Spadaro: occhio all'e-consumismo religioso

Spadaro: occhio all'e-consumismo religioso

L'eterno dibattito: internet bella perché è varia. Ma se lo fosse troppo? Ci prova Spadaro
L'eterno dibattito: internet bella perché è varia. Ma se lo fosse troppo? Ci prova Spadaro


Roma – L’ultimo numero di Civiltà Cattolica, la rivista romana dei gesuiti, è dedicato alle opportunità e alle sfide che internet offre alle persone di fede, ai religiosi, ai cattolici e non solo.

Il periodico dedica un’ampia sezione a “Dio nella rete, forme del religioso in internet”, un saggio di padre Antonio Spadaro che mette in luce le possibilità di dialogo offerte dal mondo elettronico ma anche i rischi connessi, visto che spesso in rete, secondo il religioso, si finisce di parlare di Dio e della fede con superficialità, con linguaggio da supermercato, “self service dell’anima”.

Spadaro spiega che “la rete è uno spazio di discernimento e di missione ed evaderlo significherebbe venir meno a una sfida impegnativa e importante”. “La rete – ammonisce però Spadaro – proprio grazie al fatto che è in grado di contenere tutto, facilmente può essere paragonata ad una sorta di grande supermarket del religioso (che è dunque mercato con tutte le conseguenze di tipo economico: promozione e vendita di oggetti, diete, servizi di culto, musica, gadget, immagini, consulenze e truffe di vario genere), in cui è possibile trovare ogni genere di prodotto religioso con grande facilità”.

Spadaro avverte anche della “sensibilità neo-gnostica” che la frequentazione di certi ambienti telematici può portare a sviluppare, dove “la conoscenza passa dal visivo al tattile”, con la complicità del mouse, per cui ci si può chiedere: “La dimensione interattiva quali effetti avrà sull’esperienza del sacro?”.

Secondo Spadaro “è la mano a guidare e gestire la visione in una logica di apparizione che non può essere senza conseguenze in un contesto di self-service dell’anima”.

Il religioso se la prende anche con siti che si rifanno “a tradizioni spirituali più solide”, siti che in molti casi sembrano “contaminati” dalla logica del benessere spirituale: “Può accadere di imbattersi in siti con angioletti ammiccanti, piccole icone mielose e sfavillanti, lumini, stelline, lucette, musichette e così via”.

Non manca la stoccata: “Il kitsch religioso dice di un bisogno di intimismo, consolazione a metà tra videogioco e pietà popolare”. “Risulta valorizzata – sostiene Spadaro – la realtà dell’apparizione a portata di mano”. Una illusione, quella “che il sacro resti a disposizione di un consumatore nel momento del bisogno”.

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Pubblicato il
6 lug 2001
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