Ma quanto lavora il cyber-dipendente?

Ma quanto lavora il cyber-dipendente?

Lo dice l'ultima ricerca di Nextra, secondo cui si lavora molto, anche nei fine settimana, ma il capo non fa paura
Lo dice l'ultima ricerca di Nextra, secondo cui si lavora molto, anche nei fine settimana, ma il capo non fa paura


Roma – Arriva, dalla società britannica Nextra , un interessante studio sul lavoro nell’era digitale.

Dal rapporto, condotto in alcuni paesi europei, emerge un cyber-dipendente mediamente soddisfatto del proprio lavoro, tendenzialmente stakanovista, non sempre favorevole al telelavoro e in sintonia con “il capo”.

Secondo i dati raccolti da Nextra, il 52 per cento dei lavoratori passa 45 ore alla settimana in ufficio, in particolare in Germania e in Austria, dove si lavora più che altrove. L’82 per cento dei networker si lamenta del fatto che il lavoro compromette le serate se non addirittura i fine-settimana, che per il 64 per cento degli intervistati finiscono per rientrare negli “orari di lavoro”.

Una caratteristica comune ad italiani e svedesi, secondo la Nextra, è l’insofferenza verso il lavoro al di fuori dell’orario prestabilito, una “pratica” che invece non rappresenterebbe un problema per l’85 per cento dei lavoratori norvegesi ed austriaci.

Va detto che il superlavoro viene tuttavia pagato con stress e patologie conseguenti. Per i tedeschi, per esempio, ansia e depressione superano i livelli di guardia nel 74 per cento dei casi, nel 68 per cento per gli austriaci. Chi lavora meno, invece, sarebbe meno soggetto a “crisi” o “malattie da lavoro”.

Rispetto al telelavoro, in Italia il 70 per cento dei net-lavoratori sostiene di non gradire questo genere di occupazione. In Svezia il 50 per cento dei cyber-dipendenti passa almeno un giorno alla settimana nel lavoro da casa.

La figura del capo non è più “temuta” come un tempo, merito probabilmente anche delle distanze fisiche del telelavoro. Questa situazione aumenterebbe la produttività per il 61 per cento dei lavoratori, oltre a produrre ad una contrazione dei costi. Di converso porterebbe però, secondo il 38 per cento dei lavoratori, ad una minore capacità di lavorare in gruppo e persino ad una minore fiducia nelle capacità dei vertici delle aziende (questo dato vale per il 27 per cento degli intervistati).

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Pubblicato il
6 lug 2001
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