Se queste son le regole della Rete

Se queste son le regole della Rete

di Francesco Bordino. Si gettano le basi di una regolamentazione della Rete senza alcuna discussione e senza alcun approfondimento da parte dei media tradizionali, che appaiono del tutto disinteressati alle sorti del mondo online
di Francesco Bordino. Si gettano le basi di una regolamentazione della Rete senza alcuna discussione e senza alcun approfondimento da parte dei media tradizionali, che appaiono del tutto disinteressati alle sorti del mondo online


Roma – Probabilmente la Rete è arrivata in questo mondo troppo presto. O troppo tardi, se pensiamo a cosa ha combinato la televisione negli ultimi vent’anni. Siamo culturalmente impreparati a sfruttarne le potenzialità, e questa debolezza rende forte la classe dirigente, legittimandola a stabilire regole vecchie e oscurantiste. L’interattività di questo mezzo all’improvviso spaventa.

Spaventa perché lascia emergere, oltre al lato “illuminato”, il lato oscuro dell’essere umano. Il sequestro di eretico.com e gattibonsai.it sono i primi drastici esempi di come si sta affrontando il problema. Obiettivamente nessuno sentirà troppo la mancanza dei due siti, ma ad essere in gioco sono la libertà d’espressione e lo sviluppo della società dell’informazione.

Mentre negli Stati Uniti il mercato dell’informazione spinge alla chiusura Feed e Sucks , il parlamento spagnolo si appresta a discutere un progetto di legge aberrante , che contrasta sia con la recente direttiva europea sul commercio elettronico sia con qualsiasi legge costituzionale occidentale. La LSSI (Ley de servicios de la sociedad de la información), oltre a porre severi obblighi di registrazione per qualsiasi sito web che pubblichi notizie (con una sanzione di 175 milioni in caso di omissione), permette alla Pubblica Amministrazione spagnola, senza alcun intervento giudiziario, il sequestro. Alla faccia della separazione dei poteri.

La nuova legge italiana sull’editoria (62/2001), data l’intrinseca ambiguità, è anch’essa in evidente contrasto con quella parte della direttiva europea che vieta qualsiasi obbligo di registrazione per i prestatori di servizi della società dell’informazione. Ma fa comunque parte della motivazione del sequestro di eretico.com, definendo il sito un prodotto editoriale ai sensi della legge 62/01.

In Turchia, per finire, l’informazione online è stata equiparata a quella della carta stampata.

Un nuovo “asse” che si schiera per una regolamentazione dell’informazione online uguale a quella cartacea, in qualche caso ancora più rigida, senza tenere affatto in conto la peculiarità del mezzo. E soprattutto si gettano le basi di una regolamentazione della Rete senza alcuna discussione e senza alcun approfondimento da parte dei media tradizionali, che appaiono del tutto disinteressati alle sorti del mondo online. Se è vero che la maggioranza degli internauti vuole vedere regole precise è ora che se le dia da sé, perché le “autorità competenti” dimostrano una scarsa competenza su questo campo.

La posizione di ALCEI, che emerge dall’ intervento “Internet, quale futuro per l’Italia” del novembre 2000 è stata molto chiara in proposito: “Lo scopo dell’attività governativa dovrebbe essere orientato alla vera tutela degli interessi collettivi e al rigetto di qualsiasi tentativo (occulto o palese) di imporre “censure di stato” e responsabilità penale oggettiva per i fornitori di servizi”.

La censura di gattibonsai.it appare legittimata dal rischio di emulazione, ma il rischio più grave è che diventi un esempio di ciò che produce la “freenet”, la Rete anarchica, e che si trasformi quindi in cavallo di battaglia per chi vuole fare della Rete una grande mercato, protetto e regolato, adatto a grandi e piccini. Una infinita televisione commerciale, dove il dissenso non è autorizzato a entrare. Forse è opportuno darci una regolata.

Francesco Bordino

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Pubblicato il
20 lug 2001
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