurato” provochino messaggi di errore.

Pertanto invio alla Digiland cinque piccoli files in cui, in ciascuna delle cinque lingue (italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo) avverto che il sito sarà probabilmente riattivato altrove entro il prossimo settembre, con preghiera alla Digiland di metterli all’indirizzo dell’ex-sito.

La mia richiesta non viene esaudita, non ricevo nessuna risposta, Infostrada (155) interpellata mi informa che non esiste un ufficio reclami per l’operato di Digiland.

Vi ringrazio e saluto cordialmente

prof. Giuseppe Andreola

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Pubblicato il
2 lug 2001
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