Legge editoria: primo sito sotto sequestro

Legge editoria: primo sito sotto sequestro

Come previsto solo da alcuni, l'ordinanza con cui è stato sequestrato eretico.com si basa sulla nuova legge sull'editoria, che inizia a far danni. Ne hanno parlato neural.it e vita.it. Paradossi da prodotto editoriale elettronico
Come previsto solo da alcuni, l'ordinanza con cui è stato sequestrato eretico.com si basa sulla nuova legge sull'editoria, che inizia a far danni. Ne hanno parlato neural.it e vita.it. Paradossi da prodotto editoriale elettronico


Roma – Doveva accadere, era scritto che accadesse ed è successo: per la prima volta un sito internet italiano è stata sottoposto a sequestro da parte dell’autorità giudiziaria con una decisione che trae fondamento anche dalla legge sull’editoria (62/2001), quella stessa legge i cui effetti erano stati minimizzati da importanti siti internet, oltreché dai principali responsabili della sua approvazione.

Eretico.com, discusso sito dedicato a quello che secondo le autorità è un vilipendio al cristianesimo e ai suoi simboli, è stato censurato con una motivazione (riportata qui ) destinata a far drizzare i capelli a chiunque abbia sperato in una internet libera da azioni repressive contro la libertà di espressione. Il sequestro risale ai primi di giugno (ne aveva parlato anche neural.it ) ma ora si conoscono le inquietanti motivazioni dell’ordinanza.

Stando al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina il gestore del sito “?vilipendeva le persone che professano la religione cattolica e i ministri del culto cattolico pubblicando sul detto sito le immagini del Sommo Pontefice, del beato Francesco Forgione detto ‘Padre Pio’ nonché di altri ministri del culto cattolico raffigurati in disegno o in fotomontaggio in modo mostruoso con corpo di animale e testa di uomo ovvero mentre subivano sodomizzazioni e altri atti sessuali o osceni, quali la fuoriuscita di un pene dalle stimmate o l’esclamazione da parte del Cristo della frase ‘porco io’, ovvero mediante l’indicazione del predetto beato ‘Padre Pio’ e dei suoi devoti come rispettivamente ‘frate più ignorante della storia e ‘adoratori altrettanto ignorantì;”

Questi contenuti sono definiti nell’ordinanza come “prodotto editoriale” sottoposto ai maggiori “diritti e doveri” di cui alla legge sulla stampa (47/1948).

Va detto che sulla home page del sito campeggiava una sorta di “disclaimer di avvertimento” che consentiva a chiunque di capire da subito la natura politica del sito: “In questo sito sono presenti forme di intrattenimento ludico più o meno tecnologiche finalizzate ad una sana iconoclastia destinata a chiunque, in questi giorni di giubileo, abbia tanta voglia di scaraventare giù dai piedistalli tutti quei simboli frutto di una degenerazione della religione cattolica”. Un altro disclaimer avvertiva: “ogni riferimento a persone cose, fatti e personaggi biblici nonchè pubblici è puramente casuale.AMEN”

Secondo il GIP, in questo caso non può essere “invocato l’esercizio del diritto di manifestazione del pensiero, in quanto i modi usati si sostanziano in una mera, gratuita e volgare aggressione visiva e scritta a quanti professano il culto cattolico, senza alcun utile apporto critico o revisionista ma con uno sterile spirito offensivo;”.

E “considerato che il sito internet in esame deve essere ritenuto prodotto editoriale ai sensi dell’art. 1 l. n.° 621, di un prodotto realizzato su supporto informatico destinato alla diffusione di informazioni con mezzo elettronico attraverso la diffusione nella rete mondiale, accessibile in pratica a chiunque, di una serie di opinioni e informazioni sugli appartenenti alla religione cattolica, sui suoi simboli e sulle abitudini dei suoi ministri di culto; considerato che per l’applicazione dell’art. 2 della l. n.° 4748 ai prodotti editoriali si deve ritenere che gli stessi siano equiparati, anche ai fini penali, alla disciplina riservata alla stampa e alle conseguenti maggiori garanzie ad essa attribuite in virtù della importante funzione svolta in una società democratica dai mezzi di comunicazione di massa, dei quali internet fa parte a pieno titolo;”


Per queste ragioni l’ordinanza ha stabilito il sequestro del sito e dei “beni hardware e software nonché al loro prodotto telematico relativo al dominio e al sito”, con “trasferimento di dati dagli hard disk ad altri supporti portatili, con prelievo delle eventuali copie di backup eseguite e con inserimento all’interno del sito, in sostituzione integrale del contenuto della dicitura: “TRIBUNALE ORDINARIO DI LATINA-PROCURA DELLA REPUBBLICA DI LATINA SITO SOTTOPOSTO A SEQUESTRO PREVENTIVO PER DISPOSIZIONE DELL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA” su sfondo bianco, con logo della Repubblica e indicazione della data di esecuzione;”.

L’ordinanza è la prima manifestazione dei guasti che la nuova legge sull’editoria può provocare e può rappresentare uno spunto di riflessione in più per chi ha ritenuto di sostenere questa legge tentando di smontare una mobilitazione che non ha precedenti su internet in Italia e che verrà presentata nelle prossime settimane alle istituzioni italiane. Con la speranza che eventi come quello di eretico.com consentano di mettere immediatamente a fuoco i guasti che questa legge può provocare.

Come spiega Vita.it : “E’ il primo utilizzo concreto di un ‘grimaldello legislativo’ che oggi ha fatto chiudere, magari giustamente, un sito che offendeva Padre Pio, ma domani potrebbe dare a chiunque uno strumento per imbavagliare qualsiasi fonte di informazione alternativa in rete.”

Insiste Vita.it: “Nessuno avrebbe il cattivo gusto di definire ‘prodotto editorialè anche i graffiti ‘pubblicatì sui muri dei bagni pubblici, ma in questa ordinanza si legge che ‘il sito internet in esame deve essere ritenuto prodotto editoriale ai sensi dell’art. 1 l. n.° 621’, subito dopo aver affermato che le pagine in questione non sono altro che ‘una mera, gratuita e volgare aggressione visiva e scritta a quanti professano il culto cattolico, senza alcun utile apporto critico o revisionista ma con uno sterile spirito offensivo’.
A questo punto Calvino, Pirandello, Hemingway e gli autori di “prodotti editoriali” di ben altro spessore si saranno rivoltati più volte nella tomba per questo accostamento davvero singolare tra la cultura dei libri e la volgarità da bagno pubblico, forme espressive molto distanti tra loro che tuttavia sull’internet sono separate solamente da un click del mouse.”

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Pubblicato il 4 lug 2001
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