USA: giudici contro i controlli Internet in ufficio

USA: giudici contro i controlli Internet in ufficio

Le attività di controllo sull'utilizzo di Internet da parte dei dipendenti violerebbe l'Electronic Communications Privacy Act. Ma non tutti la pensano così ed intanto un terzo dei dipendenti USA è sotto osservazione
Le attività di controllo sull'utilizzo di Internet da parte dei dipendenti violerebbe l'Electronic Communications Privacy Act. Ma non tutti la pensano così ed intanto un terzo dei dipendenti USA è sotto osservazione


San Francisco (USA) – I giudici del nono distretto della Corte d’Appello statunitense non sopportano che qualcuno possa spiare i loro movimenti su Internet o filtrare la loro posta elettronica in ufficio.

Il giudice Alex Kozinski ha fatto sapere che solo all’interno del nono distretto già 36 impiegati avrebbero ricevuto un ammonimento per l’utilizzo “inappropriato” di Internet. Kozinski ha dichiarato: “A parte il mio punto di vista secondo cui il controllo sarebbe un crimine, si tratta di qualche cosa su cui noi come giudici federali abbiamo la giurisdizione per decidere”.

Secondo i giudici infatti questa attività di monitoraggio dell’attività su Internet degli impiegati e in questo caso dei giudici stessi violerebbe l’Electronic Communications Privacy Act del 1986, che sancisce l’illegalità di azioni di intercettazione di qualsiasi tipo di comunicazione, comprese quelle verbali e quelle elettroniche.

Uno studio di Privacy Foundation aveva calcolato che almeno un terzo degli impiegati americani utilizzerebbe Internet sotto il controllo dei propri datori di lavoro.

Secondo un avvocato di Denver, Philip L. Gordon, il monitoraggio non costituirebbe comunque un’azione illegale, qualora il datore di lavoro abbia ricevuto l’autorizzazione da parte dei dipendenti: “I datori di lavoro devono spiegare ai dipendenti esattamente cosa viene monitorato e con quali tecnologie”.

Secondo altri invece, bisogna considerare che il computer su cui lavora il dipendente è di proprietà dell’azienda, che quindi ha l’autorità per “guardarci dentro”.

La questione, certamente non nuova ma che ritorna alla ribalta quasi a dimostrare che una soluzione efficace non è ancora stata trovata, verrà esaminata più approfonditamente alla prossima conferenza dei magistrati americani che si terrà l’11 settembre.

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Pubblicato il 10 ago 2001
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