Motori di ricerca, l'antiporno non funziona

Motori di ricerca, l'antiporno non funziona

Google ammette che i nuovi filtri non riescono a schermare la maggioranza della pornografia. AltaVista non sta meglio
Google ammette che i nuovi filtri non riescono a schermare la maggioranza della pornografia. AltaVista non sta meglio


Web – C’è anche Google tra i motori di ricerca che, con varie tecnologie e metodi, da tempo stanno cercando soluzioni per limitare la quantità di pornografia raggiungibile attraverso i loro servizi di spidering da parte di minori o in ambienti nei quali il porno “non è gradito”.

Uno dei primi motori ad offrire un “filtro famiglia” è stato a suo tempo AltaVista , eppure non è difficile, nemmeno con il filtro attivato, arrivare rapidamente a risorse pornografiche. Questo si deve alla grande imprecisione in cui si muovono i sistemi che “riconoscono” la tipologia dell’immagine, per esempio la quantità di pelle esposta all’interno di una fotografia.

Google , notissimo motore di ricerca, ha immaginato un proprio sistema di filtri che ha lanciato la scorsa settimana con una versione ancora in fase di test del suo motore di ricerca per immagini in rete. Il problema è che anche così, eseguendo ricerche talvolta persino su termini che non hanno un diretto riferimento erotico o pornografico, si ottengono immagini “hard”.

“Il filtro – spiega Google – rimuove molte immagini adulte ma non può garantire che tutti questi contenuti siano tenuti fuori. Non c’è modo di garantire con precisione al 100 per cento che, utilizzando i filtri, questi contenuti saranno cancellati dalla ricerca”. Se poi si cercano termini di anatomia, la risposta del motore offre numerose immagini pornografiche.

L’approccio di AltaVista e Google è però “filosoficamente” diverso. AltaVista sostiene infatti che il “family filter” è del tutto essenziale e sottolinea che funziona in modo apprezzabile… Google invece sostiene che un filtro è importante per le persone “sensibili”.

Lycos ha invece tagliato la testa al toro, per ora, sostenendo che le tecnologie di riconoscimento dell’immagine sono così imprecise da non garantire alcunché rispetto all’offerta di contenuti hard e, dunque, impedisce le ricerche multimediali tout-court al di fuori dei propri cataloghi.

Di altra opinione sono quelli di AllTheWeb , secondo cui solo l’1,4 per cento degli utenti utilizza i filtri, un elemento che sarebbe segno di uno scarso interesse per questo genere di tecnologie.

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Pubblicato il
3 lug 2001
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