Apple/ Estate di fuoco

Apple/ Estate di fuoco

Dopo una primavera di grandi novità, Apple ha di fronte a sé un?estate davvero rovente, segnata dall?imminente MacWorld di New York. Al fuoco un grosso aggiornamento per MacOS X e diverse novità in campo hardware
Dopo una primavera di grandi novità, Apple ha di fronte a sé un?estate davvero rovente, segnata dall?imminente MacWorld di New York. Al fuoco un grosso aggiornamento per MacOS X e diverse novità in campo hardware


Sono passati ormai più di tre mesi dall’uscita di MacOS X, ed è ormai tempo di trarre le prime conclusioni e fare previsioni per il futuro prossimo, anche perché l’interesse intorno al nuovo sistema è grande, e riguarda sia gli utenti Apple che altri universi paralleli.

Cos’è successo in questi tre mesi? Per Apple, diversi aggiornamenti hanno portato alla versione 10.0.4 di MacOS X, versione sensibilmente migliorata e con alcune funzionalità aggiunte, anche se non ancora ottimizzate al massimo.

L’incremento prestazionale di MacOS X si è visto soprattutto sulle macchine più vecchie e su quelle con processore G3. Il problema principale rimane comunque la lentezza del Finder, una lentezza visibile soprattutto quando la RAM installata è poca. Per spiegare questa situazione si sono fatte varie ipoesi: prima di tutto qualcuno ha osservato che il Finder è scritto in Carbon e non in Cocoa (Apple che dà il cattivo esempio ai suoi sviluppatori?). Effettivamente le cose stanno così, ma in realtà sia in Carbon che in Cocoa è possibile scrivere tanto applicazioni veloci quanto applicazioni lente: il vantaggio di utilizzare Cocoa consiste nello sfruttare al meglio tutte le potenzialità di MacOS X e del relativo kernel.

Un’altra ipotesi sulla lentezza del Finder è indirettamente collegata all’hardware: probabilmente Apple si aspettava che al lancio di MacOS X i G4 potessero avere un clock superiore, quindi nella fretta di preparare la versione ufficiale per la data dell’uscita, l’ottimizzazione non è stata la preoccupazione principale degli ingegneri di Cupertino.

Ultima ipotesi: tutti gli effetti di Aqua costituiscono un grosso dispendio di potenza del processore. Anche in questo caso però non si può fare a meno di osservare che Quartz (il motore PDF sul quale è basata l’interfaccia e la gestione della grafica 2D in genere) funziona più che bene. Inoltre, vista la ?malleabilità? del sistema, se il problema fosse solo questo, sicuramente qualcuno avrebbe già realizzato un “hack” per rendere disattivabili tutti gli effetti. Di fronte a tutte queste ipotesi, l’unica cosa certa è che la velocizzazione (leggasi ottimizzazione) del Finder è l’occupazione principale dei programmatori Apple, e sicuramente l’aggiornamento a 10.1 (nome in codice Puma) che sarà rilasciato a breve porterà con se dei miglioramenti sostanziali, oltre che integrare tutte quelle funzionalità che ancora mancano (una su tutte il supporto dei DVD).

Questo non significa che MacOS X sia un sistema inutilizzabile… anzi: se si ha sufficiente RAM l’unica pecca a cui si va incontro è una leggera lentezza nel lancio delle applicazioni. Forse non è ancora il sistema ideale per i professionisti o, per meglio dire, per quei professionisti che necessitano del supporto di periferiche specifiche o di determinate applicazioni non ancora supportate (anche se l’ambiente di simulazione del MacOS classico funziona a dovere, spesso anche meglio di MacOS Classic “al naturale”).

Personalmente uso MacOS X con soddisfazione dal giorno in cui è uscito, ed ho avuto modo di valutarne pregi, difetti, caratteristiche e miglioramenti. Il potenziale di MacOS X è veramente enorme: le sue basi permettono infinite personalizzazioni e configurazioni, nonché l’aprirsi di nuovi orizzonti: sempre più forte l’attenzione del mondo OpenSource, con progetti come XDarwin, Xfree, MacGIMP e tanto altro ancora… Anche gli sviluppatori storici si stanno muovendo: il 75% delle aziende sta già sviluppando software per MacOS X, e da qui alla fine dell’anno il 55% del software in uscita sarà perlomeno “carbonizzato”. Tra i grandi nomi possiamo citare Adobe, che proprio in questi giorni ha assicurato che le prossime release dei propri software (Illustrator e InDesign in testa) funzioneranno su MacOS X. Molte aspettative anche dalle aziende che sviluppavano su NeXT: sono loro che, avendo già lavorato sulle basi del sistema da cui nasce MacOS X, stanno rilasciando la maggior parte delle applicazioni programmate nativamente in Cocoa (vedi OmniGroup, tanto per citare una delle più attive). Tutto questo fermento di software intorno al nuovo sistema (tra cui vorrei perlomeno ricordare anche tutte le più importanti applicazioni derivanti da Unix per la gestione di server) non può che far bene ad Apple, la quale forte del rinnovamento della sua linea di portatili (in particolare del nuovo iBook), sta riguadagnando molta popolarità.

Tutta questa lunga premessa per arrivare all’ormai prossimo MacWorld Expò di New York. Si tratta dell’evento storicamente più importante per Apple, e anche quest’anno le sorprese non dovrebbero mancare, sia sul fronte hardware che su quello software. Gli iMac attuali sono ormai classificati come macchine fuori produzione, e pare ormai inutile aggiornarle nuovamente con un semplice speed bump o un cambio di colore: l’iMac è stato un computer che (nel bene e nel male) ha segnato la storia, ma adesso c’è bisogno di un rinnovamento più radicale, altrimenti l’iMac rischia di fare la stessa fine del Cube.

Anche il G4 avrebbe ormai bisogno di un leggero restiling, ma qui forse l’esigenza più forte è quella dei MHz: anche per questioni di immagine servono necessariamente processori vicini al GHz o, in alternativa, macchine bi-processore. Più che probabile anche un piccolo aggiornamento del Titanium, visto che il piccolo iBook in determinate situazioni e configurazioni presenta un rapporto qualità/prezzo nettamente superiore rispetto al “fratello maggiore”.

Tornando sul software, il già citato aggiornamento a MacOS X10.1 potrebbe essere il “pezzo forte” dell’Expo, ma c’è anche dell’altro: è recentissima la notizia che Apple ha acquistato Spruce Technologies, manifestando la sua intenzione di voler diventare il leader di riferimento del settore del video digitale. Per chi non lo sapesse, la Spruce Technologies è un?azienda specializzata nello sviluppo di software (sia consumer che professionale) per l’autoring di DVD. Oltre a soluzioni software, la società californiana produce anche soluzioni hardware di notevole interesse per il settore del video digitale, e ciò lascerebbe presagire per un prossimo futuro lo sviluppo di macchine Apple ancora più specializzate per l’autoring video; non si escludono potenziamenti di iDVD e DVD Studio Pro, nonché possibili incursioni nel mondo PC-Win: tutti i prodotti Spruce infatti sono attualmente disponibili solo per piattaforma Windows.

Di novità ce ne sarebbero a sufficienza da tenere occupati gli utenti anche per l’Expo parigino di ottobre, ma sicuramente Apple ha la necessità di dare forti segnali già da subito, pena una perdita di terreno che, all’inizio della nuova era di MacOS X, non sarebbe certo di buon auspicio.

Domenico Galimberti

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Pubblicato il
17 lug 2001
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