Raymond: è la Shared Source il vero virus

Raymond: è la Shared Source il vero virus

Il paladino dell'open source Eric Raymond interviene nel dibattito sulla presunta viralità della GPL e, contrattaccando le argomentazioni di Microsoft, accusa la licenza Microsoft Shared Source di essere il virus definitivo
Il paladino dell'open source Eric Raymond interviene nel dibattito sulla presunta viralità della GPL e, contrattaccando le argomentazioni di Microsoft, accusa la licenza Microsoft Shared Source di essere il virus definitivo


Web – Il primo a legare l’attributo “virale” alla licenza GPL fu Craig Mundie, vice presidente e stratega di Microsoft, che nel suo ormai celeberrimo attacco a questa licenza affermò: “L’aspetto virale della licenza GPL costituisce una minaccia alla proprietà intellettuale di ogni organizzazione che ne fa uso”.

Un concetto che fu poi ripreso da Steve Ballmer , CEO di Microsoft, che non molto tempo dopo definì Linux e il free software “un cancro” capace di corrompere e far ammalare tutto il mercato del software.

L’aggettivo “virale” è stato poi recentemente utilizzato da Microsoft per definire, all’interno del contratto di licenza del SDK di Mobile Internet Toolkit, tutte quelle licenze open source che, secondo il big di Redmond, “creino o cerchino di creare doveri per Microsoft rispetto al software stesso o garantiscano, o cerchino di garantire, a qualsiasi parte terza, qualsiasi diritto o eccezione dai diritti di proprietà intellettuale di Microsoft o i diritti proprietari del software”, e pertanto non utilizzabili in congiunzione con il suo SDK.

La scorsa settimana, rilasciando il codice sorgente di alcuni strumenti legati alla piattaforma.NET, Microsoft ha presentato la sua licenza Shared Source come un esempio di licenza aperta ma “depurata” da ogni aspetto virale, studiata per poter essere utilizzata in ambiti commerciali e molto somigliante alla BSD, l’unica licenza open source “tollerata” a Redmond.

Ieri Eric S. Raymond, un punto di riferimento per tutta la comunità open source e autore del noto libro The Cathedral & the Bazaar , ha scritto una lettera pubblicata su Linux Today in cui contrattacca Microsoft e la sua licenza Shared Source.


Nella sua lettera , Raymond sostiene che la definizione con cui Microsoft descrive la GPL, e cioè un cancro che annulla i diritti intellettuali sul software e vanifica la possibilità di guadagnare dal proprio lavoro, sia “piena di errori nella logica e nei fatti”.

“Microsoft confonde tre differenti problemi: il mero uso del software, l’aggregazione del software e la derivazione del software”, scrive Raymond. “Il migliore esempio della sua falsità e profonda ipocrisia è che Microsoft ha rilasciato software GPL aggregato con il suo prodotto Interix (aka OpenNT) per anni. Siccome il software Interix non è un lavoro derivato da codice GPL che hanno rilasciato con esso, non una sola linea del codice di Microsoft è stata “infettata” dalla presunta “viralità” della GPL”.

Raymond scarica diverse cartucce anche sulla licenza Shared Source di Microsoft, sostenendo che se, come dichiara la stessa azienda, essa è stata progettata per garantire a Microsoft la conservazione di tutte le proprietà intellettuali sul codice, questa licenza potrebbe considerarsi più “virale” della GPL.

“Supponiamo che voi siate sviluppatori – continua Raymond – e vi registriate presso Microsoft per ottenere l’accesso allo shared source, oppure lavoriate per un’azienda che ha accesso al codice sorgente di Microsoft. Congratulazioni. Il vostro cervello è ora infettato dal virus “Io ho visto lo shared source”. Siete preparati per scommettere la vostra carriera, o l’esistenza della vostra azienda, sul fatto che Microsoft non vi citerà mai in giudizio se voi scrivete codice che (a) somiglia nel funzionamento ad un prodotto Microsoft, (b) compete con un prodotto Microsoft, o (c) questa settimana stona con il colore della biancheria intima di Bill Gates?”.

Raymond sostiene che Microsoft non ha bisogno di vincere la causa in tribunale o minacciare esplicitamente qualcuno: per un gigante come Microsoft basterebbe una minaccia velata di citazione per spaventare la stragrande maggioranza delle aziende concorrenti.

“Shared source è il virus definitivo. La GPL, che lascia il vostro cervello autonomo e non può ‘infettarè il vostro codice finché voi non decidiate deliberatamente di incorporarvi codice GPL o link ad esso, è un innocente simbionte in confronto. Essa realmente vi protegge, perché vi garantisce il diritto di ridistribuire e riusare il codice che voi vedete. E così… Chi è “virale” adesso?”

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Pubblicato il
4 lug 2001
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