Barcellona – Licenziamento per giusta causa senza indennizzo: questo è quanto d’ora in poi potrà accadere al lavoratore spagnolo che abbia utilizzato per scopi personali la connessione ad internet.
Ad emettere una sentenza che mette il punto ad una situazione di incertezza è stato il Tribunale supremo della Catalogna, secondo cui l’accesso è un bene fornito dall’azienda che può essere utilizzato ai soli scopi produttivi.
La decisione del tribunale si riferisce ad un caso aperto da una ex dipendente dell’industria cosmetica Dermofarm che contestava il licenziamento. L’azienda aveva deciso di “disfarsi” dell’impiegata dopo aver scoperto che passava diverse ore connessa a siti che non hanno nulla a che vedere con il lavoro.
L’impiegata si era ribellata, sostenendo che i siti visitati, inclusi quelli di VIP e chat sul tema, erano necessari per comprendere le tendenze internazionali, a suo dire estremamente importanti per lo svolgimento del suo lavoro. E proprio per questo, in primo grado, l’impiegata era riuscita ad ottenere una vittoria. Ma ora il Tribunale ha deciso che “tanto la frequenza quanto il contenuto dei messaggi” che l’impiegata avrebbe inviato come conseguenza delle sue “attività online”, dimostrano “una chiara infrazione ai doveri di fedeltà lavorativa”.